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In un mio vecchio libro scrivevo  (testuali parole adoperate a pag. 145) “L’uomo reggerà o scoppierà”, ed ancora “ E se il sistema si incepasse ?”, ipotizzando una sorta di corto circuito esistenziale riconducibile ad un progresso che marcia in direzione del profitto a tutto svantaggio dell’umana fisiologia; anche questa sera, i mass-media dicono che l’Italia si sta rivelando la peggiore al mondo nella conta dei decessi.

Oggi, 8 marzo 2021,  il Gazzettino di Venezia, riporta a pag. IX il seguente mio intervento al riguardo :

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Da un anno continuo a farmi questa domanda nella consapevolezza di inimicarmi con coloro i quali un giorno avranno a che fare, giocoforza, con la mia salute o peggio ancora, per stendere il certificato che documenterà anche la cessazione del mio diritto alla pensione… tanto per  non esprimermi, per scaramanzia,  in termini troppo diretti…

La domanda è la seguente.  “  Contagi e morti da covid con numeri  così alti  non saranno conseguenti a logistica delle strutture ospedaliere concepite con criteri  talmente concentrati da favorire il moltiplicarsi dei virus e conseguenti esiti mortali ?”   “Non sarà poi che l’assistenza ai malati avrà avuto luogo su input di protocollo del responsabile di dette concentrazioni , dalla cui realtà i “sottoposti” non potevano e non possono azzardarsi di venir meno a detto input ad evitare  serie responsabilità che, in questi casi,  è conveniente addossare alla personalità giuridica dell’ospedale, quindi quasi  mai alla persona fisica ?”   Per non parlare che oggi si muore, almeno così sembra, solo di Covid… Troppi casi di mala assistenza “logistica”, pur in presenza di operatori sanitari da “baciare dove pestano”, hanno dimostrato anche questi aspetti negativi, se non addirittura mortali ?    E’ così oppure no ?

Andrebbe anche detto che in questi contesti è difficile, se non addirittura impossibile, dimostrare oggi che un decesso sia avvenuto per cause diverse dalla pandemia. Una parolina bisognerebbe spenderla anche per gli indumenti in plastica degli operatori sui quali il virus si deposita per restarci anche 15 giorni per essere veicolati velocemente: cambiarli ogni giorno è  pertanto quasi ininfluente.

Di queste cose non se ne parla. La scienza finalmente ha capito, forse troppo tardivamente, in primis per colpa della politica, che bisogna decentrare le strutture e che è meglio che i malati siano seguiti a casa ove ne sussistano le possibilità.

Ma basta questo, oppure continuiamo ancora a seguire i protocolli che, ogni giorno, lasciano sul campo dai 350 ai 50O morti circa  ?

Oggi aspettiamo i vaccini. Ma basteranno ad ovviare il problema se questo tipo di logistica resta immutata,  con troppi soloni in tv e non negli ospedali, tenuto conto che detto problema sembra essere prevalentemente tutto italiano  rispetto agli altri Paesi ? Se non altro con riferimento alla mortalità giornaliera ?

Spero tanto  di  non aver ragione…  perché  altrimenti…

Arnaldo De Porti

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