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Spinazzola 12 marzo 2021

Il laconico comunicato stampa diffuso il 12 marzo da Rete Ferroviaria Italiana con cui si annuncia il proseguo dei lavori di ammodernamento sulla tratta Barletta-Spinazzola – con investimenti pari a 25 milioni di euro – se da una parte è stato salutato positivamente dall’altro ha destato più di una perplessità lì dove viene indicato come intervento programmato la “demolizione e successiva ricostruzione di un ponte in pietra tra Minervino e Spinazzola”.

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Il ponte in questione, da una comparazione tra la fotografia che accompagna il comunicato di RFI e la descrizione dello stesso nell’antica pianta del tracciato, risulterebbe essere il viadotto a 9 archi di mt 10,00 ciascuno presente al km 56+187,82 in località “Vallone del Monaco”.

«Parliamo – afferma Nino Vinella del Comitato Italiano pro Canne della Battaglia da sempre impegnato nella valorizzazione e difesa della tratta Barletta-Spinazzzola – di una progettazione dell’anno 1892 ad inaugurazione in esercizio il 1 agosto 1895. Trattasi di un ponte che replica lo standard edilizio del tempo, perfettamente uguale a quello chiamato “Setteponti” a Canne della Battaglia o l’altro realizzato uguale prima di giungere a Spinazzola».

Rete Ferroviaria Italiana sorprendentemente non motiva le ragioni tecniche del perché questo bene architettonico storico debba essere demolito per poi essere ricostruito e in quale modo.

La tratta ferroviaria Barletta-Spinazzola al pari della Gioia del Colle-Rocchetta S.A., con atto dirigenziale del 29 gennaio 2021 a firma di Annalisa Cipollone del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, è stata proposta per la sua valenza storica tra le ferroviarie finanziabili ad uso turistico ed è stata indicata dalla dirigente ministeriale come: “linea a rischio soppressione per scarso traffico commerciale”.

Ben venga la scelta di RFI di investire sulla tratta 25 cmilioni di euro a suo carico, ma proprio non si comprendono le ragioni dell’intervento su un bene storico, il ponte, su cui hanno continuato a transitare treni pur in misura ridotta. Infatti, essendo stata considerata come scelta privilegiata per la tratta Barletta-Spinazzola la sostituzione del collegamento su gomma, non si comprende affatto perché l’intervento sul ponte debba essere distruttivo anziché conservativo.

Sarebbe interessante conoscere se dell’intervento previsto da RFI, come annunciato, sia a conoscenza la Soprintendenza ai beni monumentali, se questa abbia espresso o meno il suo parere favorevole alla demolizione e se il progetto abbia investito il Ministero delle infrastrutture e il Ministero dei beni e le attività culturali e per il turismo. Interrogativi, questi, che sicuramente non potranno che essere posti dai parlamentari del territorio come anche dagli eletti che ora siedono sugli scranni della Regione Puglia.

È bene ricordare che nel suo Piano dei Trasporti regionale Regione Puglia aveva previsto l’utilizzo della tratta Barletta-Spinazzola, ed in parte della Gioia del Colle- Rocchetta, tanto a fine turistico che per trasporto rifiuti con destinazione Spinazzola, dove, nella sua zona industriale, sarebbe sorto un impianto per il trattamento di questi rifiuti. Progetto su cui non è mai stata fatta piena luce.

RFI ha annunciato che dal 15 marzo al 29 settembre di quest’anno la tratta Barletta-Spinazzola verrà chiusa completamente al traffico che sarà garantito con corse sostitutive su bus.

I lavori programmati prevedono il rinnovo totale di 20 km di binario tra Canosa e Minervino, la demolizione del ponte, l’automatizzazione di 4 passaggi a livello tra Canosa e Spinazzola ed ancora gli interventi di protezione idrogeologica dell’infrastruttura, la manutenzione di scarpate e rilevati e la realizzazione di reti paramassi.

I lavori vedranno impegnati quotidianamente circa 70 persone.

Ma è davvero necessario che quel ponte storico debba venire giù e che non ci sia alcuna alternativa?

cosimo.forina@libero.it

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