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Che governo sarà?

Mentre scriviamo non si è ancora formato il governo di Renato Schifani

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di Fabio Sortino

Dopo un mese dalle elezioni regionali del 25 settembre scorso che ha proclamato Presidente il forzista Renato Schifani, non si è ancora formato il governo. Probabilmente quando l’articolo andrà in stampa l’esecutivo regionale sarà nato, ma il ritardo è già grave e la dice lunga sulle lungaggini burocratiche e sull’immobilismo della politica siciliana. A dire il vero questa è una costante della regione, contraddistinta da sempre da inconcludenza e inconsistenza. Certo che però questo traccheggiare continuo mentre la Sicilia affonda non è un buon biglietto da visita per il nuovo-vecchio governo Schifani, nato dalle ceneri del disastroso quinquennio di Nello Musumeci promosso a Ministro del mare. E mentre il governo nazionale nel bene e nel male si è già formato, la Sicilia resta come al solito attardata. Tutto questo nella tragedia di un popolo sempre più povero e disperato, con le imprese che chiudono, milioni di disoccupati, che si affidano a quel che resterà del reddito di cittadinanza. Non si parla della tragedia della mafia, che attanaglia l’isola, e non è un caso che lo stesso Schifani sia stato più volte sospettato di collusioni mafiose. Il tutto mentre le aziende e i negozi sono strozzati dall’usura e dal pizzo. In più sta per chiudere la lukoil gigante petrolifero russo di Priolo, che se non si risolve il problema, anzi la tragedia, lascerà in mezzo alla strada centinaia di lavoratori e quindi di famiglie. E intanto siamo in piena fase di spartizione di poltrone di governo e sottogoverno. Non ci sono idee, meno che mai programmi. Le infrastrutture sono obsolete, per usare una metafora. Nessuno ha la bacchetta magica, sia chiaro, per di più il governo non si è ancora insediato a tutt’oggi 27 ottobre. Però si richiederebbe per lo meno un po’ di attivismo, di segnali di vita. Invece, elettroencefalogramma piatto. Per non parlare dell’opposizione confusa e infelice con il PD che segue l’inconcludenza registrata con risultati disastrosi alle elezioni sia regionali che nnazionali. Intanto in Sicilia va sempre peggio. Non a caso le città siciliane sono agli ultimi posti in Italia per qualità della vita, il turismo che potrebbe essere una grande risorsa vista la grande bellezza naturalistica e monumentale dell’Isola, non viene sfruttato, anzi la Sicilia viene ricordata per i cumuli di immondizia ai bordi delle strade anche principali; problema mai risolto da nessun governo. In più c’è una distanza siderale tra i palazzi del potere e la gente, nessuna empatia. C’è il problema delle periferie urbane lasciate al degrado e alla criminalità. Ci chiediamo come i soliti noti possano risolvere questi e mille altri problemi. Da non dimenticare la mancanza di competenze per la realizzazione e l’attuazione dei fondi del PNNR (programma nazionale di ripresa e resilienza). Mancano le menti in grado di utilizzare adeguatamente i soldi dell’Unione Europea destinati alla Sicilia. Denaro che rischiamo di perdere, mentre servirebbero eccome per risollevare l’Isola. Ma con questi politici e questa classe dirigente sembra impossibile che si riesca nel miracolo. Perché Il governo non si insedia data l’urgenza per la nostra povera terra?. Così si rischia di colare a picco con la disoccupazione, soprattutto quella giovanile sempre più alta, le persone costrette ad emigrare per morire disoccupati, con i piccoli borghi che si svuotano e vi restano solo gli anziani. Ci domandiamo: cosa si aspetta per intervenire, per combattere la corruzione, per agire con efficacia e determinazione? Moriremo nell’immobilismo e nell’apatia. Continueremo nel tirare a campare. Ma la colpa è anche di noi cittadini che subiamo passivamente questi governanti, che non partecipiamo alla vita pubblica, sappiamo solamente lamentarci al bar o davanti al tg. Accettiamo di scendere a patti con i politici, attraverso il clientelismo, elemosiniamo posti di lavoro, scambiando il diritto (il lavoro, la salute, il benessere) con il favore. Siamo sudditi di questi cattivi politici, sempre i soliti che votiamo o peggio ci asteniamo. Certo se questa classe dirigente è pessima è anche colpa nostra. Intanto però Schifani e compagni si sveglino e ci smentiscono se sono in grado.

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