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Delitto di Garlasco, gli investigatori si concentrano sulle intercettazioni e il ruolo dei magistrati nel 2017: frasi non trascritte o trattate con superficialità

Pavia, 30 ottobre 2025 – Vent’anni dopo il delitto di Chiara Poggi, il caso di Garlasco torna prepotentemente alla ribalta con nuovi elementi che sollevano domande scomode sullo svolgimento delle indagini del 2017, in particolare sulle intercettazioni ambientali e sul comportamento dei magistrati che guidavano l’inchiesta. Alla base delle nuove attenzioni, iscritti nel fascicolo della Procura di Brescia, vi sono frasi importanti che furono o trascritte male, oppure omesse del tutto, e sospetti finanziari collegati al processo di archiviazione dell’indagato Andrea Sempio.

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Le intercettazioni: riascolti, omissioni, trascrizioni imprecise

Nel 2017 Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara Poggi, venne indagato nell’ambito di un fascicolo aperto dopo una perizia genetica presentata dalla difesa di Alberto Stasi, che sosteneva che il DNA trovato sotto le unghie della vittima potesse appartenere a Sempio. La Sicilia+3Wikipedia+3TPI+3

Fu avviata un’attività di intercettazioni ambientali e telefoniche della durata di pochi giorni (circa quindici), con decine e decine di file audio depositati nel fascicolo. La Sicilia+2mowmag.com+2 Ora, nel 2025, la Procura di Pavia, insieme agli investigatori della Procura di Brescia, ha disposto il riascolto integrale di quegli audio (oltre 800 file), affidato al Nucleo investigativo dei Carabinieri di Milano, per verificare la coerenza delle trascrizioni e individuare frasi che al tempo erano state considerate irrilevanti o trascurate. Newsroom Italia+3TPI+3La Sicilia+3

Hanno già fatto discutere alcuni passaggi:

  • L’intercettazione ambientale n. 84, registrata subito dopo l’interrogatorio del 10 febbraio 2017, in cui Sempio parla con suo padre Giuseppe riferendo: “A parte che erano dalla nostra, perché mi han fatto alcune domande, che io ho capito perché me le facevano. Però non gli ho dato, diciamo, la risposta… perfetta.” TPI+2Newsroom Italia+2 Nella trascrizione originaria, invece, l’espressione era resa in maniera diversa, su cui grava l’interpretazione: “A parte che mi han fatto alcune domande, che non pensavo che mi facevano, non gli ho dato una risposta perfetta”. TPI+1

  • Un’altra parte della conversazione, sempre tra padre e figlio dopo l’interrogatorio, che nelle versioni originali si interrompeva prima, omettendo una frase a bassa voce di Sempio: “però si vedeva che mi ha fatto domande che… inerenti a quello… sul… cioè comunque secondo me erano abbastanza dalla mia.” In altre versioni, quel passaggio era troncato o omesso. mowmag.com+3TPI+3Newsroom Italia+3

  • Un’intercettazione ambientale in cui il padre Giuseppe Sempio parla della necessità di “pagare quei signori lì” con modalità non tracciabili. Questa frase non risulta in alcune trascrizioni originarie o è male riportata. La Provincia Pavese+2Il Giorno+2

Queste lacune non sono soltanto errori formali: in più casi si tratta di frasi che, se confermate e correttamente interpretate, potrebbero influenzare la ricostruzione dei fatti, il sospetto di favori o pressioni, la possibilità che qualcuno fosse “informato in anticipo” sulle domande che sarebbero state poste nell’interrogatorio. Il Giorno+3La Provincia Pavese+3Newsroom Italia+3


Il ruolo dei magistrati nel 2017: archiviazione, superficialità o altro?

Non solo le trascrizioni: il nuovo filone investigativo punta il dito su atti, decisioni e comportamenti dei magistrati dell’epoca: in particolare l’ex procuratore aggiunto di Pavia, Mario Venditti, e altri membri della squadra che condusse l’indagine. Ecco i punti più rilevanti:

  1. Archiviazione rapida
    Il procedimento a carico di Andrea Sempio nel 2017 si concluse con l’archiviazione del fascicolo su richiesta dei pm dell’epoca, accolta dal Gip. TGCOM24+2La Sicilia+2 Si contesta oggi che quell’archiviazione possa essere stata favorita da decisioni prese frettolosamente, con omissioni investigative, senza approfondimenti sufficienti. La Stampa+2La Provincia Pavese+2

  2. Scarsa o nulla trasparenza nella trascrizione
    Le frasi delicate (“pagare quei signori”, “dalla nostra parte”, “vogliono finirla in fretta”, ecc.) che emergono oggi sono state trascritte in modo approssimativo, o non trascritte, oppure omesse nei fascicoli accessibili agli indagati e alla difesa. La Sicilia+3TPI+3La Provincia Pavese+3

  3. Mancanza di verifiche bancarie
    I pm che oggi indagano notano che ai tempi non furono compiute verifiche bancarie o finanziarie necessarie per comprendere la provenienza o la destinazione dei sospetti pagamenti riferiti nelle intercettazioni (“pagare quei signori lì”). Transazioni sospette sono emerse soltanto ora: assegni per circa 43.000 euro dalle zie paterne di Andrea Sempio al padre Giuseppe, e prelievi in contanti per 35.000 euro in un lasso di tempo compatibile con l’indagine. La Provincia Pavese+1

  4. Possibile conoscenza anticipata delle domande di interrogatorio
    Un elemento allarmante riportato nel nuovo decreto della Procura di Brescia è che Andrea Sempio, già il giorno prima dell’interrogatorio fissato per il 10 febbraio 2017, potesse essere stato informato da qualcuno (“ti chiederà le cose che sono state depositate …”) delle domande che gli sarebbero state rivolte. La Provincia Pavese+1 Se confermato, questo indicherebbe una fuga o scambio di informazioni che avrebbe minato la spontaneità dell’interrogatorio.

