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Nel 44° giorno di insurrezione nazionale, grande protesta ad Arak al grido di “Morte all’IRGC” ( Pasdaran ).

 

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Gli studenti universitari hanno scandito: “L’IRGC è come l’ISIS, è una trama che si ripete”, “È tempo di rivoluzione, è di nuovo novembre”.

 

Lo scorso sabato 28 ottobre, il 44° giorno della rivolta nazionale, un gran numero di persone ad Arak, nella provincia di Markazi, ha partecipato alla cerimonia di sepoltura di Mehrshad Shahidi, ucciso durante le proteste.

 

La gente ha scandito: “Morte all’IRGC”, indicando le forze di repressione del Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche, “Ucciderò chi ha ucciso mio fratello”, “Morte alla Guida Suprema per i suoi lunghi anni di crimini” e “Ogni persona uccisa, mille persone si solleveranno”. Si sono scontrati con le forze di sicurezza del regime che hanno sparato gas lacrimogeni sulla folla.

 

A Mahabad si è tenuta una grande manifestazione al grido di “Morte a Khamenei”, nel corso della quale le forze dell’IRGC hanno sparato contro i manifestanti.

 

La popolazione di Sanandaj si è riunita davanti all’ospedale Kosar, dove è ricoverato Ashkan Morovatti, rimasto ferito sotto i colpi di arma da fuoco sparati dagli agenti delle Forze di Sicurezza dello Stato (SSF).

 

Manifestazioni e scontri con gli agenti del regime hanno avuto luogo nel quartiere Aliabad di Ardabil, nel nord-ovest dell’Iran.

 

A Ilam, giovani ribelli hanno lanciato bombe molotov contro una base delle forze Basij.

 

Gli studenti di diverse università di Teheran, tra cui l’Università di Teheran, l’Università Sharif, l’Università Amir Kabir, l’Università di Arte e Architettura Shahrak Gharb, l’Azad North Branch, l’Università Sohank e l’Università Khajeh Nasir, hanno preso parte alle proteste.

 

Anche gli studenti universitari di varie parti dell’Iran, tra cui l’Università di Kerman, l’Università di Ahvaz, l’Università di Qazvin, l’Università di Sanandaj e l’Università Azad di Gohardasht, hanno inscenato proteste.

 

Le forze di sicurezza hanno aperto il fuoco contro gli studenti dell’Università di Scienze Mediche del Kurdistan a Sanandaj. Diversi studenti sono stati feriti e uno è in gravi condizioni.

 

Gli studenti della Facoltà tecnica dell’Università di Teheran hanno scandito: “Daesh in realtà è l’IRGC; i modi sono gli stessi!”, “Il paralizzato (Khamenei ndr) è l’assassino di Shahcheragh (il santuario in cui sono state abbattute diverse persone qualche giorno fa)” e “Shahcharagh è un altro Rex (il cinema Rex in cui sono state bruciate centinaia di persone durante la rivoluzione del 1979)”. Gli studenti dell’Università Amir Kabir hanno cantato: “Il leader (Khamenei) continua a vivere sul nostro sangue”.

 

Gli studenti di medicina del Kurdistan hanno intonato “È tempo di rivoluzione, è un altro novembre (riferendosi alla rivolta del novembre 2019)”. Ad Ahvaz, gli studenti delle università Jundi Shapur e Chamran si sono uniti e hanno intonato “Libertà, libertà, libertà”. Gli studenti dell’Università Azad di Teheran – sede di Sohank hanno protestato e cantato “Morte al dittatore” e “Mia sorella martire, continueremo il tuo cammino”. A Karaj, gli studenti della Facoltà tecnica si sono dipinti le mani e pezzi di stoffa di rosso come il sangue e si sono radunati fuori dalla facoltà. Le squadre di repressione hanno arrestato diversi studenti ieri sera e oggi.

 

Oggi gli studenti delle scuole superiori hanno protestato a Kermanshah e Kamiyaran, nella provincia di Kermanshah. A Kamiyaran hanno cantato: “Basiji, Daesh, congratulazioni per il vostro matrimonio”.

 

Nel timore di trasformare la celebrazione della Giornata dedicata a “Ciro il Grande”, il 29 ottobre scorso, in una ennesima manifestazione pubblica di protesta, il regime ha chiuso Pasargad, dove si trova la tomba di Ciro, dal 27 al 29 ottobre.

 

Hossain Salami, comandante in capo dell’IRGC, ha parlato oggi alla cerimonia di commemorazione dei caduti a Shahcheragh, a Shiraz. Pur non potendo nascondere il suo sconforto di fronte alle ormai inarrestabili rivolte, ha descritto i manifestanti come “pochi giovani ingannati” e li ha minacciati. : “Diciamo ai giovani e a coloro che sono stati ingannati che oggi è l’ultimo giorno di rivolte e che non devono tornare in piazza; cosa chiedete a questa nazione?… Volete che il MEK vada al potere? Seppelliremo i desideri dei nostri nemici in questa terra”. Le sue stupide minacce non fanno altro che rendere il popolo iraniano più determinato a rovesciare il regime.

 

Segretariato del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana NCRI

 

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