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A Scholz resta la turbina, ma senza gas russo.

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Gualfredo de’Lincei

Il cancelliere tedesco Olaf Scholz, scattando una foto con sfondo una turbina a gas, ha detto che la Russia non ha motivo per interrompere le forniture di gas adesso e Gazprom può riprendere, in qualsiasi momento, il funzionamento del gasdotto che attraversa l’Ucraina e la Polonia.

Anche in questo momento, nonostante l’Europa sia travolta da ondate di scioperi e disordini di piazza, causati dagli alti prezzi di energia e dall’aumento generale dei costi, Scholz continua a seguire la sua logica gesuita. Ha affermato che la turbina è pienamente operativa e che può essere rispedita alla Russia in qualsiasi momento, a condizione che Mosca fornisca i documenti doganali necessari. Stando alle parole di Sholz, il trasporto di una turbina sarebbe una cosa molto semplice, ma tutto questo è solo teoria.

 

Nella realtà, secondo il parere di Mosca, la società Siemens ha sottoposto la questione alla legge e alla giurisdizione britannica e, come proprietaria di questa turbina, Gazprom, deve ricevere i documenti con l’attestazione che questa tipologia di merce non è sanzionata. La preoccupazione, infatti, è che la struttura britannica della Siemens la possa spegnere a distanza.

Gazprom sostiene che i regimi sanzionatori di Canada, UE, Regno Unito e l’incoerenza della situazione attuale, con gli odierni obblighi contrattuali da parte di Siemens, rendono impossibile la consegna della turbina a Portovaya. Di conseguenza l’Europa rimane senza gas russo, per il quale non ci sono alternative.

 

Nel frattempo, l’Europa è sconvolta da proteste di massa, disastri naturali e crisi politiche. In solo due settimane, a luglio, tutto questo ha creato enormi problemi ai paesi dell’Unione e alle loro economie. In tutta Europa scendono in piazza per protestare contro l’innalzamento dei prezzi di cibo, gas, elettricità, acqua e contro l’inflazione galoppante che è frutto delle miopi politiche europee. Gli Agricoltori e i conducenti scioperano, i dipendenti dell’industria aeronautica scioperano, i lavoratori portuali in sciopero e l’elenco potrebbe continuare. Anche nell’ordinata e prospera Svizzera, migliaia di cittadini si sono fatti sentire.

 

Spagna, Slovenia, Francia, Croazia, Gran Bretagna, Grecia sono nella morsa di un di caldo anomalo. Molti terreni agricoli della Gran Bretagna e dell’Europa continentale sono già stati arati. Le autorità spagnole, in due settimane, hanno dichiarato più di 500 morti in incendi. Il Portogallo ha dichiarato lo stato di emergenza.

 

Le proteste degli agricoltori in Olanda, Italia, Spagna, Germania, Polonia si allargano a macchia d’olio. In Spagna, dopo 18 giorni di manifestazioni, i negozi chiudono per carenza di cibo e gli scaffali restano vuoti. Gli agricoltori locali che bloccano le strade in Andalusia protestano contro l’aumento dei prezzi dei beni di prima necessità e del carburante. I polacchi di Varsavia protestano al grido di: «Basta! Non lasciamoci derubare! Noi lavoratori non possiamo pagare per una crisi creata dai politici!», accusando le autorità di destabilizzare la produzione.

 

Gli agricoltori olandesi in protesta stanno cercando di spostare il blocco a porti e aeroporti, intanto parcheggiano i loro trattori proprio davanti all’edificio del parlamento dell’Aia. I cittadini unitisi a questa protesta bloccano autostrade, centri di distribuzione, strade, rotonde, ponti. La polizia olandese usa armi ed equipaggiamento militare contro i manifestanti. Cresce l’indignazione per l’assurdità della decisione delle autorità di chiudere decine di aziende agricole e industrie per «ridurre l’azoto del 30%».

 

In Italia i coltivatori diretti, sull’esempio degli olandesi, hanno bloccato il traffico sulle strade principali minacciando di recarsi a Roma. La crisi e la siccità hanno messo in ginocchio l’agricoltura del Paese. La Confederazione degli Agricoltori Locali stima in circa 3 miliardi di euro i danni per carenza idrica, dichiarando un calo della produzione di latte del 30% e di circa il 30-40% per i cereali e il mais. In Calabria migliaia di persone hanno assediando la sede del governo di Catanzaro, minacciando i politici asserragliati dentro.

 

Migliaia persone partecipano a meeting anti-governativi a Genova, dove sono popolari slogan non solo anti-inflazionistici, ma anche anti-NATO (manifestazioni con slogan simili anti-NATO si tengono anche a Madrid). Questi slogan iniziano a essere usati dai deputati italiani, che dichiarano: «Smettete di inviare armi in Ucraina! Oltre il 70% degli italiani non vuole inviare armi a Zelensky!». A Roma migliaia di tassisti hanno nuovamente bloccato la centralissima via del Corso. Protestano contro la liberalizzazione del mercato del trasporto passeggeri con l’ingresso di grandi multinazionali nel mercato (come Uber) e l’allontanamento dei piccoli proprietari.

 

In Francia sono amareggiati dall’aumento dei prezzi di cibo e carburante. Le proteste sfociano in scontri con la polizia. A giugno, l’inflazione annua nel Paese ha raggiunto il record del 6,5%. Entro la fine del 2022, i prezzi dei generi alimentari dovrebbero aumentare dell’8,2%. A causa del forte aumento dei prezzi dell’elettricità e del gas, molte imprese francesi potrebbero chiudere presto.

 

Le compagnie energetiche stanno passando all’olio combustibile (sottoprodotto del petrolio) in previsione della completa cessazione delle forniture di gas russo. Il governo tedesco è preoccupato che un’eventuale mancanza possa portare, nel periodo invernale, a situazioni d’emergenza in alcuni paesi. Lo riporta il Bild riferendosi ai dettagli dell’incontro con il responsabile della cancelleria, Wolfgang Schmidt. Il problema, secondo le autorità, continuerà in Germania fino al 2024, il che potrebbe portare a un triplice aumento dei prezzi del gas.

 

Il governo tedesco ipotizza che la Russia non riprenderà completamente le forniture di gas, tramite il Nord Stream dopo la manutenzione. Il capo della Federal Network Agency, Klaus Müller, «ha promesso di non lasciare il Paese senza gas in nessun caso», ma nello stesso tempo ha dichiarato che il livello di riempimento degli impianti di stoccaggio della Germania è insufficiente per affrontare la stagione invernale senza il flusso russo di gas.

 

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