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Al 33° Campionato Italiano Para-Archery di Grottaglie grandi prove da parte dei Nazionali che puntanoai Giochi di Tokyo. Vincono il tricolore assoluto Elisabetta Mijno e Stefano Travisani nell’olimpico, Maria Andrea Virgilio e Matteo Bonacina nel compound, Salvatore Demetrico nel W1 e Matteo Panariello nel Visually Impaired

 

Concluso il 33° Campionato Italiano Outdoor Para-Archery che si è disputato allo stadio comunale Atlantico D’Amuri di Grottaglie (Ta), grazie all’organizzazione degli Arcieri dello Jonio e del Comitato Fitarco Puglia. La mattinata è stata interamente dedicata alle finali per il titolo italiano assoluto individuale che ha visto in corsa per l’oro praticamente tutti arcieri della Nazionale. Per tutti loro e per il CT Willy Fuchsova che seguiva la competizione con particolare trasporto visto che si è trattato di un test event importante in vista dell’impegno internazionale di inizio luglio a Nove Mesto. In Repubblica Ceca gli azzurri, oltre a giocarsi i titoli continentali, disputeranno anche l’ultima gara di qualificazione paralimpica per riuscire ad arrivare a Tokyo con 10 pass, compresi quelli del W1, rispetto ai 7 già ottenuti ai Mondiali del 2019.
Tornando alle sfide di Grottaglie, la mattina è stata contraddistinta fin dall’inizio da raffiche di vento a folate molto forti che hanno messo a dura prova le prestazioni degli atleti.

VISUALLY IMPAIRED – Il primo match di giornata ha visto sulla linea di tiro gli atleti della categoria Visually Impaired, l’unica ancora non ammessa ai Giochi Paralimpici, ma presente agli Europei e ai Mondiali. Ad aggiudicarsi il tricolore assoluto è stato il campione continentale in carica Matteo Panariello (Arcieri Livornesi) che ha battuto 6-2 Antonio Del Fosco (Arcieri Arcobaleno). Panariello comincia bene portandosi subito sul 2-0, l’atleta abruzzese riesce a pareggiare il conto nella seconda volée arrivando al 2-2, ma poi esce fuori l’esperienza di Panariello che chiude il match vincendo i successivi due set che gli valgono il terzo tricolore assoluto dopo quelli vinti nel 2017 e 2018.
Toccanti le parole dell’atleta livornese, che poco tempo fa ha tragicamente perso il fratello: “E’ stata un’emozione grande – ha detto commosso -. Volevo fare il massimo per dedicare a mio fratello questo titolo e, anche se non sono riuscito a tirare come sarei in grado di fare, questa vittoria la dedico a lui con tutto il cuore e spero che da lassù abbia potuto seguirmi. Il vento? Un po’ di fastidio lo dava, ma sono abituato a gareggiare a Livorno su un campo molto ventoso, quindi posso ritenermi abituato a queste condizioni climatiche“.

W1 – La seconda finale di giornata ha visto la lotta per il titolo italiano tra Salvatore Demetrico (Dyamond Archery Palermo) e Fabio Luca Azzolini (Arcieri Orione). Alla fine è riuscito a vincere il suo secondo titolo italiano dopo quello del 2018 l’atleta siciliano, che ha battuto Azzolini 133-122, riuscendo a condurre il match fin dall’inizio e riuscendo a metterlo in sicurezza con un 30 alla quarta volée che non ha permesso all’atleta emiliano di rimontare.
Queste le dichiarazioni di Demetrico al termine della sfida che è valsa l’oro: “Nonostante le tante gare disputate per la prima volta mi sono giocato il tricolore contro Azzolini: lui è un grande arciere con tanta esperienza ed è tornato in forma: sono molto felice di averlo affrontato“. All’Italia manca il pass sia al maschile che al femminile nel W1: l’obiettivo di Demetrico e dei compagni di Nazionale è di arrivare a Nove Mesto a luglio e ottenere la qualificazione per Tokyo. L’arciere catanese in proposito ha le idee chiare: “Io mi sento pronto, spero di guadagnarmi la qualificazione e poi la convocazione per i Giochi Paralimpici“.

