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Alluminio
 

Leggero come l’aria, brillante come l’argento, ma onnipresente come il cemento: l’alluminio è il metallo del nostro tempo. Nato come curiosità chimica a metà dell’Ottocento, oggi rappresenta uno dei pilastri dell’industria moderna, con una produzione globale che supera i 70 milioni di tonnellate l’anno. È il materiale che tiene insieme la contemporaneità: dai telefoni cellulari agli aerei, dalle finestre delle nostre case alle lattine di bibite che riempiamo distrattamente al supermercato.

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Scoperto nel 1825 dal fisico danese Hans Christian Ørsted, l’alluminio era inizialmente più prezioso dell’oro. Solo con l’invenzione del processo elettrolitico Hall-Héroult, nel 1886, divenne possibile estrarlo in modo efficiente dalla bauxite, la roccia rossa che ne contiene l’ossido. Da quel momento in poi, il metallo argentato divenne sinonimo di modernità. Le prime pentole leggere, i dirigibili, le automobili sportive: tutto ciò che voleva dirsi “nuovo” e “avanzato” passava attraverso l’alluminio.

Oggi la sfida è un’altra. L’alluminio, pur essendo riciclabile quasi all’infinito senza perdere le sue proprietà, rimane un materiale energivoro da produrre. Il processo di raffinazione della bauxite richiede un’enorme quantità di elettricità, il che lo rende strettamente legato al tema della transizione energetica. Non a caso, molti Paesi stanno cercando di spostare la produzione verso regioni dove l’energia rinnovabile è più abbondante e meno costosa. L’Islanda, per esempio, alimenta le sue fonderie con energia geotermica e idroelettrica, mentre in Cina — primo produttore mondiale — si punta a ridurre le emissioni con tecnologie più efficienti.

Nel frattempo, il ciclo del riciclo è diventato cruciale. In Europa oltre il 75% dell’alluminio prodotto è ancora in uso, e ogni lattina riciclata fa risparmiare il 95% dell’energia necessaria per produrne una nuova da materie prime. È per questo che, nel settore industriale, si parla di “miniera urbana”: la vera risorsa del futuro non è più nascosta nel sottosuolo, ma nei nostri rifiuti domestici.

Anche il design e l’architettura hanno trovato nell’alluminio un alleato. La sua leggerezza e resistenza alla corrosione lo rendono ideale per le facciate dei grattacieli contemporanei, mentre le sue proprietà termiche contribuiscono all’efficienza energetica degli edifici. In ambito automobilistico e aerospaziale, la riduzione di peso garantita dall’alluminio consente minori consumi e quindi minori emissioni di CO₂: un vantaggio non trascurabile in un mondo che punta alla neutralità climatica.

Eppure, dietro la lucentezza del metallo, resta una domanda aperta: quanto è sostenibile davvero l’alluminio del futuro? La risposta dipenderà dall’equilibrio tra innovazione tecnologica, politiche ambientali e consapevolezza dei consumatori. Il suo destino è legato a doppio filo a quello dell’energia pulita e del riciclo circolare.

Da simbolo dell’era industriale a emblema della sostenibilità, l’alluminio continua a reinventarsi. Non più soltanto metallo leggero, ma materia che riflette — letteralmente e metaforicamente — le ambizioni e le contraddizioni del nostro tempo.

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