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IL PUNTO   n. 883 del 28  ottobre  2022

di MARCO ZACCHERA

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Per scrivermi o contattarmi:  marco.zacchera@libero.it

Numeri arretrati de IL PUNTO e altre news:   www.marcozacchera.it

 

ATTENZIONE:

La scorsa settimana ero all’estero e il mancato collegamento internet mi ha impedito di inviare IL PUNTO (già pronto!). Me ne scuso con i lettori e ringrazio quelli che mi hanno scritto segnalando il mancato arrivo, così come quelli  – numerosi – che mi inviano indirizzi mail di amici o conoscenti potenzialmente interessati alla lettura.

E’  un modo concreto per rendere IL PUNTO più diffuso oltre le migliaia di indirizzi che già raggiunge  e quindi per “contare”-  tutti insieme – un poco di più!

 

MELONI AL DEBUTTO

E’ partito il governo Meloni nonostante le difficoltà al momento di varare la lista dei ministri soprattutto per le resistenze e le prese di posizione berlusconiane. Adesso inizia il momento dei fatti e su questi andrà giudicata la nuova premier.

Per ora bene la “grinta” nelle sue dichiarazioni e negli interventi, buona la lista dei ministri e positivi certi piccoli particolari come l’aver scelto un’Alfa Romeo rispetto a una AUDI o aver ricordato l’assoluta necessità di tutelare l’Italia in Europa. Mi lascia invece perplesso il possibile aumento a 10.000 euro per l’uso dei contanti (5.000 sarebbe stato un limite più logico) con il suggerimento al governo di passare subito, piuttosto, a togliere le commissioni bancarie sulle transazioni minori. Buon lavoro!

 

BERLUSCONI ? UN NARCISISTA EGOCENTRICO

Come dicevo in premessa, la scorsa settimana è “saltato” l’invio de IL PUNTO e forse è stato un bene perché avevo scritto un pezzo forse fin troppo duro nei confronti di  Berlusconi che sembrava voler sabotare la nascita stessa del nuovo governo.

Considero il Cavaliere tutt’altro che stupido, ma è un egocentrico, vecchio narcisista che si è circondato da una coorte di yesmen (e “yesgirl”) che da anni gli succhiano il sangue, lo lusingano, fanno finta di idealizzarlo mentre invece pensano soprattutto ai propri interessi e – appena sarà possibile – a spartirne le spoglie.

D’altronde un ex premier e il grande imprenditore che ha il merito di aver permesso la svolta del 1994 e che tuttora si ritiene addirittura il leader più intelligente del mondo non poteva essere così sciocco da non capire che indicare personaggi di basso livello a livello ministeriale (caso Ronzulli) non fosse controproducente prima di tutto per la sua stessa immagine.

Proprio invece i capricci per la Ronzulli, i veti su La Russa oppure le dichiarazioni su Putin (“riservate” ma pronunciate davanti a decine di testimoni!) denunciano quantomeno una superficialità che superano la logica, così come le parole sul conflitto in Ucraina potevano  anche essere in parte credibili, ma non esprimendole in quel contesto e in quel momento.

Se poi fosse vero il suo perdurante rapporto privilegiato con Putin (e non solo millantato credito) allora la cosa più saggia sarebbe stato proprio non parlarne, ma piuttosto lavorare nell’ombra per spingere lo zar e l’UE verso una soluzione negoziata e solo “dopo” – eventualmente – annunciarlo in pubblico come proprio merito, ma solo a cose fatte, suscitando sicuramente credibilità internazionale per sé e per l’Italia.

La riservatezza è l’ABC della diplomazia, possibile che proprio lui che si ritiene il “leader maximo” non lo capisca?

Oppure (ed è invece la cosa più probabile) Berlusconi tutto questo lo capisce benissimo, ma la sua è solo malcelata invidia verso la Meloni e gli altri partner più giovani di lui, quelli che nell’attuale momento – che è forse il più difficile nella storia della nostra Repubblica – ne hanno offuscato l’immagine. .

Speriamo che Berlusconi la smetta di indossare i panni di un divo ormai fuori tempo massimo e si metta davvero al servizio del Paese. Gliene saremmo tutti molto grati.

