L’Aquila/ Il palco che oscura la Basilica. Sgarbi replica al sindaco: «Non comprendo la sua reazione. Ho criticato la collocazione del palco, non l’amministrazione»
E aggiunge: «E’ la Soprintendenza a dire che il palco impedisce la visuale della facciata. E basta guardare le foto per capire come qualsiasi diversa valutazione non può che risultare grottesca»
ROMA – Il Sottosegretario Vittorio Sgarbi replica al sindaco de L’Aquila, Pierluigi Bondi, secondo cui il palco allestito dagli organizzatori per la festa della Perdonanza non oscurerebbe la facciata della Basilica di Santa Maria di Collemaggio.
«Non comprendo la reazione stizzita dell’amico sindaco. Io ho criticato l’impatto del palco sulla facciata della Basilica, non l’amministrazione comunale. Comunque, nel merito, c’è poco da dibattere: le immagini (che qui allego) sono inequivocabili; guardandole qualsiasi diversa valutazione non può che risultare grottesca.
Non solo. La stessa Soprintendenza in una nota inviata al ministero osserva, senza alcuna possibilità di fraintendimento, che “dal punto di vista della godibilità del monumento, qualsiasi posizionamento (del palco, nda) ne preclude comunque la visuale”. Affermare il contrario significa negare la realtà.
Il sindaco, tra l’altro, dovrebbe essere a conoscenza (ma dal tenore del suo intervento sembra proprio di no) che l’autorizzazione al montaggio del palco concessa al Comune era subordinata ad alcune prescrizioni, una di queste contenente un imperativo ineludibile: “sia garantita la più ampia visibilità della facciata della Basilica”.
Ma vi è di più. Risulta agli atti che la Soprintendenza, consapevole del fatto che il palco oscura la facciata della basilica, ha sollecitato il Comune “ad un ripensamento nell’organizzazione degli eventi volto ad un uso del sagrato strettamente connesso alle sole iniziative a carattere religioso”.
Ora, se il sindaco vuole trasformare una questione di tutela dei beni culturali in una polemica politica, libero di farlo. Ma una cosa sia chiara. Sulla tutela dei beni culturali decide il Ministero; non per un capriccio del Sottosegretario Sgarbi ma perché così stabilisce la legge.
Concludo con una proposta. Nel rispetto del principio di leale collaborazione tra le istituzioni, il sindaco sostenga la mia idea di cooptare all’interno del Comitato organizzatore della festa della Perdonanza un delegato della Soprintendenza»