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Through deep ecology, I learned to consider nature as my real home, also trying to draw my sustenance from it.

The rediscovery of belonging to the “HomeTerra” is a way to recognize the sacredness of life, in all its facets, and among the natural mysteries, those that most intrigue me are those related to the knowledge of plants. Only plants can keep certain secrets. Plants are undoubtedly the living beings closest to the primordial spirit and are the repositories of the magical power of life. Suffice it to say that at the beginning of religiosity and divination it was the plants that gave the first images of a “psychic” world that accompanies the material one.

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Man wandering in nature has discovered the properties of some “spiritual” herbs that have allowed him to reconnect to the cosmos. In India, for example, the celebration of the full moon in July is particularly important because it is dedicated to the primordial Guru, who is Shiva himself, teacher of life and connoisseur of all the secrets of the forest and natural cycles.

In Europe and in the westernized world – unfortunately – the tendency to rationalize all knowledge and to regiment the calculation of time in an artificial way is one of the main causes of the conflict with the cycles of the Earth and of nature as a whole. This attempt to impose group mental thought-forms on seasonal and cosmic flows (which, in reality, should govern us), is causing ever greater dystonia with the Earth, also causing violence to our energy and biological systems.

It is as if our system fed on food not grown naturally, in gardens, but in factories, using synthetic ingredients. For humans, the way of living time is, in the present historical period, purely artificial, not following, as already mentioned, the cycles of nature.

Fortunately, there remain some “experiential cracks” that can lead us back to naturalness and one of these cracks is represented by the full moon of July. In this moment, with the arrival of the hot season, inhibitions are loosened, we feel closer to our origins, we like to go around naked and free and also the lunar rays are particularly strong and suggest new perspectives for holistic sharing.

In the Aztec culture, naturalistic theology was connected to the maximum expansion of the lunar disk, we perceive it for example in the hymn dedicated to the Venusian Feast. “The flower of my heart has opened, here is the midnight lady, she came – our mother – she came, she the goddess Tamoanchan …”

Paolo D’Arpini

 

Testo Italiano

Attraverso l’ecologia profonda ho appreso a considerare la natura come la mia vera casa cercando inoltre di trarre da essa il mio sostentamento.  


La riscoperta dell’appartenenza alla “Casa Terra” è un modo per riconoscere la sacralità della vita, in tutte le sue sfaccettature,  e fra  i misteri naturali, quelli che maggiormente mi intrigano sono quelli legati alla conoscenza delle piante.  Certi segreti solo le piante sanno conservare. Le piante indubbiamente sono gli esseri viventi più vicini allo spirito primordiale e sono le depositarie del potere magico della vita. Basti pensare che all’inizio della religiosità e della divinazione sono state le piante a dare le prime immagini di un mondo “psichico”  che si accompagna a quello materiale.


L’uomo vagando nella natura ha scoperto le proprietà di alcune erbe “spirituali” che gli hanno consentito di riconnettersi al cosmo. In India ad esempio la celebrazione  della luna piena di luglio è particolarmente importante perché dedicata al Guru primordiale, che è lo stesso Shiva, maestro di vita e conoscitore di tutti i segreti della foresta e dei cicli naturali.


In Europa e nel mondo occidentalizzato -purtroppo- la tendenza a razionalizzare tutta la conoscenza ed a irreggimentare il computo del tempo in modo  artificiale  è una delle cause principali  del conflitto con i cicli  della Terra e della natura tutta. Questo tentativo d’imporre forme-pensiero mentali di gruppo ai flussi stagionali e cosmici (che, in realtà, dovrebbero governarci), sta causando una distonia sempre maggiore con la Terra, provocando violenza anche ai nostri sistemi energetici e biologici.


E’ come se il nostro sistema si nutrisse di cibo non cresciuto naturalmente, negli orti, ma in fabbriche, usando ingredienti sintetici. Per l’umano, il modo di vivere il tempo è, nel presente periodo storico, puramente artificiale, non seguendo, come già detto, i cicli  della natura.


Fortunatamente restano delle “fessure esperienziali” che possono ricondurci alla naturalità  ed una di queste fessure è rappresentata dalla luna piena di luglio. In questo momento, con il sopraggiungere della stagione calda,  le inibizioni si allentano, ci sentiamo più vicini alle nostre origini, ci piace girare nudi e liberi ed inoltre i raggi lunari sono particolarmente forti e  ci suggeriscono  nuove prospettive  di condivisione olistica.


Nella cultura Atzeca la teologia naturalistica era  collegata all’espansione massima del disco lunare, lo percepiamo ad esempio nell’inno dedicato alla Festa Venusiana. “Il fiore del mio cuore si è aperto, ecco la signora di mezzanotte, lei è venuta – nostra madre – lei è venuta, lei la dea Tamoanchan…”

Paolo D’Arpini

Fonte: https://bioregionalismo.blogspot.com/2021/07/full-moon-in-july-return-to-nature-and.html?showComment=1625300944056#c1483939076630493536

 

Commento-integrazione  di Mara Lenzi: “Con Tina e Federica abbiamo fatto un giro a Marano  sul Panaro, al parco fluviale, alla fine del parco c’è un parcheggio di fianco il vecchio campo sportivo (è sulla strada), a 50 metri un ponticello di legno, dal ponticello al fiume 100 metri a piedi, lì abbiamo trovato il luogo perfetto per celebrare la Luna Piena di luglio ed  il Gurupurnima. C’è un tratto di fiume meraviglioso si sente l’acqua correre, abbastanza appartato, facile da raggiungere. Il fiume è perfetto per celebrare Shiva, il Ganga, lo Yamuna… noi abbiamo il Panaro. Il luogo che abbiamo individuato non è stato manipolato dall’uomo, possiamo portarci  alcune candele, incensi, prasad  e strumenti musicali… Durante l’incontro potrà essere presentato il libro  “Parlare, pensare e vivere senza dire io” di Lorenzo Merlo (di cui uno stralcio è pubblicato qui: https://www.spiritual.it/it/cultura/parlare-pensare-e-vivere-senza-dire-io-intervista-di-lorenzo-merlo-con-paolo-d-arpini,3,109476) poi canteremo dei mantra, a cura di Scintille di Luce,  ed infine condivideremo il prasad…Appuntamento alle ore 19 del 24 luglio 2021, presso il parcheggio del parco fluviale di Marano.
Per info logistiche: ariadistelle@gmail.com – 331.2250678

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