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IL PUNTO n. 919 del 4 agosto 2023 di MARCO ZACCHERA

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IL PUNTO   n. 919 del  4 agosto  2023

di MARCO ZACCHERA 

 

Per scrivermi o contattarmi:  marco.zacchera@libero.it

Numeri arretrati de IL PUNTO e altre news:   www.marcozacchera.it

 

Il Punto: Polemiche (scontate) sulla riduzione del Reddito di cittadinanza, idem sui fondi del PNRR mentre il catastrofismo climatico impone che “tutto” sia colpa della CO2 compresa la scelleratezza umana.  In realtà, ad agosto, sono polemiche da ombrellone mentre semmai altre sono le vere crisi come in Niger, fornitore d’uranio alla Francia, o il conflitto ucraino che sta diventando una cancrena, mentre gli italiani sono sempre più scettici sugli aiuti militari e ben il 70,4% sono contrari alle forniture americane di bombe a grappolo a Zelensky.

Da parte mia non posso che condividere l’appello di Papa Francesco a Lisbona che chiede all’Europa (inascoltato) più coraggio per costruire sentieri di pace e di investire meno in armi e più per le persone. Mentre gli USA perdono il rating “AAA” (visto l’incredibile deficit federale forse andava deciso da tempo, ma la è l’ennesima dimostrazione del potere dei gruppi economici che condizionano e comandano la politica mondiale, graziando o deponendo interi governi) godetevi le vacanze e permettetemi un saluto speciale a Gigi Buffon che ha terminato la carriera. Per me è stato il portiere più bravo di tutti e – detto tra noi – quel “Boia chi molla” che una volta spuntò da sotto una sua maglia non era scritto per caso…

 

ATTENZIONE: COME OGNI ANNO DURANTE I MESI ESTIVI IL PUNTO RALLENTA NELLE USCITE PER NON DISTURBARE TROPPO E VI ARRIVERA’ OGNI DUE SETTIMANE ANZICHE’ OGNI VENERDI’ FINO A META’ SETTEMBRE.

 

Approfondimento 1 / FUNERALE AL REDDITO

Come ampiamente previsto eccoci con le scontate e preconcette polemiche per il progressivo “stop” al Reddito di Cittadinanza. Premesso che era uno dei punti-cardine del programma di governo e che quindi la Meloni sta solo attuandolo chi ha seguito la tematica sa benissimo che – al di là delle sparate propagandistiche o dei programmi auto-celebrativi di “abolizione della povertà” – c’è la desolante realtà di uno strato sociale che in parte lavora in nero e si adatta al suo ruolo furbescamente o per necessità, oppure che semplicemente non ha voglia o non può lavorare.

Un giudizio negativo sulla legge ben diffuso tra gli italiani e trasversale dal punto di vista politico soprattutto per l’evidente ingiustizia di un Rdc pagato a chi NON lavorava rispetto alla misera e spesso inferiore pensione riconosciuta a chi ha lavorato magari per tutta una vita,

Alla base ci sono realtà umane condizionate da abitudini, ignoranza, provenienza famigliare, mancanza di spirito competitivo e più o meno gravi gap culturali e psicologici. Temi che andrebbero risolti ben prima di puntare ad un lavoro e che troppo spesso restano latenti o sconosciuti, così come spesso ci sono obiettivi problemi fisici che limitano le capacità di accedere a un lavoro.

il Rdc era diventato una distribuzione sostanzialmente a pioggia – e particolarmente in alcune zone del paese (vedi il napoletano, che da solo “pesa” come metà Italia Settentrionale) – di una miriade di piccole somme mensili insufficienti per campare, ma abbastanza per “arrotondare”, senza però risolvere il problema lavorativo.

Il Rdc è stato una mancia e non una soluzione, ma d’altronde o si decide di abbandonare una parte della popolazione soprattutto nel Sud e nelle periferie urbane con poche reali possibilità di lavoro, oppure (come è avvenuto) le si passa un più o meno piccolo mensile che permetta di tacitarla e lusingarla politicamente – come fa il M5S – offrendo una sorta di obolo sociale.

