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Napoli, ex cinema Arcobaleno, smontata anche l’insegna

Mesto addio alla storica sala cinematografica vomerese

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            ” Quando stamani, passando per via Carelli, ho visto che stavano smontando anche l’insegna, benché fosse chiaro che, per dare corso alla nuova attività,  prima o poi anche quest’ultimo emblema dello storico cinema Arcobaleno, portando con sé tanti bei ricordi di generazioni di frequentatori, tra i quali i miei personali, sarebbe scomparso, comunque non ho potuto trattenere l’emozione e una lacrima mi è spuntata negli occhi “. A dare un nuovo mesto addio alla sala cinematografica vomerese è ancora una volta Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, già presidente della Circoscrizione Vomero, che per primo aveva segnalato la chiusura definitiva del locale, fotografando alla fine di marzo scorso le poltroncine smontate, con alcune di esse abbandonate sulle strisce blu poste sulla carreggiata antistante l’ingresso, fotografia in seguito diventata virale.

 

            Lo stesso Capodanno, da tempo in prima linea nella salvaguardia dei luoghi di aggregazione e di cultura presenti nell’ambito della municipalità collinare partenopea, già agli inizi del 2014, si era battuto, allora con esito positivo, promuovendo un flash mob e una petizione, pubblicata al link: http://tinyurl.com/Petizione-per-l-Arcobaleno , che raccolse oltre mille firme, per  scongiurare la scomparsa della storica sala cinematografica, all’epoca rimasta chiusa per alcuni mesi.

 

            ” Purtroppo – afferma amareggiato Capodanno -, a differenza di quanto avvenuto sette anni fa questa volta non c’è stato il lieto fine, con la riapertura della sala cinematografica, dopo la battaglia sostenuta insieme ai cittadini “.

 

            ” Il cinema Arcobaleno – ricorda Capodanno – nacque alla fine degli anni cinquanta con il nome Stadio, a ragione della vicinanza con lo stadio Collana che all’epoca ospitava le partite del Napoli. Successivamente, con il boom delle sale cinematografiche, agli inizi degli anni novanta, si ebbe la trasformazione con la nascita della multisala, con quattro sale e un’offerta variegata che comprendeva anche film d’autore e blockbuster “.

 

            “ Purtroppo – puntualizza Capodanno – su otto sale cinematografiche presenti solo nell’ambito del quartiere Vomero, un territorio di poco più di due  chilometri quadrati d’estensione, che fino alla metà del secolo scorso vantava la più alta concentrazione di questo tipo di strutture, già negli anni scorsi ne avevano chiuso cinque, l’Ideal in via Scarlatti, dove attualmente è ubicato un megastore, l’Ariston in via Morghen, sostituito da una banca, il Colibrì in via de Mura, al cui posto c’è un club fitness, il Bernini, sostituito da un negozio di abbigliamento per bambini e l’Abadir, già Orchidea, in via Paisiello dove è nato l’ennesimo supermercato. Per ultima si è aggiunta la chiusura  del cinema Arcobaleno, restandone dunque in funzione, rispetto al passato, solo due, per una popolazione di circa 48mila residenti “.

 

            ” Senza dimenticare – continua Capodanno – che proprio al Vomero, in via Cimarosa, nacque nel lontano 1909 il cinema italiano con gli stabilimenti della Lombardo film che, alcuni lustri dopo, avrebbe dato vita alla più grande casa cinematografica italiana: la Titanus “.

 

            ” Purtroppo – conclude Capodanno – , a parte gli effetti della pandemia, paghiamo, e non da oggi, la totale assenza d’iniziative valide e concrete, da parte degli enti competenti, per evitare  la scomparsa di luoghi di cultura ma anche di aggregazione e di socializzazione, come i cinema. Da tempo invece in altre città italiane, come Bologna e Firenze, nello specifico settore, i consigli comunali hanno approvato apposite norme, cosiddette “salva-cinema”, che consentono, anche attraverso convenzioni, la sopravvivenza di sale storiche come appunto il cinema Arcobaleno, laddove purtroppo nel capoluogo partenopeo non si può che registrare la più totale assenza di valide iniziative  nonostante la crisi che da tempo coinvolge il settore, solo aggravata dall’attuale pandemia “.

 

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