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Milano. Malika Ayane e Madame sono le scommesse di Caterina Caselli all’ultimo festival di Sanremo in gara fra i campioni: i loro album sono ormai ai primi posti delle classifiche settimanali di vendita.

“Malifesto” di Malika Ayane è uscito solo da qualche giorno ed è un inno alla riscoperta del valore delle emozioni e all’importanza di manifestarle, alla leggerezza, il migliore degli atteggiamenti per mettersi di fronte alle cose senza paura, con il coraggio di riconoscersi anche quando tutto attorno cambia: una fotografia di diversi stati d’animo che Malika Ayane ha deciso, a modo suo, di manifestare.

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Malika Ayane è un’artista che tramite la sua voce e i testi delle sue canzoni ama narrare il presente, e lo fa anche in “Malifesto” (Sugar), il suo sesto progetto discografico che contiene il singolo inedito con cui si è esibita nella 71° edizione sanremese, dal titolo “Ti piaci così”, brano che racconta la consapevolezza di sé, lo scoprirsi risolti, l’avere voglia di vivere con gusto, il riconoscersi senza biasimo, il celebrare se stessi per il solo fatto di essere al mondo.

Il suono è principalmente composto da batterie strette registrate con pochissimi microfoni, filtrate nei simulatori di nastri e Vinile e Drum Machine come la Linn o la CR78 che creano il tappeto ritmico. Il basso Hofner è stato utilizzato apposta per creare un disco “bassocentrico”. Pochissime chitarre elettriche, mentre viene dato più spazio a strumenti acustici a corda come la chitarra classica, l’ukulele, la chitarra acustica e l’AutoHarp. Per i tasti la scelta è caduta su pianoforte verticale, Clavi, Rhodes e synth come Juno 60, Jupiter, il tutto abbracciato da tappeti di Mellotron e Archi.

Un linguaggio che Malika Ayane usa per descrivere i temi attraversati in “Malifesto”, un album che si configura come un vero e proprio racconto delle emozioni in maniera universale, pura ed essenziale. Lo spirito dell’album è perfettamente rappresentato da una copertina semplice ma intensa, un’opera di Max Cardelli: un ritratto dinamico di Malika Ayane in bianco e nero, come se fosse stata colta nel momento del salto verso quella miriade di emozioni e stati d’animo che ha deciso di manifestare attraverso la musica. La scritta del titolo dell’album posta al centro, un’immagine pulita e tangibile, totalmente in linea con il messaggio del disco.

Un album composto da dieci brani che Malika Ayane ha scritto e composto insieme, tra gli altri, a Pacifico, Antonino Di Martino, Alessandra Flora, Leo Pari, Colapesce, Antonio Filippelli, Daniel Bestonzo e Rocco Rampino.

Il viaggio di Malika Ayane parte da “Peccato originale”, l’amore irrazionale, e prosegue con “Ti piaci così”, brano sul riconoscersi e celebrarsi per essere al mondo. Da “Telefonami”, il sapore malinconico di un amore appeso nonostante il tempo e la distanza, la tracklist continua con il racconto della maturità in “Come sarà” e la celebrazione dell’agire nonostante le avversità in “Per chi ha paura del buio”. Sesto brano del disco è “Mezzanotte” a cui seguono il bisogno di vivere senza sovrastrutture descritto in “A mani nude”, la necessità di splendere raccontata in “Brilla”, il bisogno di sciogliere le catene in “Formidabile” e, infine, la consapevolezza di esserci raccontata in “Senza Arrossire”.

«È il mio terzo disco sul presente ed è il figlio degli album “Naïf” e “Domino”: se dal primo eredita l’immediatezza, del secondo prende la cura certosina della scelta di ogni suono, di ogni immagine da raccontare; dal primo il sudore da dancefloor, dal secondo la lucida e distaccata osservazione delle cose – racconta Malika Ayane – Il presente in cui è nato questo album è quello dilatato e infinito che stiamo attraversando. Non parla di pandemia ma sarebbe sciocco pensare che questo galleggiare nelle incertezze non influisca sul nostro modo di muoverci nella vita».

Ha debuttato subito al secondo posto della classifica settimanale di vendita l’album omonimo di Madame, dopo il festival di Sanremo che era iniziato sotto i migliori auspici perché si presentava fra i campioni con in tasca il premio Lunezia per la sua canzone in gara “Voce”.

«Un talento precoce, con imprevedibili risorse, che potrebbe offrire novità alla bellezza musical-letteraria delle canzoni italiane» per il patron De Martino, cui ha fatto eco il critico musicale Dario Salvatori: «Per una lirica basata su sentimenti adolescenziali, sfumati tra follia e grandezza: sopravvivi a te stessa e diventerai quello che sei».

 L’album contiene ben sedici brani, tutti scritti da lei stessa in collaborazione con altri autori, a cominciare da “Il mio amico” con Fabri Fibra.

«Quando ho conosciuto Fabri Fibra ho capito subito che sarebbe stato perfetto in questo brano – ha detto la cantante – Aappena è entrato nella stanza in cui lo aspettavo mi ha travolta con la sua aura ed è scattato qualcosa. L’ho riconosciuto come mio simile, è un essere sincero, puro. “Il mio amico” è un pezzo altrettanto sincero e punk, perfetto per lui».

Madame è il nome d’arte di Francesca Calearo, nata a Vicenza nel 2002. A meno di vent’anni ha già conquistato tre dischi d’oro, uno di platino e duettato con Marracash, Negramaro e Ghali, è la nuova voce libera della musica italiana ed è diventata un elemento di rottura innovativo nella scena urban, grazie all’originalità del suo stile e sta costruendo qualcosa di unico, dimostrando che non sono né l’età né il genere a definire il talento di un artista.

L’album contiene altri featuring, da Rkomi a Carl Brave, Pinguini Tattici Nucleari, Villabanks, Ernia, Gaia, e Blanco.

Franco Gigante

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