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Il supermercato è una macchina psicologica per svuotarti il portafogli e farti credere di aver fatto buoni affari
 Tecniche di marketing, layout studiati al millimetro e strategie persuasive: come i supermercati guidano le nostre decisioni d’acquisto senza che ce ne accorgiamo

Entriamo al supermercato con una lista della spesa di cinque articoli. Usciamo con tre sacchetti pieni, una spesa di 80 euro e la vaga sensazione di aver fatto “buoni affari”. Ma siamo sicuri sia davvero così?

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Dietro l’esperienza apparentemente banale della spesa settimanale si nasconde una vera e propria macchina psicologica costruita per indurre all’acquisto impulsivo, manipolare le scelte e, in ultima analisi, svuotare il portafogli del consumatore medio, facendogli credere di aver risparmiato. In questo articolo analizzeremo in profondità le strategie usate dai supermercati per condizionare i nostri comportamenti, e perché spesso la convenienza è solo un’illusione ben confezionata.


Un mondo progettato per vendere

Nulla, all’interno di un supermercato, è lasciato al caso. A partire dal layout, tutto è progettato per massimizzare il tempo di permanenza del cliente tra gli scaffali, aumentando la probabilità che acquisti più del previsto. Prodotti di prima necessità – come pane, latte e uova – vengono posizionati nei punti più lontani dall’ingresso, costringendo il cliente a percorrere tutto il negozio e, nel frattempo, esporlo a decine di stimoli visivi.

Il paradosso della scelta gioca un ruolo chiave: più opzioni abbiamo, più tempo restiamo davanti allo scaffale, e più siamo portati a comprare. Uno yogurt alla fragola? Ce ne sono 12 tipi. Ogni confronto aumenta il rischio di acquisto impulsivo.


Musica, luci e profumi: i sensi come strumenti di marketing

Non solo vista: i supermercati colpiscono anche gli altri sensi per condizionare l’umore e il comportamento d’acquisto. Musica rilassante, spesso in tonalità lente, rallenta il passo del cliente. Più si cammina lentamente, più si guarda, si prende in mano, si valuta. Risultato? Si spende di più.

Allo stesso modo, i profumi sono veicolati strategicamente: l’aroma del pane appena sfornato o del pollo allo spiedo non è sempre il risultato della cottura in loco. Talvolta si tratta di diffusori posizionati ad arte per stimolare l’appetito e spingere ad acquistare anche se non si aveva intenzione di farlo.


Il trucco dei prezzi: la psicologia del “9”

Un classico intramontabile del marketing è il prezzo che termina in “,99”. Pagare 2,99 euro anziché 3,00 ha un impatto psicologico significativo. Il cervello legge la cifra da sinistra a destra: percepisce il 2, non il 3, e lo interpreta come un prezzo significativamente più basso, anche se si tratta di un solo centesimo.

Altre strategie includono i finti sconti: prezzi “barrati” con accanto una nuova cifra in rosso, che spesso rappresenta il prezzo normale del prodotto o una minima riduzione. Ma il solo atto visivo del barrato + rosso innesca un senso di urgenza, spingendo all’acquisto per non “perdere l’occasione”.


Le “offerte” che non convengono

Il concetto di convenienza è una delle armi più potenti nei supermercati. Ma quanto è reale? Molti dei prodotti “in offerta” sono in realtà venduti al prezzo standard, o appena scontati, ma inseriti in contesti grafici accattivanti – etichette gialle, scritte maiuscole, frecce e bollini  che comunicano urgenza e risparmio.

Inoltre, promozioni come “3×2” o “secondo prodotto al -50%” funzionano perché spingono il consumatore ad acquistare quantità maggiori di quanto serva realmente. Risultato: si spende di più, si consuma di più, e spesso si butta via quello che non si riesce a consumare in tempo.


Prodotti civetta e percorsi obbligati

Un’altra tecnica molto efficace è l’uso del cosiddetto prodotto civetta: un articolo molto conosciuto e fortemente scontato, usato per attirare il cliente. L’obiettivo non è guadagnare su quel prodotto, ma attirarti in negozio, sapendo che molto probabilmente comprerai anche altri articoli a prezzo pieno.

A questo si aggiungono i percorsi guidati, visibili soprattutto nei supermercati più grandi o nei discount. Le corsie sono organizzate in modo da costringere il consumatore a passare da reparti secondari  come giocattoli, dolci o oggettistica  prima di arrivare al necessario. Una tecnica che sfrutta l’esposizione ripetuta per generare desiderio.


I bambini? Sono clienti perfetti

Molti genitori avranno notato come i prodotti più richiesti dai bambini  cereali zuccherati, snack, giocattolini  siano posizionati all’altezza degli occhi dei più piccoli. Non è un caso: i bambini sono consumatori influenzabili, capaci di esercitare una forte pressione sui genitori (“mamma, me lo compri?”).

Anche i carrelli più piccoli e colorati sono pensati per loro, per farli sentire coinvolti e alimentare l’idea che anche loro partecipino all’atto d’acquisto. Il risultato? Più prodotti “extra” finiscono nel carrello.


La zona casse: l’ultima tentazione

Anche quando si è in fila per pagare, il supermercato non smette di vendere. L’area casse è una zona strategica, progettata per gli ultimi acquisti impulsivi. Caramelle, chewing gum, pile, rasoi, riviste: piccoli articoli a basso costo, che non richiedono riflessione, ma che aumentano il totale finale dello scontrino.

Questi acquisti sono spesso dettati dalla noia dell’attesa o dalla semplice esposizione visiva. Un classico esempio di micro-acquisti non pianificati che, sommati, possono incidere significativamente sulla spesa mensile.


Come difendersi? Qualche strategia utile

Se tutto è studiato per farci spendere di più, è possibile difendersi? Sì, ma serve consapevolezza. Ecco alcune semplici contromisure:

  • Andare a fare la spesa a stomaco pieno: riduce l’impulso di acquistare cibo extra.

  • Seguire una lista scritta e attenersi il più possibile.

  • Evitare i carrelli grandi: ci sembrano “vuoti” anche quando contengono già abbastanza.

  • Confrontare i prezzi al chilo/litro e non solo il prezzo finale.

  • Diffidare degli sconti troppo evidenti: verificare sempre il prezzo normale.

  • Fare attenzione al posizionamento dei prodotti: quelli più convenienti sono spesso in basso o in alto, mai a livello occhi.

Il supermercato moderno è molto più di un semplice punto vendita. È un ambiente costruito scientificamente per orientare il comportamento del consumatore, sfruttando psicologia, neuroscienze e marketing comportamentale. Farci credere di aver fatto un buon affare  anche quando non è così  è parte integrante del meccanismo.

Essere consapevoli di queste dinamiche è il primo passo per diventare consumatori più attenti, risparmiare davvero e non cadere nelle trappole del marketing. Perché, in fondo, il miglior affare è quello che ci fa spendere meno, non quello che ci fa credere di aver risparmiato.

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