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Dopo avere ascoltato innumerevoli audizioni, dopo avere partecipato a diverse sessioni di confronto della Commissione Trasporti al fine di rendere il parere al documento programmatico del PNRR e dopo avere lavorato attivamente per contribuire alla redazione dello stesso parere, nell’ultima sessione di confronto di ieri, Forza Italia ha forzato la mano tentando di fare inserire nello stesso parere, e quindi nel PNRR, il progetto di realizzazione del Ponte sullo Stretto.

E non un progetto qualsiasi, ma il progetto che tanti anni fa aveva già fatto registrare accesi dibattiti e che da qualche tempo è stato riesumato e indicato dai suoi sostenitori come la panacea dei problemi del sud. Il tutto, senza che nel PNRR, si faccia mai menzione di tale opera esclusa correttamente a priori dal recovery perché, a mio avviso, in conflitto con l’impostazione green dello stesso e i cui tempi di realizzazione andrebbero ben oltre l’orizzonte temporale del 2026.

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E dunque la votazione sul parere, attesa per ieri pomeriggio, è slittata ad oggi dopo una accesa discussione nella quale sono state evidenziate le contrapposte posizioni. Per quanto mi riguarda, ha dichiarato la deputata calabrese M5S Elisabetta Barbuto, sono sempre stata contraria al ponte e non si tratta di un pregiudizio ideologico anche se continuo a ritenere che la realizzazione di una simile infrastruttura a livello dello stretto sia un vero e proprio stupro ambientale oltre ad essere estremamente pericoloso dal punto di vista geologico. Si tratta, piuttosto, di aprire una adeguata riflessione sulle richieste di una parte politica, supportata da un consenso trasversale di altri deputati di diversa estrazione, di fare entrare in questo piano europeo un’opera faraonica ed estremamente dispendiosa forzando la mano al Governo e facendo finta di ignorare che i presupposti che impediscono di realizzare  infrastrutture essenziali per tanti territori isolati e che ne hanno estremamente bisogno (vedi SS 106 o linea jonica) siano superabili solo quando si parla del ponte.

Alla fine è stato accantonato ogni ipotesi di inserimento del progetto sul ponte, e ci si è limitati a rimettersi ai risultati della relazione redatta dalla Commissione istituita presso il Ministero dei Trasporti che ancora non sono stati resi noti. Per tale motivo non comprendo, prosegue la deputata Barbuto, il tono trionfalistico di alcune forze politiche che dimostrano di essere lontane mille miglia dalla nostra realtà meridionale e di non conoscere realmente i problemi del nostro territorio nonostante stiano tentando di proporsi, quali novelle sirene, come i solutori dei problemi atavici del Mezzogiorno.

Come calabrese della costa jonica mi sento indignata e ho ritenuto di dovermi astenere dal votare un parere complessivamente ottimo, ma nel quale non ritenevo dovesse trovare ingresso alcun riferimento al collegamento infrastrutturale stabile tra la Sicilia e la Calabria per due ordini di motivi. Il primo è che nel PNRR non viene preso neanche in ipotesi il ponte o tunnel che dir si voglia per evidente rispetto dei criteri europei. Il secondo è che, prima di pensare alla realizzazione di siffatta opera, occorrerà dare la medesima dignità a tutti i territori della Calabria e della Sicilia. Solo allora, forse, potremo parlare del ponte.  Adesso, invece, incentiviamo, come sarà fatto nel recovery la proposta di rinnovare la flotta navale dedicata al TPL della Regioni e al resto del naviglio italiano con mezzi più efficienti e a bassa emissione anche tra Calabria e Sicilia.

Come parlamentare del M5S oggi avverto ancora di più l’importanza di non essere all’opposizione, ma di essere all’interno di questa maggioranza alquanto eterogenea per difendere, in maniera più incisiva ed efficace, principi, valori, traguardi raggiunti e, soprattutto, territori cui orgogliosamente appartengo.

Elisabetta Barbuto

M5S Camera dei Deputati

Commissione Trasporti

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