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“Scrivere crime mi ha insegnato a osservare la realtà e a non dare mai nulla per scontato e quando mi è capitata l’occasione di poter “ficcare il naso” in determinati ambienti, ho incontrato il Francese, nel senso che per la prima volta ho avuto la possibilità di approfondire metodi, psicologie, dinamiche di una particolare tipologia di criminale”.
Massimo Carlotto

Massimo Carlotto, tra i maestri del noir italiano, entra a far parte del Giallo Mondadori con Il Francese

Debutta nel Giallo Mondadori uno degli autori più amati e incisivi del noir: Massimo Carlotto entra a far parte della storica collana con Il Francese, un romanzo che fotografa con implacabile nitidezza le ombre e le stridenti contraddizioni della provincia italiana.

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Il nuovo, peculiare, protagonista di Massimo Carlotto non è il classico investigatore dei romanzi polizieschi. Al contrario, Toni Zanchetta, per tutti Il Francese, è un archetipo insolito di criminale. Proprio questa sua caratteristica offre al lettore la possibilità di leggere la storia come se stesse assistendo a un fatto di cronaca.

 

L’ambientazione è legata alla terra d’origine dell’autore, il Nord-Est, e al mondo della prostituzione della zona padana.

 

È qui che Massimo Carlotto costruisce un intrigo inedito nel panorama poliziesco e noir, non solo italiano ma anche estero, sempre con un occhio orientato alla cronaca nera e uno alla grande letteratura gialla.

Come agisce un macrò: Massimo Carlotto racconta le origini de Il Francese
Il Francese è un bell’uomo, spigliato, arguto, elegante, gentile. Un volto noto nei bar delle belle piazze della città del Veneto dove vive.

Della sua professione non si parla ad alta voce. Si bisbiglia che sia un “macrò”. Vende il corpo di dodici donne. Le chiama “Mademoiselle” e definisce una “Maison” la sua azienda. Di fatto è un protettore, ma gli è sembrato più chic creare un’atmosfera d’oltralpe per affascinare i suoi danarosi clienti di provincia.

Come tutti i criminali che sfruttano la prostituzione, il Francese vanta particolari doti manipolatorie, la capacità di alternare dolcezza a violenza e crudeltà, un’abilità consumata nel mentire.

Il macrò è un personaggio complesso. Nell’immaginario collettivo, come nel romanzo poliziesco, viene giustamente liquidato come una figura moralmente ripugnante che merita solo disprezzo. Infatti la narrazione su questi personaggi, anche nel cinema e nelle serie televisive, è spesso superficiale.

Scrivere crime mi ha insegnato a osservare la realtà e a non dare mai nulla per scontato e quando mi è capitata l’occasione di poter “ficcare il naso” in determinati ambienti, ho incontrato il Francese, nel senso che per la prima volta ho avuto la possibilità di approfondire metodi, psicologie, dinamiche di una particolare tipologia di criminale.

L’idea del romanzo è arrivata dopo, quando mi sono reso conto che attraverso un protettore avevo la possibilità di raccontare molto altro: la prostituzione d’alto bordo, quella di strada, la piaga della tratta, ma anche il mondo dei clienti, le torbide fantasie di provincia nascoste sotto il tappeto di un bigottismo imperante.

Mi sono divertito a costruire una trama dove il Francese è in grande difficoltà, rischia la libertà e la vita ed è costretto a confrontarsi con nemici spietati, con la Legge e anche con l’opinione pubblica.

Per un uomo abituato a ingannare e a sfruttare il prossimo, essere costretto a subire e a rivestire il ruolo di vittima dovrebbe mettere in discussione vissuto e certezze.

Ma i macrò sono diversi, osservano il mondo con altri occhi. Pensano e agiscono secondo regole proprie e sono sempre in grado di sorprendere.
Il Francese, nuovo personaggio criminale originale e complesso
Toni non perdeva mai occasione di ricordare alle dipendenti l’importanza del risparmio: ci teneva al fatto che ognuna decidesse a che età avrebbe lasciato il lavoro e nel frattempo si costruisse un’alternativa. La migliore era farsi mantenere da un uomo, meglio se legato dal vincolo del matrimonio. In realtà il Francese era solo preoccupato che non fossero in grado di pagargli l’affrancamento. In ogni caso fingere di sentirsi responsabile del loro futuro lo faceva sembrare una persona di buoni sentimenti, immagine che smussava il profilo dello sfruttatore.

 

Massimo Carlotto, Il Francese
Il Francese è nato a Padova e in Francia c’è stato solo in vacanza. È un cinquantenne che per anni ha lavorato per diverse bande dedite al crimine della prostituzione, ma ora ha deciso di mettersi in proprio.

Una scelta che rischia di costargli cara: quando una delle sue protette scompare, la polizia è decisa a incastrarlo, mentre la banda di serbi che gestisce la prostituzione in zona cerca di impossessarsi delle sue demoiselles.

Tra realtà e finzione, con Il Francese Massimo Carlotto regala al lettore un personaggio tanto ben costruito da sembrare reale, riuscendo anche a fornire un’inedita prospettiva sul mondo della prostituzione, sui suoi clienti e sulla società del Nord-Est opulenta e operosa, ma anche viziosa e corrotta.

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