Scontate le polemiche nel valutare tra “poveri” e “nullafacenti” (poco incoraggianti e credibili, a questo proposito, le fisionomie di una parte dei “disoccupati organizzati”) il problema si rinvia ma non si risolve.

Il fatto è che lavori veri, stabilizzanti e decorosamente pagati è difficile trovarli perché richiedono qualifiche, specializzazioni, mobilità e soprattutto volontà di impegno nel tempo, ovvero caratteristiche che mancavano alla gran parte dei richiedenti il Rdc, che in molti casi risultavano poco al di sopra del livello minimo di alfabetizzazione.

Senza dimenticare la grande platea degli immigrati, le cui domande di reddito erano state presentate (ed ottenute) tramite i patronati, ma sovente non dicendo la verità. Persone che avevano auto-dichiarato di essere in Italia da un decennio (circostanza indispensabile per ottenere il sussidio, ma spesso del tutto falsa) e che comunque il reddito l’hanno percepito lo stesso perché tutto si basava appunto su una “auto-dichiarazione” che spesso i dichiaranti neppure capivano non parlando l’italiano.

Di fatto ogni Regione è andata per conto suo – sostanzialmente in un caos generale – mancando direttive unitarie e tempi di verifica obbligatori.

Tutto questo con il paradosso che i pagamenti dell’assegno erano poi in capo all’Inps, (con il vertice feudo del M5S) ora sotto accusa con minacce di inchieste parlamentari, “un ricatto” tuona la sinistra.

Funerale annunciato insomma di una legge fallimentare in termini di recupero di veri nuovi posti di lavoro, ma utile e a volte indispensabile come provvedimento-tampone ai fini sociali, con ora i dubbi sul futuro degli assistiti che restano con il cerino (bruciato) in mano.  Al netto delle polemiche, infatti, adesso per loro che succederà? Sfoltiti i ranghi da settembre dovrebbe partire l’ “Assegno di supporto alla formazione e al lavoro” (max 350 euro al mese), definizione nuova per problemi antichi.

Il tutto con un maggiore coinvolgimento dei comuni, che peraltro già lamentano di essere senza soldi e senza personale. Nulla di nuovo, insomma, il seguito alla prossima puntata.

 

Approfondimento 2 / CATASTROFISMO CLIMATICO

Sui media ricevi attenzione solo se stupisci e le news sul clima devono sempre essere catastrofiche.

Del clima impazzito si parla ovunque, da Mattarella ai TG alla pubblicità “verde” che imperversa a tutto schermo. D’altronde condividi e accetti sacrifici solo se sei preoccupato e speri così di difendere il clima e l’ambiente, spendi molto di più per un’auto elettrica solo se ti convincono psicologicamente e con una pubblicità martellante che in cambio così salverai il mondo.

Certamente conta anche la CO2 dispersa in atmosfera e scarichi ed inquinamento vanno ridotti, ma ricordiamoci che secondo gli scienziati seri, il nostro pianeta in 150 anni si è riscaldato in media di circa 1,1 gradi centigradi rispetto alla fine del XIX secolo, l’inizio della rivoluzione industriale, che è tanto ma che è già successo più volte nel recente passato della terra.

Da sempre il globo è soggetto a variazioni climatiche: duemila anni fa era ben più caldo di oggi e Annibale traversò le Alpi ad ottobre anche perché non c’era la neve, così come invece prima dell’anno mille fece molto più freddo e successivamente la temperatura terreste risalì bruscamente, tanto che i Vichinghi traversarono l’Atlantico e scoprirono la Groenlandia (“Terra verde”) che oggi nessuno chiamerebbe così.

Dal 1400 in poi la temperatura terreste ridiscese di nuovo fino all’ 800 e da allora ricominciò a riscaldarsi con punte di freddo intorno al 1810-1820 probabilmente legate anche ad una serie di grandi eruzioni vulcaniche ed al loro pulviscolo rilasciato in atmosfera.

Solo ultimamente l’uomo è diventato un evidente e grande perturbatore del clima. D’altronde quando ero bambino nel mondo eravamo due miliardi (un quarto di oggi) e nell’arco di una vita sono state distrutte terre e foreste, inquinate acque di laghi, mari e oceani: ovvio che ne siamo corresponsabili.

