Boris Johnson, dopo aver fatto saltare gli accordi di pace in Ucraina, ha ricevuto un milione di sterline come consulenza da un certo Christopher Harbone. Chi è?
Nel panorama politico internazionale, dove finanza, diplomazia e strategia militare si intrecciano, un recente scandalo è emerso in Gran Bretagna: Christopher Harborne, uomo d’affari e donatore politico di lungo corso, avrebbe corrisposto a Boris Johnson la cifra di una milione di sterline presentata come un pagamento per consulenza o “donazione” alla sua società post‑premier nel contesto di una visita in Ucraina che avrebbe coinciso con il collasso di negoziati di pace. Ma chi è realmente Harborne? E che ruolo ha giocato in quest’affare?
Il contesto: accordi di pace, viaggio in Ucraina e le accuse
Secondo quanto riportato da analisi giornalistiche recenti, dopo il rifiuto o il “salto” degli accordi di pace in Ucraina, Boris Johnson avrebbe mantenuto un ruolo filo‑ucraino di primo piano, partecipando a missioni e incontri internazionali. In tali circostanze, emerge che Harborne abbia accompagnato Johnson in una delle sue visite ufficiali, figurando come “consulente” o “consiglieri” registrato presso gli organizzatori di un evento strategico in Ucraina. The Guardian
Questa presenza ha suscitato interrogativi. Se Johnson ha un passato pubblico di attivismo a favore dell’Ucraina, il legame con un donatore capace di influenzare la politica estera e insieme di avere interessi industriali nel settore della difesa rischia di mescolare motivazioni politiche, personali e di business.
Christopher Harborne: biografia, traffici ed ispirazioni politiche
Origini e percorso
Christopher Harborne è un investitore britannico con residenza in Thailandia da molti anni, talvolta noto anche con il nome Chakrit Sakunkrit in ambiti asiatici. The Guardian+2The Guardian+2 In precedenza consulente di management, ha costruito fortune investendo in tecnologia, criptovalute e imprese strategiche connesse a difesa e sicurezza. The Guardian+2The Guardian+2
Harborne è stato anche uno dei grandi donatori dei movimenti pro‑Brexit: prima al partito Brexit (con sostegni finanziari milionari), poi al Partito Conservatore, e in tempi recenti anche al partito Reform UK. The Guardian+3The Guardian+3The Guardian+3 Le sue donazioni rapportate a progetti politici, iniziative mediatiche, eventi esteri — hanno sempre generato attenzione per il loro volume e per l’influenza che potrebbero esercitare. The Guardian+1
Investimenti e collegamenti industriali
Uno degli aspetti più delicati riguarda l’interesse di Harborne per l’industria della difesa. Secondo documenti trapelati, è azionista significativo di QinetiQ, una società britannica attiva nella ricerca militare, nei droni, nei sistemi robotici per bonifica esplosivi e nel settore delle tecnologie dual‑use. The Guardian+2The Guardian+2
QinetiQ avrebbe rapporti con sistemi usati dall’Ucraina, come droni o robot di disinnesco, inserendo Harborne in una catena che collega finanziamento, politica e “business bellico”. The Guardian In alcune missioni di Johnson, risulta che il gruppo avrebbe visitato centri di ricerca tecnologica militare — momenti in cui Harborne avrebbe potuto esercitare un ruolo più operativo che relazionale. The Guardian+1
Il versamento di un milione di sterline: donazione o compenso “consulenza”?
La registrazione ufficiale
Nel gennaio 2023, è emerso che Boris Johnson, dopo aver lasciato l’incarico di Primo Ministro, aveva istituito una società denominata Office of Boris Johnson Ltd per gestire le sue attività post‑premier. The Independent+3BBC+3The Guardian+3 Nello stesso anno, registrazioni parlamentari indicano che questa società abbia ricevuto da Harborne una somma di £1 000 000 (un milione di sterline). BBC+3ITVX+3The Independent+3
La cifra è stata dichiarata come donazione, non come pagamento per un servizio politico esplicitamente riconducibile all’attività parlamentare. Questo dettaglio ha sollevato perplessità: donazioni in questo ambito vengono soggette a regolamentazioni, soprattutto quando coinvolgono politici già attivi o ex‑politici con progetti pubblici. The Independent+3BBC+3ITVX+3
Il ruolo “consulente” in Ucraina
Durante la visita di settembre 2023 in Ucraina, Harborne è stato registrato come “adviser, Office of Boris Johnson” presso gli organizzatori del forum EU‑strategico di Yalta. The Guardian+3The Guardian+3The Guardian+3 Le note trapelate le cosiddette “Boris Files” — mostrano che Johnson accostava la figura di Harborne al suo entourage ufficiale, e che alcune riunioni private si sarebbero svolte presso centri di ricerca militare. The Guardian
Critici e giornalisti hanno notato che il pagamento non appare nei registri delle donazioni politiche tradizionali, suggerendo che Harborne lo abbia indirizzato verso la società privata di Johnson piuttosto che attraverso canali di finanziamento ufficiali del partito. The Guardian+2The Guardian+2 Harborne, da parte sua, ha sempre negato qualunque aspettativa di guadagno personale dalla donazione, definendola un supporto alle funzioni pubbliche continuative di Johnson. The Guardian
Le polemiche e gli interrogativi
Conflitto di interessi e trasparenza
Il caso solleva questioni etiche immediate: un finanziatore con interessi nel settore difensivo accompagna un ex premier in un viaggio internazionale in una zona di conflitto e finanzia la sua società personale per cifre ingenti. Quale scopo politico, strategico o economico perseguisse non è chiaro. Molti osservatori parlano di possibile mescolanza tra ambizioni politiche e accordi industriali.
