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Nel bellissimo articolo di Marco Brusati ”  Gente che litiga parlando di guerra: la comunicazione conflittuale non aiuta la pace”  ad un certo punto si dice : Il territorialmente piccolissimo Vaticano e la grandissima Cina, l’uno come superautorità morale e l’altro come superpotenza economica stanno usando la parola ‘dialogo’, nelle sue declinazioni di ‘trattativa’, ‘no escalation’, ‘non allargamento del conflitto’. Per fermare le armi. Perché il dialogo non è una parola da applaudire solo in tempo di pace nei convegni, sui media o sui Social, ben riparati dietro una tastiera o sostenuti da un pubblico pagante o pagato.” Trovo questo ragionamento molto interessante e stimolante .  L’ italia del resto ha sempre avuto ottime relazioni con la federazione Russa e l’Unione Sovietica prima . Del resto il 2 Settembre 1933 venne firmato Il Patto italo-sovietico di amicizia e non aggressione (come riportato anche dalle Izvestija) venne sottoscritto da Regno d’Italia ed Unione Sovietica, sotto gli auspici dell’allora ambasciatore italiano a Mosca Bernardo Attolico. L’altro protagonista della creazione del trattato fu il ministro sovietico Maksim Maksimovič Litvinov che insieme all’ambasciatore in Italia Vladimir Potëmkin già da tempo lavorava a relazioni internazionali che potessero diminuire l’isolamento dell’URSS nel mondo. Purtroppo la scelta successiva dell’alleanza con la Germania Nazista non permise ulteriori sviluppi. Anche con l’ Ucraina ( o meglio con le terre dell’odierna Ucraina) il nostro Paese vanta buone relazioni fin dai tempi in cui lungo il Mar Nero transitavano i mercantili della Repubblica di Genova vi passavano per importare il grano . Come dimenticare che fu a poco più di due ore da dove oggi vi è maggiore tensione, nella città Russa di Taganrog che Giuseppe Garibaldi entrò nella Giovane Italia.

Oggi poi abbiamo tre fattori a nostro favore per essere gli artefici della pace in Ucraina, o meglio possiamo avere e trovare delle sponde che possono facilitarci in questo compito. La prima sponda è la Santa Sede. Papa Francesco da persona non europea di provenienza non ragiona con le logiche europee , la sua azione è terza non è influenzata direttamente, come i suoi predecessori dai disastri ideologici del secondo conflitto mondiale. La Santa Sede e Papa Francesco in particolare ha già fatto capire che non vuole che le chiese cristiane entrino nel conflitto . Molti anni fa Sul volo di ritorno da Costantinopoli a Roma, interpellato da un giornalista russo ortodosso, papa Francesco ha fatto una battuta non immediatamente comprensibile dai non esperti: “Dirò una cosa che forse qualcuno non può capire, ma… Le Chiese cattoliche orientali hanno diritto di esistere, è vero. Ma l’uniatismo è una parola di un’altra epoca. Oggi non si può parlare così. Si deve trovare un’altra strada”. Quindi non vuole che i cristiani siano elemento di divisione ma di unione nel senso vero del termine. Seconda sponda la Cina . La Repubblica Popolare Cinese detiene una quota significativa del debito pubblico statunitense ed inoltre l ’interscambio commerciale tra Cina e Russia ha raggiunto il volume record di 146,88 miliardi di dollari nel 2021, in aumento del 35,8 per cento annuo, secondo i dati ufficiali pubblicati dall’Amministrazione generale delle dogane della Cina. La Russia non ha ancora pubblicato le proprie statistiche ufficiali, ma il suo rappresentante commerciale in Cina, Alexei Dahnovskij, aveva già anticipato il medesimo dato nel corso di una intervista all’agenzia di stampa “Ria Novosti ”. Conviene alla Cina che la Federazione Russa sia esclusa dal sistema bancario Swift ? come farebbe visto che la stessa Cina ne fa parte ? Quest’ultimo aspetto vale per l’Italia che rischia molto sotto questo aspetto.
Cosa possiamo dedurre da tutto ciò l’Italia con la sponda della Cina (interessata a difendere i commerci) della Santa Sede (interessata ad aprirsi in modo nuovo ad Est) potrebbe portare al tavolo entrambe le parti senza compromettere la sua collocazione di alleanze. Allo stesso tempo sia Pechino sia la Santa Sede potrebbero trovarsi dalla stessa parte e facilitare il loro dialogo visto che l’accordo tra Il Vaticano e Pechino è in fase di scadenza. Insomma prove di disgelo per molti parti coinvolte. E i due attori principali di questo dialogo possono davvero essere il piccolo Vaticano e la grande Cina . Lo stesso Presidente Ucraino ha chiesto la mediazione della Cina la quale , incidentalmente dobbiamo ricordare , tramite la  cinese Bohai Commodity Exchange – con  sede a Tianjin, nel nord-est della Cina – ha acquisito una quota del 49,9 per cento del JSC PFTS Stock Exchange, società che gestisce il mercato azionario ucraino. La Cina ha implementato un proprio sistema di pagamento alternativo allo Swift (che suppongo interessi molto ora la Federazione Russa ) inoltre la Cina cerca di fatto un canale ufficiale con il Vaticano . L’accordo sulla nomina dei vescovi è , come dicevo , in scadenza e potrebbe essere il banco di prova per un dialogo tra le parti che possa divenire risolutivo per i tanti cattolici in Cina e per relazioni più stabili tra le parti.
In conclusione se i due Capi di Stato, di Russia e Ucraina si vogliono incontrare quale luogo migliore della Santa Sede che sarebbe garante di equidistanza per tutti . Un incontro magari promosso con la dissuasione morale della Cina

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Marco Baratto

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