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La Corte dei conti europea sta attualmente valutando l’efficacia delle misure adottate dall’UE per sostenere lo Stato di diritto – un requisito di adesione – nei Balcani occidentali. L’audit riguarda quattro paesi candidati (Albania, Macedonia del Nord, Montenegro e Serbia) e due potenziali paesi candidati (Bosnia-Erzegovina e Kosovo).

Lo Stato di diritto è un valore europeo fondamentale. Sebbene non esista una definizione ufficiale a livello di UE, è generalmente inteso che lo Stato di diritto comprenda i seguenti sei princìpi: l’uguaglianza davanti alla legge, la certezza del diritto, la separazione dei poteri, tribunali indipendenti e imparziali, procedure legislative trasparenti e democratiche e il controllo giurisdizionale effettivo. Il rafforzamento dello Stato di diritto è pertanto intrinsecamente collegato alla lotta alla corruzione. È anche una condizione fondamentale per la crescita economica.

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Per aderire all’UE, i paesi candidati devono dimostrare la propria capacità di assumersi gli obblighi derivanti dall’appartenenza all’UE, come stabilito nei “criteri di Copenaghen” del 1993.
Il primo di questi criteri riguarda l’esistenza di istituzioni stabili e sviluppate che garantiscano la democrazia, lo Stato di diritto, i diritti umani, il rispetto e la protezione delle minoranze.
La velocità dei negoziati di adesione dipende quindi in gran parte dai progressi ottenuti in questo settore.

“Lo Stato di diritto è un presupposto non negoziabile per l’adesione all’UE. Eppure, i paesi dei Balcani occidentali affrontano ancora oggi problemi di corruzione e di funzionamento delle istituzioni pubbliche, il che ostacola la loro adesione all’UE”, ha dichiarato Juhan Parts,
il Membro della Corte dei conti europea responsabile dell’audit
. “L’audit della Corte esaminerà se l’UE aiuti davvero questi paesi a progredire in tali settori, affinché possano presto aderire all’Unione”.

Le relazioni tra UE e paesi dei Balcani occidentali avvengono nell’ambito del cosiddetto “processo di stabilizzazione e associazione”. Esso fornisce sostegno allo Stato di diritto, principalmente tramite il dialogo politico e la concessione di assistenza finanziaria e tecnica per fornire aiuto nell’attuazione delle riforme necessarie. Complessivamente, per il periodo 2014‑2020, l’UE ha stanziato a favore dei Balcani occidentali circa 700 milioni di euro, ossia il 16 % dell’assistenza bilaterale dell’UE destinata a questi paesi, per sostenere lo Stato di diritto e i diritti fondamentali.

L’audit, che è appena iniziato, è volto a determinare l’efficacia di queste misure nel rafforzamento dello Stato di diritto nei Balcani occidentali. In particolare, la Corte sta esaminando se il sostegno dell’UE per lo Stato di diritto:

  • sia stato concepito in modo adeguato;
  • sia stato ben usato per affrontare le questioni cruciali individuate;
  • abbia portato a miglioramenti concreti e sostenibili, in linea con le norme dell’UE.

 

Informazioni sul contesto

La rassegna preliminare all’audit, pubblicata in data odierna, fornisce ragguagli su un compito di audit in corso concernente il rafforzamento dello Stato di diritto nei Balcani occidentali (l’audit non riguarda la Turchia, il quinto paese candidato ufficiale). L’audit sarà completato verso la fine del 2021. Le rassegne preliminari all’audit sono basate su lavori preparatori intrapresi prima dell’inizio dell’audit e non devono essere considerate osservazioni, conclusioni o raccomandazioni di audit. Il testo integrale della rassegna è disponibile in inglese sul sito della Corte (eca.europa.eu).

Nel frattempo, la Corte sta espletando un audit anche sul sostegno dell’UE alla lotta contro la grande corruzione in Ucraina.

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