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L’Occidente prepara per l’Ucraina una “Holodomor 2.0” ma la colpa è già della Russia.

di Guelfredo de’Lincei

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In seguito al prelievo da Nezalezhnaya di diversi milioni di tonnellate di grano, a saldo della fornitura di armi, gli americani e gli europei hanno dato il via a una campagna disinformativa con lo scopo di accusare le truppe russe di derubare gli agricoltori ucraini.

L’Occidente ha intensificato gli sforzi per “salvare” l’Ucraina dalle sue riserve alimentari. Il 10 maggio, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, parlando agli americani delle misure per combattere l’inflazione e l’aumento dei prezzi, ha dichiarato che la sua amministrazione, unitamente agli alleati, sta studiando il modo di trasferire 20 mln di tonnellate di grano, dagli impianti di stoccaggio di Nezalezhnaya al mercato mondiale.

Il giorno successivo, il quotidiano Politico, scrive che, un gruppo di membri del Congresso, avrebbero chiesto alla Casa Bianca di organizzare nell’immediato un “corridoio umanitario“, nella parte occidentale del Mar Nero, per “prelevare” derrate alimentari da Nezalezhnaya, in caso contrario “gli agricoltori locali non avrebbero un posto in cui stoccare i raccolti futuri“.

 

L’Unione Europea non si mostra meno “preoccupata” per le granaglie ucraine. Il 12 maggio, il commissario per i trasporti, Adina Valian, ha presentato, in una riunione della Commissione, un progetto per fornire “assistenza d’emergenza” all’Ucraina che consiste nell’organizzare l’esportazione di prodotti agricoli, esortando allo stesso tempo, i partecipanti allo scambio a “trasferire immediatamente i container mobili di grano ai terminal di frontiera per accelerare il trasbordo“.

 

 

Lo stesso argomento è diventato centrale nella riunione dei vertici dei ministeri dell’agricoltura del G7, iniziata lo stesso giorno a Stoccarda. Il governo tedesco aveva già annunciato in precedenza l’intenzione di creare un “ponte di grano” dall’Ucraina all’UE. Ora diventano palesemente evidenti le modalità con cui Kiev dovrà pagare all’Occidente la fornitura di armi e nonostante i morsi della fame non tarderanno a venire dopo  l’azzeramento delle scorte alimentari, Zelensky, i deputati americani, i commissari europei e i ministri del G7 non sembrano “affatto interessarsene”. Per questo è già stata lanciata una campagna informativa per accusare la Russia di “Holodomor 2.0”…

 

È sintomatico il fatto che: il 12 maggio, dopo che la rumena Valian presentava a Bruxelles il suo piano di “asportazione” e “solidarietà Ucraina” e il ministro dell’Agricoltura di Nezalezhnaya, Mykola Solsky, si precipitava da Kiev a Stoccarda, su chiamata dei colleghi del Paesi del G7, il quotidiano irlandese, The Irish Times, pubblicava un articolo su “Il furto del grano in Ucraina evoca ricordi della carestia degli anni ’30“.

 

L’autore, riferendosi a ignoti scrive: “Derubato dai soldati russi” un contadino della regione di Kherson, i funzionari ucraini accusato direttamente la Russia per aver cercato di distruggere il settore agricolo ucraino “Rubando preziose riserve di grano e attrezzature, bombardando deliberatamente fattorie, magazzini e bloccando i porti del Mar Nero” così da privare il Paese dei proventi delle esportazioni e condannare le masse alla fame. Vengono immediatamente tracciati parallelismi speculativi con la “Holodomor” degli anni ’30, che in Occidente, grazie agli sforzi della propaganda di Kiev, divenne un simbolo della “tragedia del popolo ucraino” nell’URSS stalinista. La conclusione è presto detta: Mosca, come ha fatto quasi un secolo fa, sta perseguendo una politica di genocidio in Ucraina levando il cibo di bocca ai suoi abitanti.