Poi la politica che è anche motore di scelte economiche, agricole ed industriali, in un dedalo di interessi contrapposti spesso inconfessabili. Siamo in tanti, l’acqua potabile scarseggia ma viene ancora sprecata, ma intanto permette speculazioni e sarà sempre più fonte di conflitti, così come per il controllo delle materie prime, ma anche per la pesca oceanica e – in generale – tutto ciò che non è facilmente standardizzabile e potenzialmente “globale”.

Attenzione perché spesso gli interessi economici nascondono o modificano la verità e i “nemici” sono difficili da scoprire oltre alle domande imbarazzanti, politicamente scorrette. Per esempio nessuno ammette quanto inquinino le guerre, compresa quella in Ucraina, quando grano russo finisce (finiva) effettivamente in Africa e quanto inquinano le centrali a carbone che si moltiplicano in Cina, India, Vietnam…Paesi che Greta Tumber non ricorda mai.

Ma è poi così scontato che il riscaldamento mondiale sia tutto –  o quasi –  colpa della CO2 emessa in atmosfera? E se concause fossero anche le macchie solari, le eruzioni vulcaniche, i movimenti del magma terrestre? Bisogna continuare a studiare e non solo “vendere” certezze che non ci sono, ma muovono somme stratosferiche.

In generale l’informazione andrebbe fornita in modo più corretto perchè non è solo “colpa” del clima se un’alluvione spazza via una città costruita lungo un fiume chiuso tra argini sempre più stretti per favorire la speculazione edilizia, così come il 99% degli incendi sono dolosi o voluti (ma i criminali responsabili non li prendono quasi mai) e non c’entra niente il caldo.

Qualcuno si rende conto che gli alberi nelle città cascano lungo le strade anche perché non vengono potati o che i pini marittimi sono naturalmente fragili e con poche radici?  Così come non sono sbagliate in sé, ma diventano nulle nei loro risultati globali certe demagogiche decisioni europee che pesano su tutti noi, ma incidono in modo infinitesimale sull’ambiente globale senza una contemporanea politica ambientale decisa anche negli altri nove decimi del mondo.

Su questo l’Europa è contraddittoria però su queste basi demagogiche è impostata tutta la politica dell’attuale maggioranza PPE-socialisti coprendo intanto scandali, assurdità, contraddizioni e lobby.

 

ORVIETO: RIFLESSIONI INTERESSANTI

L’hanno chiamata “La Destra della Destra” ma è un concetto riduttivo. In realtà ad un convegno organizzato ad Orvieto si sono ritrovate molte persone ed associazioni politicamente di destra critiche  rispetto ad alcune posizioni del governo (che in parte condivido), soprattutto in politica estera.

Chi fosse interessato ad approfondire meglio queste tematiche può contattarmi e volentieri invierò il documento-appello finale, che comunque merita una lettura.

 

INFLUENCER

Ammetto di non sopportare il mondo falso e fuorviante degli “influencer” che condizionano le scelte di tante persone e sono la dimostrazione concreta della scemenza di molti dei loro “follower”.

La coppia Ferragni-Fedez è l’esempio più concreto di come si debba falsamente stupire pur di fare “audience” nel quadro di un ben mirato mix economico-politico-finanziario. Alla fine si dimostrano furbi loro e sciocchi chi li segue. Scrivo questo perché mi ha urtato leggere recentemente una notizia dalla coppia (arrivatami sul telefonino grazie ai soliti trucchi) “Addio alla nostra bambina” – lutto dolorosissimo per Ferragni e Fedez”. Per un attimo ho pensato ad una vera tragedia, per scoprire poi  che si trattava di un cane da loro adottato. Certamente colpisce la morte di un animale, ma sarebbe opportuno almeno un po’ più di rispetto per chi i lutti in famiglia li subisce sul serio.

 

BUON AGOSTO A TUTTI!                                                  MARCO ZACCHERA

Informazione equidistante ed imparziale, che offre voce a tutte le fonti di informazione

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