I carri armati israeliani sono stati visti sparare su un affollato sentiero vicino a Deir al‑Balah a Gaza giovedì, poco dopo l’annuncio di un accordo di cessate il fuoco
GAZA — Nel pomeriggio di giovedì, non molto tempo dopo l’annuncio mediatico di un accordo – seppur fragile – per un cessate il fuoco, testimoni oculari e fonti locali riferiscono che carri armati dell’esercito israeliano avrebbero aperto il fuoco su un sentiero affollato nei pressi di Deir al‑Balah, nella Striscia centrale di Gaza. Secondo le testimonianze arrivate alla redazione, l’episodio ha causato panico, feriti e vittime tra i civili, e solleva interrogativi inquietanti circa lo stato del conflitto e il reale rispetto degli impegni annunciati.
L’evento: spari in un luogo frequentato
Secondo quanto riferito da testimoni sul posto, diverse esplosioni e colpi d’artiglieria sono stati osservati lungo un percorso costiero frequentato da famiglie, da chi cercava acqua, viveri, o semplicemente spostamenti di routine. “Non abbiamo capito all’inizio cosa stesse succedendo racconta un residente poi abbiamo visto i carri armati e il fumo che saliva al cielo”. Alcuni parlano di un veicolo corazzato che avrebbe puntato direttamente verso la folla prima di sparare.
Fonti sanitarie locali segnalano decine di feriti, alcuni in condizioni gravi, e almeno alcuni decessi. Le ambulanze hanno dovuto fare la spola in un’area sotto tiro, ostacolate dalla presenza militare e dal rischio continuo. Non è stato ancora possibile avere una conferma ufficiale dalle autorità israeliane o da ong indipendenti sul numero esatto di vittime al momento della stesura di questo articolo.
Il contesto del cessate il fuoco
L’episodio si inserisce in un contesto di oscillazioni tra intensificazioni belliche e tentativi spesso abortiti o effimeri di tregua. Nelle ore precedenti all’attacco, varie fonti diplomatiche avevano riferito dell’arrivo ad un’intesa precaria per una sospensione temporanea delle ostilità, con l’intervento di mediatori regionali e internazionali.
Tuttavia, è noto che in conflitti così aperti e con linee di comando complesse, gli annunci di tregua spesso non vengono attuati con immediatezza sul terreno specialmente nei settori più esposti ai combattimenti. L’episodio di Deir al‑Balah suggerisce proprio una scollatura tra dichiarazioni ufficiali e dinamiche sul campo.
Deir al‑Balah: una zona cruciale
La città di Deir al‑Balah, situata nella parte centrale della Striscia di Gaza, ha assunto durante il conflitto un’importanza strategica e simbolica. È un’area che, fino a poco tempo fa, era stata relativamente meno colpita da operazioni terrestri complesse — almeno rispetto ad altre zone proprio per la cautela mostrata dall’esercito israeliano, che temeva la presenza di ostaggi o infrastrutture sensibili. ABC+3www.israelhayom.com+3news.cgtn.com+3
Nelle operazioni terrestri recentemente lanciate, l’IDF ha penetrato anche all’interno della città, con l’ausilio di carri armati e supporti aerei, e ha usato artiglieria su edifici residenziali e luoghi vicini. Secondo medici locali, alcune micro‑bombe da carri armati avrebbero colpito abitazioni e moschee. Al Jazeera+2news.cgtn.com+2
In aggiunta, strutture legate alle Nazioni Unite, come residenze del personale della World Health Organization (WHO), sono state attaccate o messe sotto tiro durante le operazioni nell’area. Reuters+2The Washington Post+2
Impatti umanitari e reazioni locali
L’attacco sul sentiero ha alimentato ulteriore terrore tra una popolazione già provata da mesi di bombardamenti, carestia, esodo e distruzione. L’accesso a strutture sanitarie è gravemente compromesso, e i soccorsi in particolare in aree sotto fuoco diventano quasi impossibili in molti momenti della giornata.
La comunità locale parla di civili colpiti durante spostamenti quotidiani, senza che vi fosse una chiara distinzione tra combattenti e non combattenti. Organizzazioni per i diritti umani e alcuni governi esteri hanno denunciato già in passato che le linee di demarcazione tra azioni militari e zone civili sono spesso sfocate nelle operazioni israeliane.
Alcuni esponenti palestinesi hanno definito l’episodio come una “tragedia annunciata”, attribuendo la responsabilità all’IDF per avere continuato ad agire nonostante gli annunci di cessate il fuoco. Diversi giornali arabi e internazionali hanno raccolto testimonianze simili, citando immagini satellitari e video amatoriali che mostrano colonne di fumo e momenti di panico tra i civili.
Difficoltà nelle verifiche e nella narrativa ufficiale
Finora, l’esercito israeliano non ha rilasciato commenti ufficiali sull’episodio specifico sul sentiero. In situazioni analoghe, Gerusalemme ha in passato difeso le proprie azioni sostenendo di colpire obiettivi legittimi legati a Hamas, tunnel sotterranei, depositi d’armi o postazioni militari nascoste tra aree civili.
Tuttavia, l’immediata concomitanza con l’annuncio di un cessate il fuoco rafforza lo scetticismo di osservatori e analisti, che vi vedono la possibilità di “fuoco residuale” non coordinato, ritardi nelle catene di comando, o addirittura operazioni deliberate tese a mantenere la pressione sul fronte palestinese.
Le autorità palestinesi, in particolare nella Striscia di Gaza sotto il controllo di Hamas, hanno richiesto l’invio di osservatori internazionali e una inchiesta indipendente. Alcune ong hanno già chiesto che Israele renda conto dell’accaduto e compensi le vittime.
Il fragile equilibrio tra guerra e tregua
L’attacco di giovedì, se confermato nei dettagli, rappresenterebbe un chiaro segnale della fragilità intrinseca in ogni cessate il fuoco nel conflitto israelo‑palestinese. Le troppe violazioni, la densità di combattenti nascosti tra civili, e la mancanza di canali di controllo efficaci rendono ogni tregua un momento provvisorio di tregua tecnica più che una vera pace.
A Deir al‑Balah, l’esperienza insegna che anche zone fino a quel momento “protette” non possono assicurare immunità agli attacchi. Le famiglie continuano a vivere con la paura, i soccorsi avanzano a rilento, e il confine tra sicurezza e emozione, tra tregua e bombardamento, resta tremolante e precario.
Conclusione
Giovedì, nel momento in cui alcuni mediatori internazionali annunciavano speranze di tregua a Gaza, i carri armati israeliani avrebbero sparato su un sentiero affollato vicino a Deir al‑Balah, colpendo civili che si muovevano per ragioni quotidiane. L’episodio evidenzia la persistente discrepanza fra le dichiarazioni dei governi e la realtà sul terreno, dove la guerra continua nelle sue forme più drammatiche.
Affinché un cessate il fuoco diventi cambiamento reale e non solo slogan, occorrerebbero monitoraggi indipendenti, sanzioni per le violazioni e impegni vincolanti da entrambe le parti. Al momento, però, Gaza resta una terra dove ogni tregua è sospetta, ogni giorno di pace è fragile, e ogni sparo può essere fatale.
Articoli correlati sull’attuale conflitto
apnews.com
Israel and Hamas launch indirect talks in Egypt on eve of Gaza war anniversary
5 giorni fa
theguardian.com
Israel launches air and ground offensive on Deir al-Balah in central Gaza
21 lug 2025
Reuters
WHO says Israeli military attacked staff residence in Gaza
22 lug 2025