 

FATEMI CAPIRE

Un po’ di conti… Ci hanno detto che ormai siamo “quasi” indipendenti da Mosca per le forniture energetiche, ma senza dubbio l’energia nucleare non è aumentata di costo e neppure quella idroelettrica, così come l’eolico o il “solare”.

Dovremmo essere già arrivati a coprire con queste forme “green” il 40% delle necessità elettriche mentre (a parte la svalutazione dell’Euro verso il dollaro) il petrolio sul mercato internazionale non è aumentato – in un anno – in una misura così rilevante. Come mai l’energia elettrica ha invece raddoppiato, triplicato, a volte quadruplicato il proprio prezzo? Perché è tuttora collegata al prezzo del gas.

Ma proprio per il gas ci hanno raccontato per mesi che c’erano le forniture alternative, che gli USA erano pronti ad aiutare l’Europa fornendo gas liquefatto a prezzi competitivi: dove sono arrivate queste forniture e a quali prezzi?

Dopo settimane di discussioni l’Europa è intanto arrivata (forse) a un “mini accordo” sui prezzi del gas, ma quasi mai sui media si accenna al capitolo-chiave del discorso, ovvero la speculazione incredibile in atto da mesi proprio su questi prezzi.

Speculazione sulla pelle della gente, tollerata (se non protetta) a Bruxelles dove le autorità europee non si capisce “da che parte stanno” dovendo scegliere tra gli interessi dei cittadini e quelli delle multinazionali. Addirittura la scorsa settimana la Commissione Europea si è espressa negativamente rispetto a un esplicito voto del Parlamento Europeo sui prezzi dell’energia. Ma quale democrazia si sta instaurando ai vertici del nostro continente?

Diciamo intanto no alla Russia per i noti motivi, ma se domani mai volessimo anche tornare ad accordi con la Russia i gasdotti del Baltico non ci sono più perchè “qualcuno” li ha sabotato impedendo comunque le future forniture.

Domandina: ma CHI è stato a sabotarli? Possibile che tutte le forme di intelligence europeo non siano in grado di dirci chi può aver piazzato questi potenti esplosivi a pochi chilometri dalle coste polacche, svedesi e danesi (ma a centinaia di chilometri dalla Russia) bloccandoli per mesi, indebolendo l’Italia dal punto di vista energetico come tutta l’economia europea?

Il tutto rendendo così ancor più indispensabili – guarda caso – le forniture attraverso l’Ucraina e i nuovi gasdotti che passano nel Mar Nero.

Ma è mai possibile che Putin sia stato così stupido da auto-distruggersi i propri gasdotti che ora necessitano di costosi lavori di ripristino pagati dalla Russia?

Che dietro i sabotaggi ci sia invece una manina da oltreoceano, allora? Non si sa, non ce lo dice nessuno, nessuno sembra chiedersi queste cose pur fondamentali in termini di alleanze e che pur stanno pesantemente indebolendo l’Europa e le nostre scelte energetiche. Chi tocca il business petrolifero muore, ricordiamoci di Enrico Mattei ucciso proprio 60 anni fa da una “ignota” bomba collocata sul proprio aereo esattamente come avevano pronosticato le “sette sorelle” Made in USA e GB.

 

LO SCANDALO VACCINI

Ci si può scherzare sopra quanto si vuole sul siparietto del premier albanese Edi Rama che tranquillamente spiega – ridacchiando – di aver organizzato l’anno scorso una operazione di “contrabbando” di vaccini COVID tra Italia ed Albania, visto che la Pfizer si rifiutava di fornirli al paese balcanico, ma Rama – forse involontariamente – ancora una volta ha sollevato il problema: quanto sono costati e costano i vaccini COVID e con quali contratti europei sono stati comprati?

Lui parla – scherzando – della “sponda” avuta dall’allora ministro degli Esteri Luigi Di Maio che favorì l’operazione chiamando in causa i servizi segreti, ma la questione scandalosa e drammatica è che ad oggi – in piena somministrazione della quarta dose e in vista della quinta – ancora non si sa quanto l’Europa abbia pagato e paghi i vaccini a Pfizer e Moderna, con quali contratti siano stati comprati, con quali clausole e quali siano stati i dirigenti europei coinvolti nelle forniture.