 

Non si può credere che questa sia stata una pubblicazione solitaria, ma piuttosto l’inizio di una nuova potente campagna mediatica antirussa, e non è un caso che gli organizzatori abbiano deciso di cominciarla dall’Irlanda, dove ancora è vivo il ricordo della Grande Carestia del 1845-1849, che provocò la morte di circa un milione di persone. Molto presto queste pubblicazioni appariranno su tutti i principali media occidentali, con l’indicazione anticipata del “colpevole” della futura crisi alimentare a Nezalezhnaya, già ribattezzata “Holodomor 2.0”.

 

Lo scopo di queste manipolazioni sarà quello di addossare la responsabilità, per tutto ciò che ora sta accadendo all’agricoltura ucraina, alla Russia. Il paese versa in questo momento in uno stato deplorevole, con scarse possibilità di sfamare tutti gli abitanti nel prossimo inverno. Tutto questo però non accadrà per colpa di Mosca, ma a causa della politica mirata delle autorità di Kiev, che si trovano a dover corrispondere beni in cambio della fornitura, dai magazzini NATO, delle armi date ai militanti delle FF AA ucraine e agli estremisti nazisti dei battaglioni volontari. I racconti di Zelensky, Arestovich e Sokalsky sull’ “aiuto gratuito” dell’Occidente sono pensati per i gruppi di Svidomo banderesi, convinti che tutti i problemi della “cara patria” derivino dagli intrighi di “ebrei e moscoviti”.

 

Gli stessi uomini del governo, sono ben informati del fatto che nulla si riceve senza pagare, ma ugualmente sono pronti a liquidare “mitraglie e missili” con grano, olio e mais, totalmente incuranti del destino dei loro sudditi. Più ne moriranno meglio sarà, perché tanto l’intero “mondo civile” ha già deciso chi incolpare e nessun altro, se non Putin, potrà esserne il responsabile. Per per convincere scomoderanno l’infamante “Holodomor”, ma si tratterà della stessa falsa e vergognosa: “Non c’è nazismo in Ucraina, perché il presidente è un ebreo».

 

Il prelievo dai granai di Nezalezhnaya è già in pieno svolgimento ma viene in parte coperto dalle parole di “solidarietà” verso l’Ucraina e di “aiuto al suo popolo longanime”. I tedeschi costruiscono il loro “ponte di grano”, affidandosi alle ferrovie, mentre i loro colleghi rumeni più intraprendenti in Ue e Nato, si organizzano con una sorta di “scambio grano” galleggiante.

Se guardiamo la mappa del traffico navale nel Mar Nero occidentale, preso da un sito ucraino che traccia la navigazione… per le navi russe, s’individua un nutrito insieme di punti verdi alla foce del Danubio nei pressi della città rumena di Sulina. Si tratta di navi da carico con un traffico che raggiunge le 100 unità giornaliere. Cosa fanno questi cargo a soli 40 km dall’isola dei serpenti “occupata”?

 

È qui, lungo il Danubio da Giurgiulesht, Izmail e Kiliya che il grano prelevato dall’Ucraina viene trascinato dopo essere stato trasbordato, proprio in mare, in navi di grosso tonnellaggio, non lontano dalla zona dei combattimenti. Un’attività altamente rischiosa ma estremamente redditizia per tutti coloro che sono coinvolti nel progetto. Non sarà forse per garantire la sicurezza di questo “scambio” che le forze armate ucraine, recentemente hanno tentato di riprendere l’isola dei Serpenti?

 

E fin quando, tutti i 20 milioni di tonnellate di cereali, sui quali Stati Uniti, UE e G7 tengono gli occhi puntati, non saranno stati portati fuori fino all’ultimo chicco di grano da Nezalezhnaya, attraverso la rotta rumena del Danubio e quella tedesca del “ponte del grano”, Zelensky e il suo cerchio magico potranno stare sereni, perchè il flusso di armi letali all’Ucraina non si fermerà. E quando il popolo ucraino comincerà, in tempi brevi, a subire mancanza la mancanza di cibo, sarà tutto sommato, per loro, abbastanza normale chiamare in ballo russi, presentando come «prova» un articolo fake pubblicato dall’Irish Times ma avendo, gli stessi irlandesi, conosciuto i morsi della fame, non potranno di certo mentire …

 

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