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Un brano ricco di emozioni e intriso di speranza e coraggio. Questo racchiude ‘Pezzi’, il nuovo singolo del talentuoso artista Jeremy Denver, al secolo Vincenzo Giaramita. Rabbia, libertà e voglia di rinascere: Jeremy racconta un periodo difficile della sua vita e la volontà di rimettersi in gioco.

Ecco cosa ci ha raccontato.

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Come procede questo periodo della tua vita?
Sicuramente non è uno dei momenti più facili della mia vita, ma penso che di questi tempi ci si possa accontentare anche di un solo sorriso. La pandemia, la guerra in corso, la paura per il proprio futuro, i 30 che si avvicinano. Potrei dire che è anzi uno dei momenti più confusi della mia esistenza. Però la vita mi ha insegnato che esiste un ordine anche nel caos e soprattutto che i risultati migliori arrivano dal sacrificio e dall’impegno, per questo cerco sempre di dare il massimo in ciò che faccio e anzi, gli amici dicono che a volte dovrei essere meno duro con me stesso.

Che riscontro stai ricevendo dalla gente che ti segue?
Le persone che mi seguono non sono molte a livello numerico ma sono tutte molto “affiatate”, aspettano le release, mi scrivono in privato sui social, supportano la musica che faccio uscire. Il mio è un po’ un ambiente “intimo” al momento, siamo pochi ma buoni, come si dice. Del resto la mia musica tratta spesso tematiche un po’ abbandonate ultimamente, tendo sempre a fare un cammino introspettivo nei miei brani e a volte ho come la sensazione che la gente prediliga la musica leggera, come se fosse un modo per staccare la spina in un certo senso. La mia musica invece molto spesso parte da dei pensieri o da qualcosa che mi turba, quindi non mi aspetto di essere ascoltato da tutti. Sono un po’ pesante, non posso fare musica leggera.

Su quale palco ti piacerebbe esibirti?
Sul più grande a disposizione. Il fatto che abbia 28 anni non significa che non sia capace di sognare, o al contrario che abbia i piedi per terra. Certo, cerco sempre di prevenire e di cadere in piedi (se proprio devo cadere) e questo è come rendo omaggio alla mia maturità. Per il resto è come quando avevo 16 anni, altri jeans ma stessi sogni.

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