Di sicuro è notizia di oggi che l’Agenzia delle Entrate e la Guardia di Finanza contestano a Pfizer una evasione fiscale per l’astronomica somma di 1,2 MILIARDI di euro evasi solo per i profitti “italiani” dirottati dal nostro paese al Delaware, lo stato USA di Biden dove le imposte sono ridicole.

Risposte che sono state negate non soltanto al grande pubblico, ma perfino a quei numerosi deputati europei che più volte lo hanno chiesto a Strasburgo, ma a cui si è concretamente risposto soltanto con uno scandaloso silenzio.

Il caso dell’Albania, tenuta ai margini delle forniture perché i vaccini aveva difficoltà a pagarseli, ha nuovamente scoperchiato uno dei più brutti “affari” cui la Von der Lyener non vuole rispondere e che chiamano in causa suo marito (collaboratore della società farmaceutica Orgenesis) e tutta la Commissione che ha scelto alcuni vaccini bocciandone altri e quindi coinvolge anche l’Agenzia Europea del farmaco (EMA) che ne ha avallato le mosse.

Fuori dall’ Europa mezzo mondo si è vaccinato con i vaccini russi e cinesi che – pur considerati leggermente meno sicuri – di fatto costavano molto meno, mentre l’Europa ha scelto Pfizer e Moderna dopo la “squalifica” di AstraZeneca.

Una “gara” a colpi di indiscrezioni giornalistiche che ha demolito il prodotto della multinazionale anglo-svedese facendo vincere a mani basse il ben più costoso prodotto americano con aziende che hanno goduto di enormi profitti.

Ancora non si sa se il comportamento europeo sia stato effettivamente basato su dati corretti o se abbiano contato molto anche le spinte e controspinte politiche e finanziarie di chi ha realizzato un profitto colossale sulla pelle di centinaia di milioni di europei, con margini paragonabili solo alle successive speculazioni sul prezzo del gas, ma sempre nel tacito assenso o perlomeno l’assoluta impotenza dei vertici europei.

Giusto per dare un’idea, secondo i dati non ufficiali raccolti da OCPI (l’osservatorio sui conti pubblici italiani) e ANAC pubblicati il 22 febbraio di quest’anno, un vaccino AstraZeneca sarebbe costato all’ Europa intorno agli 1,79 euro contro i 22,82 euro (ventidue!) pagati –  si presume, perché ufficialmente non si sa  – a Pfizer e Moderna. Con tutta la cautela del caso circa la raccolta dei dati – difficile proprio per l’evidente boicottaggio a fornirli – siamo davanti ad una problematica di 2,8 miliardi di euro, ovvero 10 euro per europeo!

Sarebbe ora che ci fossero quindi indagini serie a rassicurare tutti sui traffici più o meno sussurrati che sono girati e girano a Bruxelles e dei quali spesso si colgono solo le punte degli iceberg. Intanto la stessa Procura Europea ha ammesso di aver aperto finalmente un’inchiesta, ma sarebbe interessante sapere come proseguano le indagini.

Perché non arriva – anche (e soprattutto) dall’Italia – la richiesta formale di chiarimenti su tempi, prezzi, fornitori, concorrenza e personaggi coinvolti? L’occasione di un nuovo scenario politico italiano può anche essere per esercitare una forte pressione su Gentiloni per questa richiesta di trasparenza che sale dal basso.

Il tempo è maturo: siamo arrivati alla quarta e quinta dose (venduta carissima pure questa), ma stavolta non c’è più l’emergenza e i vaccini vengono tuttora venduti a 15-20 volte il loro presunto costo industriale, altro che il corretto ammortamento delle spese di studio a suo tempo sostenute!

Questa trasparenza è necessaria, ne va non solo della credibilità dei vertici dell’Unione, ma anche per convincere milioni di persone che il vaccino sia non solo sicuro, ma soprattutto effettivamente utile e non serva solo per rimpinguare un grande business cresciuto dietro la pandemia.

 

Buona settimana a tutti!

MARCO ZACCHERA

Informazione equidistante ed imparziale, che offre voce a tutte le fonti di informazione

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