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Commento all’articolo di Renato Pietti, intitolato “La pandemia e i Testimoni di Geova”.

Egr. Sig. Pierri, le faccio notare, in merito ai versetti da Lei citati che:
Questi versetti compaiono in alcuni manoscritti e versioni della Bibbia del V e VI secolo d.C., ma non compaiono nei manoscritti greci più antichi, il Sinaitico e il Vaticano 1209, del IV secolo. – Il dott. B. F. Westcott, un’autorità in materia di manoscritti biblici, scrisse che “i versetti . . . non fanno parte della narrazione originale ma sono un’aggiunta”. (An Introduction to the Study of the Gospels, Londra, 1881, p. 338) – Nel V secolo il traduttore biblico Girolamo disse che ‘quasi tutti i codici greci non avevano questo passo’. (The Last Twelve Verses of the Gospel According to S. Mark, di J. W. Burgon, Londra, 1871, p. 53) – La New Catholic Encyclopedia (1967) afferma: “Il suo vocabolario e il suo stile differiscono così radicalmente dal resto del Vangelo che sembra quasi impossibile che Marco stesso l’abbia composta [con riferimento alla conclusione riportata nei versetti 9-20]”. (Vol. IX, p. 240) – La New King James Version nonché bibbie italiane recenti (CEI, Parola del Signore, Nuova Riveduta) fanno notare che questi versetti non compaiono in molti dei più antichi manoscritti del Vangelo di Marco. Non esistono testimonianze indicanti che i primi cristiani bevessero veleni o maneggiassero serpenti per dimostrare che erano credenti. Riguardo alla recente pandemia, le segnalo queste info: https://www.jw.org/it/cosa-dice-la-Bibbia/domande/profezie-pandemie-epidemie/ – Saluti

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