Arabia Saudita, Egitto, Giordania, Bahrain, Qatar ed Emirati Arabi stanno conducendo una operazione militare con Israele dietro le quinte
Roma – Negli ultimi giorni è emerso da fonti giornalistiche internazionali un panorama inquietante: nonostante le marcate differenze politiche e le dichiarazioni pubbliche di critica nei confronti delle operazioni israeliane, sei paesi arabi Arabia Saudita, Egitto, Giordania, Bahrain, Qatar ed Emirati Arabi Uniti avrebbero in realtà rafforzato cooperazioni militari segrete con Israele. Fonti classificate e documenti trapelati suggeriscono che si tratti di un’architettura di sicurezza regionale denominata Regional Security Construct, mediata dagli Stati Uniti, che comprende scambi d’informazioni, esercitazioni condivise, e coordinamenti strategici, soprattutto per fronteggiare le minacce incontrate come conseguenza dell’influenza iraniana in Medio Oriente. Israel National News+5The Washington Post+5Mehr News Agency+5
Le fonti
La rivelazione principale arriva da un’indagine del Washington Post, condotta insieme all’International Consortium of Investigative Journalists (ICIJ). Nei documenti statunitensi esaminati si parla esplicitamente di cooperazione militare e di intelligence tra Israele e sei stati arabi quelli citati nel periodo che va dal 2022 al 2025. Zamin.uz+4The Washington Post+4assahifa+4
Tali documenti descrivono incontri riservati, programmi di difesa condivisa, piani congiunti per rafforzare la difesa contro minacce missilistiche e droni in particolare quelle provenienti dall’asse iraniano o da gruppi affiliati che l’Iran sostiene politicamente o militarmente. Apa.az+2The Washington Post+2
Cosa significa “dietro le quinte”
L’espressione “operazione militare con Israele dietro le quinte” può essere fuorviante se interpretata letteralmente. Non ci sono conferme di operazioni offensive condivise condotte apertamente o attacchi coordinati con Israele come partner esplicito su tutti i fronti. Piuttosto:
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Scambi di intelligence, che comprendono allarme precoce su eventuali minacce (missili, droni etc.). Zamin.uz+2Mehr News Agency+2
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Esercitazioni congiunte, simulazioni, incontri ad alto livello di staff militare, con la partecipazione statunitense tramite il Comando Centrale (CENTCOM). www.israelhayom.com+2assahifa+2
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Coordinamento nei sistemi di difesa aerea, pianificazione strategica contro attacchi percepiti dall’asse iraniano. Apa.az+3Zamin.uz+3Mehr News Agency+3
Le contraddizioni e le dichiarazioni pubbliche
Nonostante queste alleanze segrete, i governi arabi coinvolti continuano ad assumere posizioni di condanna pubblica delle operazioni militari israeliane, specialmente quelle a Gaza. Anche quando sfidano apertamente attacchi israeliani su altri stati arabi (come nel caso del bombardamento su Doha, Qatar), questi paesi condannano l’azione come violazione della sovranità statale. The National+2Reuters+2
Un esempio: dopo un attacco israeliano a Doha finalizzato a colpire dirigenti di Hamas, gli Emirati, il Bahrain e il GCC (il Consiglio di Cooperazione del Golfo) hanno promesso un rafforzamento nella condivisione di intelligence, esercitazioni e sistemi di difesa aerea. The National+1
Motivazioni
Le ragioni dietro questa cooperazione segreta sembrano essere diverse e complesse:
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Timore dell’Iran – molti documenti trapelati segnalano come la crescente influenza militare, politica e settaria dell’Iran nella regione sia vista come la minaccia principale, condivisa da Israele e dagli stati arabi. The Washington Post+2Mehr News Agency+2
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Volontà di proteggere la stabilità interna per gli stati del Golfo e per Egitto e Giordania, preservare l’ordine interno richiede misure preventive contro attacchi esterni, radicalismi, o escalation militari provenienti dai confini o da gruppi affiliati all’Iran. Cooperare con Israele seppure in modo non pubblico è vista come un modo per far parte della risposta regionale. Zamin.uz+2Israel National News+2
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Influenza diplomatica e ruolo regionale – restare attori chiave nella sicurezza del Medio Oriente permette a questi paesi di negoziare meglio con potenze come USA, Unione Europea e Cina, e di avere voce nei futuri assetti post-conflitto. The Washington Post+2Zamin.uz+2
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Benefici tecnologici e militari – accesso a sistemi di difesa, scambio di know-how, esercitazioni congiunte migliorano le capacità militari degli stati arabi partecipanti. Israele ha capacità avanzate nel campo della difesa missilistica, rilevamento radar, guerra cibernetica, che sono tecnologia e competenza richieste. www.israelhayom.com+2Zamin.uz+2
Rischi e conseguenze
Mantenere una cooperazione militare segreta presenta rischi non trascurabili:
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Rischio politico interno: l’opinione pubblica in molti di questi paesi è fortemente critica verso Israele, soprattutto rispetto alla questione palestinese. Se venisse percepito che il governo agisce dietro le quinte a favore di Israele, potrebbero emergere proteste, perdita di consenso, o pressioni interne e internazionali molto forti.