COMPOUND – Per quanto riguarda il compound la prima sfida di giornata ha visto il match tra la campionessa uscente Maria Andrea Virgilio (Dyamond Archery Palermo) e la compagna di Nazionale Giulia Pesci (Arcieri Ardivestra). L’atleta trapanese è riuscita ad avere la meglio sull’arciera lombarda vincendo 137-135 , firmando così il terzo successo consecutivo dopo quelli del 2018 e 2019, considerando che lo scorso anno il campionato non si è disputato a causa della pandemia.
Per Maria Andrea Virgilio una grande soddisfazione, anche in chiave Tokyo: “E’ stata una gara dura, sono contenta del risultato finale, perché il vento non era facile da gestire e poi c’era l’emozione nel disputare una finale. Sinceramente non sono stata sicura di vincere fino alla fine, proprio perché il vento era imprevedibile e l’errore dietro l’angolo“. Per quanto riguarda le Paralimpiadi, Virgilio va dritta al punto: “Cosa mi aspetto? Di andare a Tokyo e vincere“. E pensare che per lei sarebbe un esordio…
La finale maschile è stata giocata invece tra gli azzurri Matteo Bonacina (Arcieri delle Alpi) e Paolo Cancelli (Arcieri Dlf Voghera). A spuntarla e a vincere il suo primo tricolore assoluto è stato Bonacina, che ha mantenuto il vantaggio che si è guadagnato dopo la prima volée incrementandolo ulteriormente a metà gara, senza che Cancelli riuscisse a rientrare nel match. Il risultato conclusivo è di 140-132.
“E’ stata dura ma sono molto contento. Il vento era difficile da gestire, non fortissimo ma cambiava spesso direzione e quindi al momento del rilascio c’erano molte difficoltà. Le Paralimpiadi? Il mio obiettivo è farmi trovare pronto per qualsiasi esigenza”.

ARCO OLIMPICO – La penultima finale di giornata è stata quella del ricurvo femminile. In gara la pluridecorata campionessa delle Fiamme Azzurre Elisabetta Mijno e la compagna di Nazionale Veronica Floreno (Dymond Archery Palermo). L’atleta piemontese ha mantenuto i favori del pronostico piazzando nei momenti decisivi le frecce che sono valse la vittoria dei set, andando a chiudere la sfida sul 6-0. Si tratta del 7° tricolore assoluto per Elisabetta a partire dal 2010 anno nel quale l’attività paralimpica è tornata sotto l’egida diretta della FITARCO: il 4° consecutivo dopo quelli del 2017, 2018 e 2019.
Anche per l’azzurra, argento individuale a Londra 20212 e bronzo mixed team a Rio 2016, dichiarazioni in merito alle condizioni meteo e all’imminente possibilità di andare a gareggiare alla sua quarta Paralimpiade: “E’ stato difficile gestire la gara: sul campo gara il vento tirava in maniera molto diversa rispetto al campo dei tiri di prova. La tribuna riparava dalle folate fino a un certo punto e poi la situazione cambiava negli ultimi metri quando non c’era più le gradinate. Sono felice perché, nonostante queste condizioni, sono venute fuori delle belle frecce. Sono in forma – aggiunge – ma non faccio promesse in vista dei Giochi Paralimpici, perché bisogna vedere anche cosa faranno gli altri. Penso a fare del mio meglio e poi si vedrà, cercherò di mettere a frutto lavoro che ho fatto a casa e con la squadra. Dopo tutto questo lungo periodo senza competizioni all’estero scopriremo l’attuale livello internazionale a Nove Mesto. Per noi sarà importante confrontarci, perché la gara in Repubblica Ceca rappresenta le prove generali prima di Tokyo. Per me sarà la quarta Paralimpiade: vedremo cosa riusciremo a fare“.
Se nel ricurvo femminile l’Italia ha già 2 pass pronti per il Giappone, nel maschile l’Italia dovrebbe provare ad ottenere la seconda qualificazione proprio a Nove Mesto. A provarci potrebbero proprio i finalisti del Campionato Italiano, Roberto Airoldi (Arcieri Cameri) e il campione uscente Stefano Travisani (Fiamme Azzurre). Quest’ultimo è riuscito a bissare il tricolore del 2017, arrivando a quota 3 vittorie, tante quante ne aveva ottenute Airoldi, vittorioso con una tripletta nel 2013, 2014 e 2015. L’arciere milanese è riuscito a gestire mantenere una media più alta del suo avversario e a gestire meglio le folate di vento, andando a chiudere il match sul 6-0.
Queste le sue riflessioni al termine della partita: “Ieri ero partito bene nelle volée di prova e poi, dopo un 10 iniziale, ho fatto due 4 e ho dovuto dare tutto me stesso per recuperare posizioni. Credo che i problemi che ho avuto siano dipesi dalla mia poca esperienza nel gestire il vento a folate. Non ero abituato a mirare sul 4 per prendere il 10. Quando ho capito come comportarmi sono riuscito a riprendermi e ho gestito allo stesso modo anche gli scontri diretti. Pure in questa finale ho avuto qualche problema, ma credo che sia più un fattore mentale: se non sai cosa devi fare vai nel panico. Poi però con l’esperienza ti senti più sicuro e vai più tranquillo. Quindi questo campionato mi servirà molto anche in futuro“. Sugli obiettivi internazionali, invece, Travisani non si sbottona: “Sto cercando di non guardare a cosa fanno gli altri, mi concentro su ciò che farò io. Su Tokyo preferisco non pronunciarmi…“.

 

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