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La data del 25 aprile costituisce, come giustamente ricordato dal ministro dell’istruzione, Patrizio Bianchi, una delle ricorrenze più importanti per la democrazia italiana insieme al Primo maggio, Festa dei lavoratori, e al 2 giugno, Festa della Repubblica. La giovanissima Repubblica italiana affonda le sue radici nei valori e nel sacrificio delle generazioni dello scorso secolo, che hanno offerto le proprie vite in ragione di ideali umanitari basilari: uguale dignità sociale, libertà, democrazia, solidarietà per tutti.

La possibilità del confronto e dell’espressione delle proprie opinioni, anche quando divergenti dalla linea governativa, sono privilegi propri degli Stati più avanzati; la mancanza di tali premesse è sempre foriera di regimi liberticidi ostili all’espressione individuale e profondamente oscurantisti. Ecco perché il 25 aprile va ricordato nelle aule scolastiche; perché furono soprattutto i giovani, con la forza del loro entusiasmo e la naturale rivolta contro l’oppressione nazifascista, a contribuire all’istituzione di sistemi politici evoluti, atti a sfociare in rappresentanze parlamentari veramente degne del loro ruolo, in grado di produrre uno dei documenti più alti della democrazia mondiale: la nostra Costituzione.

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Sandro Pertini, ex partigiano nonché uno dei nostri Presidenti della Repubblica più amati, in un discorso pronunciato il 25 aprile 1973 in qualità di presidente della Camera dei deputati (Pertini, il presidente partigiano, documento RAI), di fronte ai cittadini riuniti in Piazza del Duomo a Milano, esortava i giovani a conoscere le pagine più dolorose del nostro recente passato, partendo proprio dalle lettere di chi era stato punito immeritatamente con la condanna a morte o l’esilio, semplicemente perché tenacemente difendeva diritti inalienabili che oggi sembrano scontati ma che devono essere sempre custoditi con gratitudine.

Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani (CNDDU) propone di far riflettere gli studenti ripartiti in gruppi di lavoro sul valore della libertà, sulla scorta anche degli ultimi drammatici eventi internazionali. La libertà sia un denominatore dell’intera umanità, in quanto laddove manchi vengono meno anche la possibilità di riscatto e speranza per tutti gli uomini.

#InsiemeVersoil25aprile

prof. Romano Pesavento

Presidente CNDDU

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