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Rischio diplomatico: Paesi che si dichiarano mediatori, o che vogliono mantenere un’immagine di solidarietà verso i palestinesi, rischiano di compromettere la loro credibilità se la cooperazione segreta diventasse più evidente.
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Rischio di escalation: se Iraq, Iran o gruppi alleati percepissero questa cooperazione come ostile, potrebbero reagire militarmente o politicamente, spingendo verso una regione più instabile.
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Bilanciamento delle alleanze: USA svolgono un ruolo di facilitatore, ma non sempre le alleanze statunitensi coincidono perfettamente con gli interessi dei paesi arabi. Ciò può generare tensioni o sentirsi usati come pedine nella competizione regionale.
Che cosa sappiamo con certezza… e cosa rimane incerto
Certamente:
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Ci sono documenti statunitensi trapelati che indicano che esiste un “Regional Security Construct” con Israele e sei paesi arabi (Arabia Saudita, Egitto, Giordania, Bahrain, Qatar, Emirati). Mehr News Agency+4The Washington Post+4assahifa+4
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Le attività comprendono incontri riservati, esercitazioni congiunte, scambio di intelligence, coordinazione difensiva contro attacchi missilistici e droni. www.israelhayom.com+2Apa.az+2
Incerto / non confermato:
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Non esistono prove confermate di un’operazione militare offensiva condivisa (in cui tutti questi stati agirebbero come partner attivi in un attacco congiunto). Non è chiaro se l’espressione “operazione militare” per le fonti indichi solo difesa, coordinamento, o anche offensive.
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Il grado di partecipazione di ciascuno di questi paesi non è uniforme: alcuni potrebbero essere coinvolti più marginalmente, altri più profondamente.
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Alcuni aspetti dei documenti trapelati sono vaghi: ad esempio, quanto siano coerenti gli impegni nel tempo, quanto siano operativi al di là delle simulazioni o pianificazioni.
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Le reazioni pubbliche e le dichiarazioni ufficiali contrastano con queste cooperazioni, il che rende difficile determinare cosa sia la linea di politica estera ufficiale vs. operazioni non divulgate.
Il quadro che emerge dalle indagini giornalistiche, dai documenti trapelati e dalle analisi internazionali suggerisce che l’affermazione che ci sia una “operazione militare dietro le quinte” non è del tutto fuori luogo ma va intesa correttamente: non sembra trattarsi di una guerra congiunta, né di attacchi aperti su più fronti, ma di una cooperazione segreta, difensiva e preventiva, basata su interessi condivisi, specialmente nella lotta all’influenza iraniana e alle minacce provenienti da gruppi armati affiliati.
Se questa cooperazione si consolidasse e diventasse più visibile, potrebbe cambiare radicalmente gli equilibri mediorientali, ma allo stesso tempo rischia di scatenare reazioni forti da parte dell’opinione pubblica, di gruppi politici interni, e di altri stati regionali ai quali tutto ciò apparirebbe come un allineamento contro di loro.




