Advertisement

Il ministro degli Esteri russo Lavrov: “Israele è stato creato mentre la Palestina no” 


Nel panorama diplomatico internazionale, le dichiarazioni del Ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, tornano a suscitare scalpore e dibattito acceso. In un passaggio particolarmente incisivo del suo ragionamento sui conflitti mediorientali, Lavrov ha affermato che “Israele è stato creato mentre la Palestina no”, utilizzando questa formulazione come leva retorica per sostenere la legittimità  secondo lui rimasta incompiuta  della causa palestinese.

Advertisement

Contesto e dichiarazioni

Le parole di Lavrov sono state pronunciate in un contesto politico-filosofico più ampio, volto a denunciare quella che il ministro chiama la “mancata attuazione” dei diritti dei palestinesi. Secondo quanto riportato da fonti russe, Lavrov ha sostenuto che la comunità internazionale ha agito con tempistiche e scelte diverse nei confronti del progetto sionista — culminato con la nascita dello Stato d’Israele  rispetto alla questione palestinese, la quale, nel suo giudizio, è stata sistematicamente rinviata. Sputnik International+2alquds.com+2

Lavrov ha indicato come “decisivo” il ruolo di risoluzioni ONU e trattati storici che, nel suo ragionamento, avrebbero dovuto sancire anche la nascita della Palestina statuale, ma che sono rimasti “lettera morta”. In particolare, ha richiamato le decisioni assunte settantacinque anni fa (in epoca del mandato britannico su Palestina) come basi legali teoriche per la proclamazione di uno Stato arabo accanto a Israele, mai pienamente realizzato. alquds.com+2TASS+2

Secondo Lavrov, la contraddizione sta nel fatto che mentre Israele ha potuto organizzarsi come Stato riconosciuto internazionalmente, la Palestina  pur riconosciuta da molte nazioni e organizzazioni internazionali  non ha ancora il pieno controllo del suo territorio né una sovranità effettiva. In questa visione, il “non essere creato” della Palestina è visto come un vulnus storico, una “incompiuta” politica.

Analisi storica e controdati

Se da un punto di vista diplomático la frase è potente come simbolo, sul piano storico necessita di un’analisi critica. È vero che l’ONU approvò nel 1947 il Piano di partizione della Palestina in due Stati (ebreo e arabo) più uno status speciale per Gerusalemme (risoluzione 181 dell’Assemblea Generale), ma quello statuto non è mai stato pienamente applicato in tutte le sue parti.

L’Israele moderno dichiarò l’indipendenza nel 1948, e ottenne rapidamente riconoscimenti internazionali e adesione da parte di numerose Nazioni. La Palestina, invece, non è mai divenuta uno Stato pienamente sovrano con controllo totale sui territori di Gaza e Cisgiordania. Certo, esistono autorità palestinesi  come l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (PLO) e l’Autorità Palestinese  e molti Paesi riconoscono la “Stato di Palestina” sulle linee del 1967 con Gerusalemme Est come capitale, ma le condizioni materiali restano delimitate da conflitti, occupazioni e contenziosi territoriali.

Inoltre, alcune critiche storiche mettono in luce che l’identità nazionale palestinese, come quella di molti Stati-nazione moderni, si è consolidata nel corso del XX secolo. Non è corretto dunque interpretare il “non essere creato” come assenza totale: è piuttosto una questione di realizzazione politica e giuridica effettiva.

Implicazioni diplomatiche e reazioni

La dichiarazione di Lavrov assume valore non soltanto retorico, ma politico. Essa intende spingere la comunità internazionale a riconsiderare la questione palestinese con più urgenza, mettendo pressione sui paesi occidentali affinché riconoscano pienamente lo Stato palestinese e sostengano negoziati duraturi. In vari interventi, Lavrov ha ripetuto che non accetterà accordi che garantiscano la sicurezza di Israele ma non prevedano anche la creazione della Palestina. Anadolu Ajansı+3alquds.com+3Al Jazeera+3

Da parte israeliana, dichiarazioni del genere vengono spesso interpretate come revisionismo storico o come una sfida legittimità dello Stato ebraico. Alcuni commentatori vedono nella frase “Israele è stato creato mentre la Palestina no” un intento propagandistico russo di rafforzare il proprio ruolo mediatore nei conflitti arabo‑israeliani e di guadagnare credito nei paesi arabi.

La reazione diplomatica è dibattuta: sebbene alcuni Stati e media arabi possano accogliere favorevolmente la retorica russa, per molti partner occidentali queste affermazioni sono percepite come eccessive o parziali.

L’affermazione di Sergej Lavrov “Israele è stato creato mentre la Palestina no”  è una provocazione diplomatica che mira a polarizzare il dibattito sul riconoscimento dello Stato palestinese e sul doppio standard percepito nei processi di creazione degli Stati nel XX secolo. Pur avendo basi storiche e giuridiche complesse, tale frase rischia di semplificare una vicenda delicata e controversa.

Resta tuttavia il fatto che, nel panorama contemporaneo, la questione palestinese continua a rappresentare una ferita aperta nella diplomazia mondiale: la sua “creazione”, se mai verrà realizzata appieno, sarà tanto un atto politico quanto un simbolo di riequilibrio per molti. Le parole di Lavrov non mutano da sole le realtà sul terreno, ma contribuiscono al discorso internazionale  e per questo meritano attenzione critica e storica.

FOTO Al Jazeera

Informazione equidistante ed imparziale, che offre voce a tutte le fonti di informazione

Advertisement
Articolo precedenteTHE KITE: il cortometraggio subacqueo sulla Palestina di Andrea Boretti vince l’Y-40 Film Festival 2025
Articolo successivoDelitto di Garlasco, gli investigatori si concentrano sulle intercettazioni e il ruolo dei magistrati nel 2017

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui