Garlasco. Intanto la corruzione
Una nuova pagina si apre nel lungo e complesso filone dell’omicidio di Chiara Poggi, uccisa il 13 agosto 2007 nella villetta di via Pascoli a Garlasco. Al centro degli ultimi risvolti c’è la componente economica e processuale del caso: il padre di Andrea Sempio, già indagato per concorso nell’omicidio, è ora coinvolto non come uomo dell’azione, ma come soggetto al centro di un’indagine per corruzione in atti giudiziari che rischia di ridefinire dinamiche e responsabilità investigative e giudiziarie.
Le accuse e il nuovo filone d’indagine
Secondo la Procura della Repubblica di Brescia, l’ex procuratore capo di Pavia, Mario Venditti, risulta indagato per corruzione in atti giudiziari. L’ipotesi è che abbia ricevuto “una somma indebita di denaro, nell’ordine di 20-30 mila euro” al fine di favorire l’archiviazione della posizione di Andrea Sempio nel 2017. Il Corriere del Giorno+2ANSA.it+2
Il padre, Giuseppe Sempio, viene ora osservato come figura centrale di quei presunti movimenti economici “anomali”: intercettazioni del febbraio 2017 lo colgono a colloquio con la moglie e il figlio, in cui emerge la frase «Dobbiamo pagare quei signori lì… portiamo i soldi all’avvocato». RaiNews+1
Le indagini della procura bresciana hanno accertato movimenti sospetti sui conti della famiglia Sempio per oltre 40 mila euro, con consistenti prelievi in contanti nel 2017. RaiNews+1
Un “pizzino” trovato in casa Sempio e battuto agli atti reca la dicitura «Venditti/gip archivia X 20-30 €» annotazione che gli inquirenti ritengono sospetta (anche se la famiglia Sempio la minimizza come semplice promemoria interno). RaiNews+1
Il contesto: Garlasco, il caso Poggi e la riapertura
Il delitto di Chiara Poggi ha già alle spalle una giustizia definita: Alberto Stasi, l’allora fidanzato della vittima, è stato condannato in via definitiva. Tuttavia, nel corso degli anni nuove perizie, nuovi esami del DNA e una riapertura degli atti hanno portato a indagare anche Andrea Sempio per concorso in omicidio. Il Punto Pavese+2quotidianolavoce.it+2
In questo nuovo scenario, non solo i fatti dell’omicidio tornano al centro dell’attenzione, ma anche la modalità con cui furono condotte le indagini, gli archivi, gli atti giudiziari: ecco perché la vicenda del padre di Sempio diventa un tassello significativo.
I fatti contestati
Le conversazioni intercettate, risalenti al febbraio 2017, mostrano la famiglia Sempio discutere del versamento di denaro all’avvocato. In un passaggio, il padre dice: «Adesso bisogna che troviamo la formula di pagare quei signori lì. […] Portare i soldi all’avvocato…». Il figlio Andrea risponde: «Vado a prenderli io, vediamo». TPI+1
Parallelamente, l’appunto scritto dal padre Sempio “Venditti / gip archivia X 20-30 euro” è stato sequestrato durante le perquisizioni insieme a documentazione bancaria e informatica. Gli inquirenti ritengono che possa trattarsi di indicazioni relative alla somma da versare per ottenere un favore giudiziario: la rapida archiviazione dell’indagine a carico di Andrea nel 2017. la Repubblica+1
Più in generale, gli investigatori rilevano che l’interrogatorio di Andrea Sempio durò molto poco, e che la famiglia avrebbe avuto conoscenza anticipata del contenuto degli atti giudiziari. Questi elementi, unitamente ai movimenti sui conti, sono considerati “anomalie” nell’ottica dell’ipotesi di corruzione. ANSA.it+1
La difesa della famiglia
I genitori di Sempio sono stati sentiti come testimoni per circa sette ore presso la caserma della Guardia di Finanza di Pavia. Al termine dell’audizione, la madre Daniela Ferrari ha dichiarato: «Il cerchio su Andrea non si stringe perché non ha fatto niente, la famiglia Sempio non ha corrotto nessuno». ilfattonisseno.it
Il padre ha spiegato pubblicamente che l’appunto «era un pizzino» scritto da lui e che «20 o 30 euro non hanno significato, capire oggi dopo tanti anni a cosa servivano diventa difficile». Ha aggiunto che quei versamenti erano magari per «marche da bollo o per gli avvocati». Il Giorno
La famiglia sostiene che quei frequenti prelievi in contanti fossero dovuti esclusivamente al pagamento degli onorari degli avvocati e delle consulenze nella lunga battaglia processuale. «Non c’è sotto niente di quello che vogliono far credere i giornali oggi», ha detto la signora Ferrari. ilfattonisseno.it
Implicazioni e scenari
L’apertura di un filone che riguarda la corruzione in atti giudiziari cambia la prospettiva del “caso Garlasco”: non più solo un’indagine sull’omicidio, ma un’indagine che mette in discussione anche il “come” la giustizia ha operato. Se venisse dimostrata la corruzione del magistrato Venditti, si aprirebbero scenari di responsabilità per l’archiviazione del 2017, e potrebbe tornare a galla la possibilità che la posizione processuale di Andrea Sempio sia stata favorita da trattative illecite.
