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SOMMARIO:- ANTIFASCISTI DOC – PNRR SPARITO – ALITALIA ADDIO – L’ EGITTO VINCITORE.

 

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VIOLENZA E ANTIFASCISMO

Mi è venuto un terribile dubbio: ma di che cosa avrebbero mai parlato giornali ETG per tutta questa settimana se non ci fossero stati gli scontri di piazza a Roma sabato scorso?

Intendiamoci bene: la violenza va condannata senza se e senza ma, l’assalto alle forze dell’ordine è intollerabile senza se e senza ma, i violenti vanno arrestati (subito) senza se e senza ma.

Per me questo deve valere sia che in piazza ci siano estremisti di qualsiasi colore che anarchici, NO-TAV ecc. anche se noto che i TG sugli episodi di sabato ci hanno ricamato, mentre su scontri e devastazioni anche peggiori viste a Roma come altrove tendono di solito a minimizzare.

Ciò premesso, però, non solo restano molti dubbi su come siano andate effettivamente le cose, ma mi pare come sia evidente che gli scontri di Roma non avessero nulla a che fare con i “No Vax” quanto ad una sottile strategia per screditare le persone che non vogliono vaccinarsi (non condivido il loro punto di vista, me devo prenderne atto) dipingendole come violente e – nello stesso tempo – strumentalizzare la presenza di pochi facinorosi e violenti che hanno infiltrato e strumentalizzato la protesta.

Da qui in poi la catena delle responsabilità di allunga.

Come può il Ministro dell’Interno sostenere che durante una manifestazione è meglio non intervenire per evitare disordini? Come mai – preso atto che i facinorosi si dirigevano verso la sede della CGIL e pare che questo addirittura fosse noto ai responsabili dell’ordine pubblico – si sono lasciati solo 7 (sette!) poliziotti a presidio dell’ingresso?

Una sottovalutazione dei rischi o forse perché avrebbero fatto comodo gli scontri (e le polemiche conseguenti) in piena campagna elettorale? E i Comitati per l’ordine e la sicurezza pubblica perché a Roma si tengono DOPO i fatti e non PRIMA, per prevenirli?

Ovviamente non è mancata poi la solita strumentalizzazione fascismo-antifascismo che ha visto alcuni esponenti del PD lanciarsi a chiedere addirittura la messa al bando di Fratelli d’Italia, in fondo come da copione. E’ ben strano (e triste) questo antifascismo che sembra trovare ragion d’essere – a 78 anni dalla fine di un regime – solo grazie a quattro facinorosi. Non posso allora che riprendere e condividere un articolo di Marcello Veneziani su “La Verità” di domenica, che in parte vi propongo:

 

Ma finitela con questa caccia al fascista, al saluto romano, al busto del duce, al cimelio dell’epoca, alla mezza frase nostalgica e al gesto cameratesco. Si capisce lontano un miglio la malafede della caccia al fascismo ripresa con le ultime inchieste: serve a colpire e inguaiare la Meloni e il suo partito (…).

Ponetevi piuttosto un problema molto più serio e molto più attuale: perché mezza Italia e forse più non si riconosce nell’antifascismo, non si definisce antifascista, anzi nutre riserve e rigetto? E’ una domanda seria da porsi, dopo che il fascismo fu sconfitto, abbattuto e vituperato, dopo che furono appesi i corpi dei capi, dopo che fu vietata ogni apologia, dopo che sono passati quasi ottant’anni tra tonnellate di condanne, paginate infinite, manifestazioni antifasciste, divieti, lavaggi del cervello a scuola e in tv, perché c’è ancora mezza Italia che non vuole definirsi antifascista? Quella maggioranza non è antifascista ma non è affatto fascista, se non in una piccola percentuale residua, se non amatoriale; gran parte di loro non si riconoscono affatto nel fascismo, lo reputano improponibile, superato. Per loro è assurdo già solo porsi la domanda. Ripudiano violenza, razzismo, guerra e dittatura. Semmai una larga fetta di loro ritiene che si debba giudicare il fascismo nei suoi lati negativi e positivi, senza demonizzazioni; neanche il comunismo fu male assoluto. Molti di loro vorrebbero un giudizio storico più equilibrato, più onesto, più veritiero.

Il vero problema che evitate di vedere non è la persistenza presunta del fascismo nella società italiana ma l’ampiezza dell’area di opinione che non vuol definirsi antifascista e non si riconosce nell’antifascismo. Avete provato almeno una volta a porvi la domanda, senza aggirare le risposte con moduli prestampati e retorica celebrativa? Noi ce la siamo posta e non da oggi. E la riassumiamo così.

