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Si avvicinano le elezioni a Palermo

In primavera si vota

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di Fabio Sortino

Nella prossima primavera si terranno le elezioni amministrative a Palermo, ma non sembra che nei vari schieramenti ci siano le idee molto chiare. Il PD avrebbe deciso come suo candidato il Presidente dell’Ordine nazionale degli architetti Franco Miceli, ma lui stesso ha ritirato la sua candidatura. Per questo per dire come le idee siano poche e confuse nella sinistra, soprattutto dopo la disastrosa gestione del secondo mandato da parte dell’uscente Sindaco Leoluca Orlando che a parte una parte una politica di immagine e di facciata, fatta di parate lascia una città depressa, piena di buche e spazzatura e con la vergogna delle bare insepolte ai Rotoli. In effetti, chiunque sia il prossimo Sindaco di Palermo avrà un compito improbo, tra le altre cose anche quella di colmare il distacco tra politica e cittadinanza. Ma a parte la sinistra non sembra che le proposte delle altre parti politiche siano particolarmente convincenti. Siamo alla terza candidatura questa volta con Più Europa ed Azione di Calenda da parte di Fabrizio Ferrandelli, che dopo aver spaziato attraverso tutto l’arco politico approda all’affollato centro, limitandosi alla solita pur sacrosanta critica dell’amministrazione Orlando senza offrire proposte molto originali. Sicura anche la candidatura dell’assessore regionale all’ Istruzione Roberto Lagalla, uomo serio e competente ma in contrasto con la sua stessa coalizione, a parte l’Udc. Forza Italia schiera l’ex giovane rampante Francesco Cascio, uno dei protagonisti in Sicilia della discesa in campo di Silvio Berlusconi. Il che la dice lunga sulla credibilità dell’uomo, così come Francesco Scoma, candidato della Lega ex Forza Italia, anche lui protagonista del forzismo rampante che fu. Non sentiamo la mancanza di un Sindaco leghista a Palermo, città multietnica per vocazione che non tollera il razzismo a cui è improntato il partito di Salvini. Così come personalmente non sarebbe gradita la carica di Sindaco per la delfina di Giorgia Meloni, Carolina Varchi. Il populismo e il fascismo di Fratelli d’Italia sarebbero la ciliegina sulla torta per la già disastrata Palermo. L’Italia Viva di Renzi viene rappresentata nel capoluogo siciliano da Davide Faraone, presenzialista e parolaio che non crediamo sarebbe il toccasana per Palermo. A completare il ventaglio dei candidati  si presenta Luigi Arico’  del partito del Presidente della Regione Nello Musumeci, deludente governatore che ha spaccato la sua stessa coalizione. I primi sondaggi danno in vantaggio Ferrandelli, Lagalla e Faraone, quantomeno perché più popolari. Come si può facilmente notare i candidati non sembra siano all’altezza di risolvere gli enormi problemi di Palermo. Si rischia di fare addirittura un passo indietro rispetto alla già disastrosa sindacatura di Orlando che perlomeno possiede un notevole spessore culturale e che pur appannato, negli anni del suo fulgore ha dichiarato la sua mentalità antimafiosa cambiando l’immagine della città di Palermo. Per il resto la sua eredità è fatta di malgoverno, inerzia e cattiva amministrazione della città, che manca delle basi per essere un capoluogo moderno e funzionale. Però non si vede come questi candidati possano risolvere la drammatica e tragica situazione di Palermo. Sono tutti nomi triti e ritriti, che non convincono le loro stesse coalizioni e che sanno di provincialismo e demagogia. Lo stesso Ferrandelli anche lui ex giovane rampante ed ex delfino di Orlando, di cui poi è diventato acerrimo nemico, non è più un nome nuovo anzi, dopo due sconfitte alle precedenti amministrative, che si è fatto coinvolgere dall’esibizionismo di Calenda da cui è sponsorizzato, non sembra la soluzione ideale. La sinistra vorrebbe schierare Franco Miceli che però è restio a presentarsi. Stupisce la distrazione e la superficialità del PD verso elezioni così importanti come quelle di Palermo che è la quinta città d’Italia e che ha vasta eco a livello nazionale. Completano il già deludente quadro l’autonomista Totò Lentini, l’ex direttrice delle carceri palermitane Rita Barbera e l’ex leghista no green pass Francesca Donato. Palermo merita di più e soprattutto avrebbe bisogno di altro.

 

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