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Una fondazione s’incaricherà di gestire la Certosa di Trisulti? Che il complesso sia vastissimo, le spese di manutenzione e gestione cospicue, e che la promozione (in primis quella culturale) necessiti di fior di specialisti, è cosa nota. Sul fatto che lo Stato, dopo avere scongiurato che l’antico complesso medievale finisse nelle mani di Steve Bannon, debba trovare un soggetto finanziariamente altrettanto forte con cui collaborare per metterlo in grado di essere fruito al meglio delle sue possibilità, non ci piove. Eppure qualche brivido corre nella schiena di molti di noi, in questi giorni. Si sa, infatti, di un recentissimo tavolo ministeriale, presenti il titolare del dicastero ma anche il Direttore generale Musei e quello regionale del Lazio, nonché attori locali, per confrontarsi sul futuro di Trisulti, in specie sulle prospettive di uno sviluppo sostenibile della Certosa che, com’è noto, è sita in agro di Collepardo (FR). Si sa anche, però, ma informalmente, di un evento svolto martedì 12 aprile da un privato in quella sede, a porte chiuse e senza che sia dato conoscere le finalità. Un Press Trip, così lo chiamano: un viaggio/incontro esclusivo riservato alla stampa straniera, organizzato in questo caso da Ifexperience, agenzia specializzata nella gestione di eventi di lusso legati al mondo dell’arte. L’ha promosso “Officina profumo-farmaceutica di S. Maria Novella S.p.a.“, che oltre ad essere l’antica farmacia storica di Firenze, è da poco rientrata nel gruppo Pesenti, che muove svariati interessi e possiede anche una propria fondazione. Cosa devono pensarne i cittadini italiani? È una graziosa concessione al privato per la sola serata di gala oppure al Collegio Romano hanno già deciso di legare le sorti della Certosa ad “Officina profumo”? L’autorizzazione sarebbe stata concessa direttamente dal Capo di Gabinetto del Ministro, che nel MiC odierno è come dire dal Segretario Generale. Non mi resta che chiedere loro una copia dell’istanza di “Officina profumo” per lo svolgimento dell’iniziativa di Trisulti, sperando che la richiesta espliciti anche le motivazioni e il ritorno economico che l’autorizzazione avrebbe garantito allo Stato. In generale, nella prospettiva di una gestione pubblico-privata, auspicabile a condizione che lo Stato faccia lo Stato, la trasparenza va coltivata da subito e senza eccezioni.

 

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Margherita Corrado (Senato, Gruppo Misto – Commissione Cultura)

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