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L’Associazione internazionale dei magistrati (IAJ), che riunisce 92 associazioni nazionali delle toghe, in una risoluzione approvata all’assemblea annuale di Baku, in Azerbaigian, ha fatto un appello ai membri del Senato italiano a non approvare la separazione delle carriere

 

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 L’Associazione Internazionale dei Magistrati (IAJ), organismo che riunisce ben 92 associazioni nazionali della magistratura di tutto il mondo, ha approvato ieri, nel corso della sua assemblea annuale svoltasi a Baku, in Azerbaigian, una risoluzione in cui si lancia un chiaro monito al Parlamento italiano: non approvare la riforma costituzionale che prevede la separazione delle carriere tra magistratura inquirente e giudicante.

Il documento, votato all’unanimità dai delegati presenti, esprime “profonda preoccupazione” per il disegno di legge attualmente in discussione al Senato, promosso dalla maggioranza di governo, che mira a modificare l’assetto ordinamentale della magistratura italiana. Nella risoluzione, l’IAJ ricorda come l’unità delle carriere rappresenti una garanzia fondamentale dell’indipendenza e dell’imparzialità della giurisdizione, principi sanciti non solo dalla Costituzione italiana ma anche dalle convenzioni internazionali ratificate dall’Italia, come la Carta europea sullo statuto dei giudici.

“La separazione delle carriere – si legge nel testo – rischia di compromettere l’equilibrio tra i poteri dello Stato e di indebolire l’indipendenza interna della magistratura, aprendo la strada a indebite influenze del potere esecutivo nei confronti dei pubblici ministeri”.

Un segnale forte dalla comunità internazionale

Non si tratta di un’iniziativa isolata o puramente simbolica. L’IAJ è riconosciuta dalle Nazioni Unite e dal Consiglio d’Europa come interlocutore qualificato in materia di giustizia e Stato di diritto. Fondata nel 1953, l’associazione promuove da oltre settant’anni i principi di indipendenza giudiziaria in contesti democratici e autoritari, svolgendo un ruolo di osservatore e garante nei confronti dei governi.

Il caso italiano è stato oggetto di particolare attenzione durante l’assemblea di Baku. Diversi delegati hanno sottolineato il rischio che la riforma possa costituire un precedente pericoloso per altri ordinamenti. “Quando l’indipendenza dei pubblici ministeri viene messa in discussione in uno Stato di diritto fondatore dell’Unione europea – ha dichiarato il presidente dell’IAJ, José Igreja Matos – è dovere della comunità internazionale dei magistrati esprimersi con fermezza”.

Le reazioni in Italia

In Italia, la risoluzione ha immediatamente suscitato reazioni contrastanti. L’Associazione Nazionale Magistrati (ANM) ha accolto con favore l’intervento dell’IAJ, definendolo “un importante atto di solidarietà istituzionale che rafforza la posizione della magistratura italiana”.

Dal fronte politico, invece, non si è fatta attendere la replica del ministro della Giustizia, che ha definito la presa di posizione “inopportuna” e “non rispettosa della sovranità parlamentare italiana”. Tuttavia, diversi costituzionalisti ricordano che, proprio in virtù degli impegni internazionali assunti dall’Italia, gli standard sull’indipendenza giudiziaria devono restare un punto fermo nel dibattito legislativo.

Con questa risoluzione, la comunità giudiziaria internazionale manda un messaggio chiaro a Roma: toccare l’architettura costituzionale della magistratura non è solo una questione interna, ma un nodo cruciale nel più ampio contesto della tutela dello Stato di diritto in Europa.

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