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RAI3_ ERNESTO MARIA RUFFINI A CHE TEMPO CHE FA_ ‘CHI EVADE RUBA ALLA COLLETTIVITA E RUBA A SE STESSO’ ‘SCIOGLIERE IL RAPPORTO TRA DOVERE DI LEALTÀ FISCALE E DIRITTO ALLA PRIVACY’ ‘SAREBBE ORMAI TEMPO DI TOGLIERE IL CONTANTE DAL MERCATO EUROPEO E LASCIARE LE MONETE ALLA STORIA’

Noi abbiamo un tasso d’evasione che ammonta a circa a 99 miliardi l’anno tra fiscale e contributivo. Lo stato incassa ogni anno circa 25 miliardi sulle accise e sui prodotti energetici, sul pieno di benzina, sull’elettricità, e se per impegno ogni cittadini fosse leale nei confronti della comunità e quell’evasione fiscale potesse essere ridotta, potrebbe avere un prezzo dei prodotti energetici inferiore di almeno il 50-60%, perché il paradosso è questo: chi evade ruba, ma ruba a se stesso, perché in qualche modo sega il ramo sul quale è seduto, ruba alla collettività ma anche a se stesso perché è il primo che si lamenta per esempio del prezzo della benzina. Potremmo eliminare di un terzo questa evasione per non avere queste accise, ma dovremmo eliminarla l’evasione fiscale perché chi evade in qualche modo viola il principio di uguaglianza, non si sente uguale agli altri, si sente più furbo rubando agli altri. Così il Direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini ospite a Che tempo che fa su Rai3.

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Sulla piccola e sulla grande evasione
Ciascuno fa la sua parte, il tema è che il disfavore sociale è più evidente nei confronti della grande evasione fiscale, ma in realtà anche la piccola evasione quando è sommata rende un buco nell’erario molto rilevante anch’essa. Dovremmo fare tutti la nostra parte, piccoli e grandi contribuenti.

Sui redditi compatibili agli acquisti
Ci sono una serie di regole a tutela anche della nostra privacy che devono essere osservate correttamente, ma in qualche modo nel nostro Paese ancora non si è sciolto il tema del rapporto tra il dovere di lealtà fiscale e il diritto alla propria privacy.

Ci sono più di 800 leggi sul fisco…
È uno dei nostri drammi questo, perché è una giungla di leggi in cui è facile perdersi per un cittadino onesto, ma è anche facile nascondersi per un cittadino disonesto. Il legislatore è arrivato al punto di decidere con una legge che in caso di dubbio sull’applicazione di una legge se qualcuno non la osserva non si applicano le sanzioni; cioè ha preso atto della giungla che c’è e allora invece di mettere ordine, come ci auguriamo faccia con la delega fiscale, con codificazione, con un ordine a tutte queste leggi sfoltendo se mai quelle inutili, ha deciso che chi viola può anche non avere applicate le sanzioni.

Sull’effetto dell’aumento del tetto al contante
Lì bisogna capire qual è la causa e qual è l’effetto, ci sono Paesi in cui il tetto è maggiore e l’evasione minore e ci sono Paesi come il nostro in cui il tetto se mai è stato minore, l’evasione non si è sconfitta, non si capisce dove nasce il problema. È probabile che laddove l’evasione non sia alta ci si possa consentire anche un tetto più elevato, ma soltanto fino al 2009-2010 il limite al contante in Italia di 12500 euro, per me una somma inimmaginabile ora. Credo che però questo Paese possa trovare il coraggio di fare una battaglia ancora più ambiziosa, perché il problema non è il tetto. Perché non si fa una battaglia per eliminare il contante nel mercato europeo ad esempio? Anche in questo momento di pandemia, dove la moneta è veicolo di batteri. Se un antico romano si trovasse oggi non riconoscerebbe quasi nulla, riconoscerebbe la moneta col suo potere d’acquisto. Sarebbe il caso di lasciarci la storia alle spalle e andare verso il futuro, lasciare soltanto alla storia le monete e le banconote.

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