Per la famiglia Sempio, il rischio è duplice: da un lato la conferma di un favore giudiziario dietro pagamento; dall’altro il riflesso mediatico che accompagna da anni la vicenda, con conseguenze personali, economiche e reputazionali. Dall’altro lato, per la stessa magistratura e forze dell’ordine, l’accusa di aver svolto indagini con anomalie contatti opachi, tempi di interrogatorio anomali, documenti mancanti mina la fiducia nei processi e potrebbe portare a dover riesaminare atti, archivi e decisioni.
L’ambiente a Garlasco e nella provincia
Garlasco, nella provincia di Pavia, è tornata a essere al centro dell’attenzione mediatica dopo anni di relativa calma sul piano giudiziario. L’omicidio della giovane Chiara Poggi aveva segnato profondamente la comunità, e la riapertura del caso, con nuovi indagati, nuovi accertamenti e ora un filone “interno” alla macchina giudiziaria, riaccende tensioni, attese e polemiche.
Nel tessuto sociale locale emergono sentimenti contrastanti: da una parte la richiesta di verità e giustizia più completa possibile, dall’altra la preoccupazione per un nuovo ciclone mediatico che investe famiglie, testimoni, avvocati, investigatori. Non è un caso che molte delle conversazioni intercettate riguardino proprio le “modalità” di pagamento dei consulenti e degli avvocati: in una causa che dura da oltre 18 anni, le spese sono elevate, e la famiglia Sempio ha spesso ribadito di aver sostenuto costi “normali” per difesa e consulenza.
In questo scenario, la vicenda del padre di Sempio non appare come un “mero” dettaglio processuale: rischia di diventare fulcro di un capitolo secondario della vicenda la presunta corruzione del sistema — che potrebbe avere riverberi ben più ampi rispetto al solo delitto.
Quali saranno i prossimi passi
Sul fronte giudiziario, i magistrati della Procura di Brescia hanno già disposto perquisizioni nelle abitazioni della famiglia Sempio, in quelle di alcuni appartenenti alla sezione di polizia giudiziaria della Procura di Pavia e nell’abitazione dell’ex procuratore Venditti. ANSA.it+1
Saranno decisive le verifiche sui movimenti bancari, sui conti correnti, sui documenti sequestrati e sulle intercettazioni: ogni elemento che leghi il versamento di denaro a un favore giudiziario consoliderebbe l’ipotesi della corruzione.
Parallelamente, rimane aperto il filone principale sull’omicidio di Chiara Poggi: la posizione di Andrea Sempio è ancora sotto indagine, e la cornice entro la quale si inserisce questo nuovo filone – quello della corruzione – potrebbe influenzare tempi, modalità e esito anche di quell’istruttoria.
Infine, resta da vedere quale sarà la reazione del pubblico, dei media e della comunità di Garlasco: quel che era un «tragedia locale» rischia di trasformarsi in «vicenda nazionale» per le implicazioni che toccano la magistratura, la polizia giudiziaria e il rapporto tra pubblico e sistema della giustizia.
La vicenda del padre di Andrea Sempio aggiunge un nuovo strato al già complesso mosaico del delitto di Garlasco. Non si tratta soltanto di un’indagine per omicidio, ma anche di un’indagine sul corretto funzionamento della giustizia, sul rapporto tra indagati, famiglie e potere pubblico. Le accuse che stanno emergendo movimenti di denaro, pagamenti all’avvocato, annotazioni su bloc-notes, rapidità di archiviazione sollevano domande importanti: è stato un processo libero da interferenze? È stata una archiviazione “serena”? Per la famiglia Sempio che respinge ogni addebito e per gli inquirenti che cercano chiarezza, la partita è aperta.
Nel frattempo, Garlasco attende risposte che tardano, ma che assumono oggi una rilevanza ancora maggiore: non soltanto per ricordare Chiara Poggi, ma per stabilire fino a che punto il velo sulla giustizia possa sollevarsi, e che cosa emergerà dall’inchiesta che ha come epicentro “quel foglietto” così piccolo nella cifra, così grande nella portata che recita: «Venditti/gip archivia X 20-30 €».











