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Ventuno parlamentari di Paesi arabi e africani esprimono sostegno alla rivolta in Iran

Ventuno parlamentari di Giordania, Palestina, Yemen, Tunisia e Mauritania hanno rilasciato una dichiarazione congiunta per esprimere il loro massimo sostegno alla rivolta nazionale in Iran e hanno chiesto alla comunità internazionale di riconoscere il diritto del popolo iraniano di difendersi con ogni mezzo possibile e di rovesciare il regime.

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Il testo della dichiarazione recita:

Dalla metà di settembre, le proteste si sono diffuse in tutto l’Iran. Queste rivolte, guidate soprattutto da donne e giovani, si sono presto estese a tutte le 31 province. Scandendo slogan di morte a Khamenei, i manifestanti vogliono rovesciare la dittatura religiosa e non eletta. Le forze repressive hanno sparato gas lacrimogeni contro i manifestanti e hanno aperto il fuoco contro di loro.

Il nuovo ciclo di rivolte si è scatenato quando Mahsa Amini, una ragazza di 22 anni della provincia del Kurdistan iraniano, è stata arrestata a Teheran con il pretesto di indossare impropriamente il velo. Mahsa è stata picchiata a morte dalla polizia. Il 25 settembre, almeno 180 manifestanti erano stati uccisi e innumerevoli altri erano rimasti feriti. Interrompendo Internet in gran parte dell’Iran, i governanti del regime iraniano stanno cercando di impedire la diffusione di notizie e immagini che rivelino le dimensioni della rivolta e vogliono impedire la divulgazione del massacro che stanno commettendo. Per questo motivo, la comunità internazionale deve garantire il libero accesso a Internet alla popolazione iraniana.

Mettendo a repentaglio la propria incolumità, le Unità di resistenza svolgono un ruolo importante nell’organizzare e portare avanti le proteste e nel resistere alla repressione.

Esecuzioni e repressioni sono state all’ordine del giorno negli ultimi 40 anni sotto il governo degli attuali leader del regime iraniano, come la Guida Suprema Khamenei e il suo attuale presidente, Ebrahim Raisi. Amnesty International ha ripetutamente chiesto che Raisi sia perseguito per il suo ruolo nel massacro dei prigionieri politici del 1388. In quell’anno, 30.000 prigionieri politici furono giustiziati dalla fatwa di Khomeini, e il 90% di loro apparteneva all’Organizzazione dei Mojahedin del Popolo dell’Iran (PMOI/MEK). Durante la rivolta del novembre 2019, più di 1.500 manifestanti sono stati uccisi dalle Guardie rivoluzionarie del regime.

In base a quanto sopra, noi firmatari di questa dichiarazione facciamo appello alle Nazioni Unite, agli Stati membri dell’ONU e alle altre organizzazioni internazionali:

– In nessun momento la prospettiva di un cambiamento in Iran è stata così vicina. È tempo di riconoscere il diritto del popolo iraniano di difendersi con ogni mezzo possibile per rovesciare questo regime.

– L’uccisione dei manifestanti in Iran deve essere condannata con forza e devono essere prese misure urgenti per fermare la repressione del regime. Il caso dei crimini di questo regime dovrebbe essere deferito al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e i responsabili dei crimini dovrebbero essere portati davanti alla giustizia.

– Il popolo iraniano ha un’alternativa democratica i cui obiettivi si manifestano nel piano in 10 punti della signora Maryam Rajavi, presidente eletto del Consiglio Nazionale della Resistenza dell’Ian, che merita il nostro pieno sostegno.

– I negoziati e i rapporti con il regime iraniano e la prosecuzione delle relazioni con esso devono essere subordinati al rilascio di tutte le persone arrestate durante la rivolta.

I firmatari di questa dichiarazione congiunta sono i seguenti:

Dr. Khaldoun Hina, member of the Jordanian Parliament, head of the Foreign Affairs Commission
Dr. Teyssir Krishan, member of the Jordanian Parliament, head of the Health and Environment Commission
Engineer Khalil Atiyeh, member of the Jordanian Parliament, deputy speaker of the Arab Parliament
Dr. Eid Naeemat, member of the Jordanian Parliament
Dr. Ismail Mushaghebeh, member of the Jordanian Parliament
Dr. Abdurrahim Moaye’a, member of the Jordanian Parliament
Yahya Obeydat, member of the Jordanian parliament
Dr. Ahmed Khalaileh, member of the Jordanian Parliament
Zeinab Bedoul, member of the Jordanian Parliament
Esma Rewaheneh, member of the Jordanian Parliament
Mohammad Ebabaneh, member of the Jordanian Parliament
Seham Sabet, member of the Palestinian parliament
Mohammad Leham, member of the Palestinian parliament
Abdulwahab Moawezah, member of the Yemeni Parliament, head of the Human Rights Commission
Ali Moameri, member of the Yemeni parliament
Abdulrahman Saleh Moazeb, member of the Yemeni parliament
Abdullah Na’amani, member of the Yemeni parliament
Saham Sharighi, member of the Tunisian Parliament
Dr. Abdussalam Harmeh, head of the Mauritanian Sawab faction, member of parliament
Lawyer Biram Eldah Obeid, member of the Mauritanian Parliament, presidential candidate (2019)
Tahereh Ali, member of the Mauritanian Parliament

 

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