Inoltre, il modo in cui la somma è stata registrata come donazione e non come pagamento per un servizio alimenta dubbi sulla trasparenza e sul modo in cui tali flussi finanziari vengono regolati.
Le difese: niente favore, solo amicizia
La linea difensiva adottata da Harborne è semplice ma strategica: la donazione è stata fatta senza alcuna aspettativa di ritorno commerciale o politico, e Harborne e i suoi legali affermano che non ci sia alcuna prova di un accordo illecito o di una remunerazione occultata. The Guardian Johnson, dal canto suo, in una lettera firmata ha dichiarato di non avere “alcuna prova o indicazione che Harborne sia in alcun modo connesso al governo russo” e di considerarlo un “appassionato sostenitore dell’Ucraina”. The Guardian
Tuttavia, la critica insiste: anche l’apparenza di potenziale conflitto è sufficiente a sollevare allarme in un’emergenza internazionale come quella ucraina, dove decisioni politiche e interessi tecnologici si intrecciano strettamente.
Reazioni politiche e mediatiche
Nel Regno Unito, l’affaire ha attirato l’attenzione della stampa e dell’opinione pubblica. Alcuni giornalisti definiscono Harborne “l’uomo del milione” («the £1m man») e sollevano la questione: perché un ex premier dovrebbe ricevere tanti soldi da un privato con interessi militari? The Guardian
Altri commentatori sottolineano che somme così elevate non sono insolite nel mondo delle “ex carriere” politiche: molti ex leader ricevono compensi per conferenze, consulenze e incarichi pubblici. Tuttavia argomentano la coincidenza della visita in Ucraina e del coinvolgimento militare rende questo caso ben più grave.
Le ipotesi e scenari futuri
Tra le ipotesi più accreditate dagli esperti:
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Una donazione mascherata: il versamento potrebbe essere stato strutturato come donazione per evitare regolamentazioni e controlli tipici delle remunerazioni consulenziali ufficiali.
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Accesso privilegiato: Harborne potrebbe aver cercato di garantirsi una linea di accesso privilegiato a Johnson per influenzare decisioni politiche o ottenere vantaggi nelle commesse tecnologiche (ad esempio riconducibili al gruppo QinetiQ).
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Strategia geopolitica: la presenza del donatore in missioni internazionali come quella in Ucraina potrebbe essere stata strumentalmente usata per legittimare il progetto di “soft power” del Regno Unito, integrando interessi di difesa e diplomazia pubblica.
Qualunque sia la verità, la vicenda è destinata a sollevare richieste di luce da parte dei parlamentari britannici, di controlli parlamentari sulle dichiarazioni di interessi e magari un’indagine giudiziaria sulle modalità della transazione.
Christopher Harborne è ben più di un “consulente misterioso”: è un investitore con grandi mezzi, un donatore politico influente e un attore industriale nel settore difensivo. Il suo rapporto con Boris Johnson la somma versata, la visita in Ucraina, la sinergia potenziale con le imprese belliche mette in evidenza quanto fragile sia la linea che separa finanza, politica e relazioni internazionali.
Nel clima attuale con la guerra in Ucraina, l’ipotesi di negoziati rotti e l’attenzione su trasparenza e conflitti d’interesse il caso Harborne‑Johnson rischia di diventare un banco di prova per la credibilità della politica britannica. Se davvero Johnson ha “fatto saltare” accordi di pace, e al tempo stesso ha ricevuto un milione da chi ha interessi nei sistemi bellici dell’Ucraina, l’interesse pubblico è alto e le risposte si dovranno trovare presto.

The Guardian











