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Nonostante gli incessanti sforzi delle associazioni umanitarie, un campo profughi non è un posto dove crescere un bambino. L’Organizzazione lancia un appello alla comunità internazionale perché si trovi una soluzione duratura alla difficile situazione dei Rohingya

 Un devastante incendio oggi ha distrutto almeno 500 case provvisorie nei campi per i rifugiati nel distretto meridionale di Cox’s Bazar in Bangladesh, dove dal 2017 vivono più di un milione di rifugiati Rohingya, metà dei quali bambini, dopo essere stati costretti a lasciare il loro Paese e attraversare il confine del Myanmar per sfuggire a violenze inimmaginabili. Grande preoccupazione è espressa da Save the Children, l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini a rischio e garantire loro un futuro.

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“Questo è un altro colpo devastante per il popolo Rohingya che ha sopportato per anni difficoltà indicibili. Il rovinoso incendio di oggi ha derubato molte famiglie di rifugi e dignità, di quel poco che era stato lasciato loro. È un altro orribile avvertimento che ci ricorda come i bambini bloccati nei campi di Cox’s Bazar affrontino un futuro tetro con poca libertà di movimento, accesso inadeguato all’istruzione, povertà, gravi rischi di protezione e abusi, compresi i matrimoni precoci” ha dichiarato Onno van Manen, Direttore di Save the Children in Bangladesh.

 “In parole povere, nonostante gli incessanti sforzi delle organizzazioni umanitarie, un campo profughi non è un posto dove crescere un bambino. Questo è il motivo per cui la comunità internazionale deve trovare una soluzione duratura alla difficile situazione dei Rohingya. Inoltre, è necessario finanziare completamente la risposta umanitaria alla crisi dei Rohingya, che è purtroppo sotto finanziata. Senza risorse adeguate, i servizi essenziali per la sopravvivenza dei Rohingya saranno messi a rischio” ha concluso Onno van Manen.

 

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