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Il 23 febbraio u.s. il ministro degli esteri Di Maio, nel tentativo di impartire una lezione di etica diplomatica alla sua controparte russa, dichiarava al Senato:  “… ci siamo coordinati con il Presidente Draghi circa i prossimi passi da compiere per favorire una soluzione “diplomatica” della crisi sull’Ucraina. Siamo impegnati al massimo nei canali multilaterali di dialogo. Riteniamo tuttavia che non possano esserci nuovi incontri bilaterali con i vertici russi finché non ci saranno segnali di allentamento della tensione, linea adottata nelle ultime ore anche dai nostri alleati e partner europei”. Ed inoltre aggiungeva:  “L’Italia sta lavorando da mesi in ambito europeo e insieme agli Stati Uniti per adottare un impianto di possibili sanzioni di varia natura e intensità, che siano improntate a efficacia e fermezza nel segnalare a Mosca gli elevatissimi costi e le conseguenze che una sua offensiva recherebbe”.

Tali dichiarazioni sono state poi  rinforzate dalle parole di Draghi: “… le prevaricazioni e i soprusi non devono essere tollerati”. Ma, come si potrebbe supporre o sperare, Draghi  non si riferiva all’attacco militare che continua da anni contro  il Donbass da parte dell’esercito ucraino, che ha causato morti e sofferenze alla popolazione civile russofona, nonché la fuga  di centinaia di migliaia di donne e bambini, bensì al riconoscimento ufficiale  del Donbass da parte della Russia che ha lo scopo di  evitare una escalation  nell’aggressione ucraina.

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Comunque ritornando a bomba, ovvero al ministro degli esteri Di Maio, non possiamo trascurare che  facendosi egli  portavoce acritico delle posizioni USA UE  non meritasse una opportuna risposta   da parte del  suo omologo russo,   Sergej Viktorovič Lavrov,  che si è così espresso  “…una strana idea di diplomazia traspare nella  dichiarazione del ministro Luigi Di Maio, secondo cui non potranno esserci contatti bilaterali con Mosca fino a quando non ci saranno segnali di una non  interferenza  russa sulla situazione  ucraina. I partner occidentali devono imparare a usare la diplomazia in modo professionale.  La diplomazia è stata inventata per risolvere situazioni di conflitto e alleviare le tensioni, e non per viaggi vuoti in giro per i Paesi e assaggiare piatti esotici ai ricevimenti di gala”.

 

Povero Di Maio, gli è  andato di traverso il piatto esotico russo,  facendogli rimanere  il boccone amaro in gola…

 

Paolo D’Arpini

Fonte: http://altracalcata-altromondo.blogspot.com/2022/02/di-maio-lassaggiatore-ha-assaggiato.html

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