  5. Durata irrilevante o sospetta dell’interrogatorio
    Si segnala come l’interrogatorio sia durato un tempo molto limitato per un’indagine che avrebbe dovuto coprire aspetti complessi (interrogazioni sul DNA, alibi, reperti, scontrino del parcheggio di Vigevano, localizzazione del cellulare). Alcune procedure operative appaiono svolte in modo affrettato o con ritardi inspiegabili (ad esempio, nella notifica a Sempio, o nelle comunicazioni interne). La Stampa+1


Implicazioni giudiziarie e processuali

Le lacune delle trascrizioni e i sospetti sul ruolo dei magistrati hanno fatto riaprire il caso sotto altri profili:

  • La Procura di Brescia ha iscritto nel registro degli indagati l’ex procuratore aggiunto di Pavia, Mario Venditti, con l’ipotesi di corruzione in atti giudiziari, per aver secondo l’accusa – ricevuto somme dalla famiglia Sempio allo scopo di favorire l’archiviazione del procedimento nei suoi confronti. La Provincia Pavese+1

  • Sono in corso verifiche finanziarie volte a capire se i pagamenti sospetti possano essere giustificati o se siano legati a tentativi di influenzare l’atto dell’archiviazione. La Provincia Pavese+1

  • Si studia inoltre perché certe intercettazioni non furono consegnate alla difesa o alla controparte (nel caso delle parti offese) o perché non furono integrate correttamente nei fascicoli processuali. La Sicilia+1


Dubbi, critiche e l’altra faccia della medaglia

Naturalmente, le difese coinvolte  quella di Sempio in primis, ma anche la famiglia di Stasi – muovono critiche e avvertono pericoli di processi sommari mediatici. Per alcuni questi nuovi elementi potrebbero essere suggestivi ma non provati. È importante sottolineare:

  • Gli audio riascoltati non sono stati tutti resi pubblici, né disponibili integralmente alle parti offese nel 2017. La Sicilia+1

  • Alcune frasi riportate come “gravi” potrebbero dipendere da sfumature, contesti o incomprensioni dovute alla qualità della registrazione e all’interpretazione. Un trascrittore può fraintendere toni, intensità o il linguaggio colloquiale.

  • Anche se certe omissioni appaiono inspiegabili, non è chiaro al momento se esistesse una volontà dolosa di insabbiare oppure se si tratti di errori o superficialità. La valutazione dipenderà dal risultato delle indagini in corso, delle perizie audio‑forensi, delle verifiche bancarie.


Perché oggi?

Le nuove indagini si inseriscono in un contesto più ampio: il caso Garlasco è diventato nel tempo un simbolo di giustizia potenzialmente malfatta, più che la semplice vicenda di un delitto. Il fatto che alcuni magistrati, ex carabinieri e altri funzionari del distretto di Pavia siano oggi sotto la lente per possibili scorrettezze, favori, o omissioni professionali è parte di un più generale filone investigativo che la Procura di Brescia ha denominato “Sistema Pavia”. TGCOM24+2La Stampa+2

C’è anche una crescente consapevolezza che le intercettazioni non siano solo strumenti tecnici ma che, nel loro uso, trascrizione, deposito e valutazione, possono cambiare il senso di un’indagine se gestite male. Molti osservatori sostengono che il caso Garlasco stia diventando, ancora una volta, un banco di prova per la credibilità del sistema giudiziario italiano.

Le indagini del 2017 sul delitto di Garlasco appaiono oggi attraversate da zone d’ombra: frasi mancanti o mal trascritte, possibili contatti informali, sospetti movimenti finanziari, presenza di atti di archiviazione accelerati. Se queste discrepanze si confermeranno, potrebbero emergere responsabilità non solo individuali ma sistemiche, relative a come la giustizia ha gestito il caso nel momento in cui nuove piste, nuovi sospetti e nuove analisi (come quella genetica) avrebbero richiesto la massima cura.

Fino a che punto quei magistrati del 2017 agirono con superficialità? Fino a che punto qualcuno  per ragioni varie  volle che si archivi prima che certe domande, certi sospetti, certe conversazioni fossero veramente scandagliate? Il riascolto e la trascrizione integrale dei file audio, le verifiche bancarie, la comparazione con gli atti originali sono ora al centro di un’indagine che potrebbe cambiare la narrazione consolidata su uno dei casi di cronaca italiana più discussi dell’ultimo ventennio.


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