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L’ultimo cavallo di Troia del sistema museale ‘alla Franceschini’ merita l’ennesima interrogazione, e infatti mi propongo di presentarla a stretto giro. Il trasferimento in Giappone del Mosaico di Alessandro, che lasciando il Museo Nazionale di Napoli dovrebbe raggiungere Tokio dopo il restauro oggi in corso, già suscitava il sospetto che il contributo finanziario assicurato da una TV nipponica fosse un espediente per aggirare il divieto di movimentazione imposto dalla normativa vigente per le opere identitarie dei grandi musei statali e rendere il prestito più facilmente ‘digeribile’ dall’opinione pubblica. Oggi, però, a Firenze l’asservimento degli uffici ministeriali ai desideri del mega-direttore Eike Smidth è tale da consentirgli di farla ancora più sporca…. Da un paio di giorni circola la notizia della ‘inattesa’ ed ‘eccezionale’ scoperta, al Bargello, delle lamine d’argento utilizzate da Benvenuto Cellini per rendere più penetrante lo sguardo del granduca Cosimo de’ Medici nel monumentale busto di bronzo con dorature, realizzato negli anni 1545-1548, che lo assimila ad un imperatore romano. Ebbene, anche in questo caso un museo straniero, il Metropolitan di New York, in vista di una mostra sui ritratti medicei del XVI secolo che aprirà a giugno prossimo, ha cofinanziato l’intervento sulla scultura celliniana per assicurarsi il prestito, intervento che doveva però essere di “sola rimozione di alcuni prodotti di corrosione della lega formatisi all’interno del busto” e quasi per caso, mediante un approfondimento mirato, ha rivelato l’uso di una tecnica caratteristica della scultura classica. O almeno così ci raccontano. Il modesto impegno tecnico dell’operazione, ammesso dallo stesso Museo del Bargello, deve far supporre poco rilevante anche l’entità del contributo del MET: non c’è dubbio che lo Stato italiano potesse e dovesse condurre in porto l’iniziativa con risorse proprie. E invece, addio, Cosimo, e 100 di questi viaggi! Ironia a parte, si aggira la normativa secretando gli elenchi delle opere d’arte identitarie, e perciò inamovibili, dei singoli musei statali, dopodiché si cedono capolavori assoluti del nostro patrimonio artistico ai musei stranieri per le loro mostre – tutte epocali, sensazionali e irripetibili – in cambio di un piatto di lenticchie o, come in questo caso, di una lenticchia soltanto. Per finanziare interventi delicati e costosi si ricorra al vero mecenatismo, non a quello che chiede in cambio l’anima di un Paese! Non è dignitoso accettare l’elemosina di musei stranieri dal passato scabrosissimo, come il Metropolitan di New York, e dal presente quanto meno ambiguo. Un’ambiguità che lo stallo della nostra diplomazia culturale voluto dal Ministro in carica non fa che accentuare. Vogliamo parlare del Caravaggio fatto uscire illegalmente dall’Italia e finito a New York, o delle argenterie di Morgantina (EN) costrette a peregrinare ogni 4 anni fra Italia e USA o delle migliaia di pezzi “senza provenienza” la cui origine italiana e illecita non lascia dubbi?!

 

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Margherita Corrado (Senato, L’Alternativa c’è – Commissione Cultura)

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