Tanti italiani non si definiscono antifascisti perché a loro sembra grottesco usare una definizione che aveva un senso nel ’45, all’età dei loro nonni, quando invece vivono coi pronipoti del terzo millennio. Non si definiscono antifascisti perché a molti di loro sembrerebbe monca, carente una definizione del genere perché così escluderebbero o addirittura assolverebbero altre forme di dittatura, di totalitarismo e di dispotismo, a partire dal comunismo (…) viene loro prescritto, perché non credono al bianco e al nero, hanno conosciuto per vie traverse e quasi clandestine le storie che non si vogliono far sapere, e che riguardano sia il regime, sia i suoi avversari, sia la guerra partigiana e non vogliono schierarsi conoscendo crimini e misfatti di quel tempo e di quei versanti (…)

Senza andare lontano, anzi restando in casa, molti italiani ricordano loro padre, loro nonno fascista e hanno di lui una memoria e un giudizio molto diversi rispetto al mostro dipinto dalla vulgata antifascista (…)

Tanti italiani non si definiscono antifascisti perché reputano balorda, divisiva e riduttiva la rappresentazione storica che ne deriva, con tutta la storia e l’identità del Paese ridotta alla distinzione manichea tra fascisti-antifascisti. Preferiscono attenersi alla realtà e diffidano dell’ideologia.

Tanti italiani non si definiscono antifascisti perché non sono di sinistra e non vogliono avallare il loro gioco politico, non vogliono farsi strumentalizzare, capiscono che serve solo per arrecare danni e vantaggi alla politica presente (…)

Infine, se credete davvero che la storia d’Italia debba cominciare e finire con l’antifascismo, elevato a religione civile, obbligo di leva e perno costituzionale, chiedetevi perché mezza Italia non si riconosce in questo schema. Se dopo tanti decenni di rieducazione, repressione, propaganda e religione civile, mezza Italia e forse più non si riconosce nell’antifascismo, il problema non è della Meloni ma è vostro, di voi antifascisti in servizio permanente effettivo e dell’esempio che avete dato. Diciamolo: avete fallito.

 

Marcello Veneziani

(da “LA VERITA’ del 10 ottobre 2021)

 

NOTIZIE SUL PNRR ?

Passano le settimane e i mesi, ma sul come, quando e da chi far gestire i fondi europei del PNRR è sceso l’oblio. Si tratta di centinaia di miliardi che l’Europa – bontà sua – ci avrebbe destinato a seguito della pandemia, ma dei quali non si sa molto circa la loro effettiva destinazione finale e tanto meno su chi e come effettivamente li spenderà.

Non ne parla più nessuno: silenzio, non disturbate il conducente.

Va bene la fiducia, ma sommessamente – visto che ne va del nostro futuro –  l’Italia dovrebbe avere il coraggio di chiedere pur anche a “Supermario” di avere la cortesia di comunicarci qualcosa…

 

ALITALIA ADDIO

Scusatemi, ma non trovo proprio nulla di romantico nella chiusura di “mamma” Alitalia, non mi allineo ai piagnistei e credo che troppo tardi si è finalmente detto “stop” ad una ininterrotta fonte di sperpero di soldi pubblici.

Alitalia chiude perché è sempre sopravvissuta solo con contributi statali e non era più – da anni – al passo con i tempi, uccisa prima di tutto dalla concorrenza ben più “smart” di chi non aveva sulle spalle un peso intollerabile di costi aggiuntivi, rendite di posizione, personale debordante e raccomandato.

Una Compagnia che si è consumata concedendo centinaia di migliaia di viaggi gratis e buttando via rotte, slot, punti di forza. Una società guidata negli anni da una ciurma di personaggi CHE NON HANNO MAI PAGATO DI PERSONA e che hanno creato e disfatto alleanze, rifiutato sinergie e sacrifici e – prima di tutto – hanno pensato ai propri interessi. Commissari strapagati per il nulla, mentre si consumavano “prestiti ponte” che avevano (hanno) tutte le caratteristiche di aiuti di stato.

Quanti “piani industriali” sono nati e defunti rimanendo solo sulla carta, complice un sindacato che prima di tutto ha difeso solo le proprie rendite di posizione? Quante migliaia di sindacalisti sono cresciuti e vissuti grazie ad Alitalia senza mai lavorare? Quanti parenti di dipendenti sono stati trasportati gratis o a tariffe ridicole?

Non mi aspetto molto dalla nuova compagnia sorta dalle ceneri di Alitalia e che temo perpetui molti equivoci di fondo, certo il contribuente italiano ci ha rimesso fondi spropositati che nessuno gli rimborserà e pensare che se c’è un paese verso il quale il traffico turistico avrebbe permesso un indotto enorme era proprio l’Italia.

 

EGITTO – ITALIA 2 a  0

Dal caso Regeni a Patrick Zaki le figuracce italiane nei confronti dell’Egitto stanno assumendo contorni non solo intollerabili, ma anche di pubblica decenza.

Contiamo zero, non siamo riusciti a combinare nulla, i responsabili dell’omicidio di Regeni sono tuttora sconosciuti, non sappiamo prendere una posizione definita neppure sulla richiesta nazionalità per Zaki. Impotenti, inconcludenti, purtroppo ridicoli.

I rapporti di Amnesty International sull’Egitto sono intanto terrificanti: detenzioni arbitrarie, sparizioni, condanne a morte, discriminazioni religiose, violenze di ogni tipo sono all’ordine del giorno, ma  Europa e Farnesina guardano dall’altra parte. “Verità per Regeni” è scritto su mille striscioni gialli che diventano sempre più sbiaditi. Che vergogna…

 

UN SALUTO A TUTTI                                                                                 MARCO ZACCHERA

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