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Siria nord-orientale: Save the Children, la malnutrizione infantile aumenta di oltre il 150%

 

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L’Organizzazione – che lavora in Siria dal 2012, raggiungendo oltre cinque milioni di persone, tra cui più di tre milioni di bambini – chiede ai leader mondiali, riuniti in Egitto per il vertice COP27, di riconoscere l’impatto dei cambiamenti climatici sulle comunità e i bambini di tutto il mondo, come sta accadendo con la siccità nel nord-est della Siria.

 

Il numero di bambini malnutriti nel nord-est della Siria1 è aumentato di oltre il 150% negli ultimi sei mesi, con almeno 10.000 bambini malnutriti in più rispetto ai sei mesi precedenti2. La notizia giunge mentre la Siria affronta la peggiore crisi economica dall’inizio della guerra nel 2011, con il 90% dei 18 milioni di abitanti che vivono in povertà (ONU).

Gli operatori di Save the Children, l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare la vita dei bambini e garantire loro un futuro, hanno riferito che gli screening sui bambini malnutriti nei propri 19 centri nutrizionali nei campi della Siria nordorientale e nelle comunità3 sono quadruplicati, da 256 a oltre 1.000.

“Ogni giorno abbiamo a che fare con più bambini malnutriti del giorno precedente. Le famiglie riferiscono che la povertà e l’impossibilità di permettersi il cibo sono le ragioni principali della malnutrizione che mette a rischio la vita dei loro bambini”,  ha dichiarato Sara Ali*, specialista in nutrizione di Save the Children.

Negli ultimi tre anni, la combinazione del conflitto, della siccità, della crisi finanziaria libanese e della pandemia COVID, ha causato una caduta libera della valuta siriana a livelli mai registrati prima. I prezzi dei generi alimentari sono saliti alle stelle, con un aumento di quasi l’800% tra il 2019 e il 20214 e continuano ad aumentare nel 2022, mentre il reddito medio delle famiglie non è aumentato. Questa situazione sta condannando un numero sempre maggiore di persone a soffrire la fame5.

“La guerra ha portato con sé la fame estrema. Nonostante fossimo poveri anche prima, avevamo almeno il necessario per sopravvivere. Saltiamo i pasti per conservare qualcosa da mangiare per il giorno dopo. Non ricordo l’ultima volta che i miei figli hanno mangiato carne o dolci. A volte desiderano la carne e mi chiedono di procurargliene un po’. Io mento loro dicendo che lo farò il giorno dopo. Non lo faccio mai. Non avrebbero nulla da mangiare se lo facessi. La nostra colazione è fatta sempre e solo di tè e pane”, ha raccontato Maha*, 30 anni, che lavora come spazzino e fatica a sbarcare il lunario per sfamare i suoi cinque figli, tra cui il più piccolo Ameen* che è malnutrito.

“Nonostante quasi 12 anni di conflitto in Siria ed il persistere del conflitto in alcune parti del Paese, oggi il peggioramento della situazione economica è diventato la causa principale delle difficoltà della popolazione. Almeno il 60% della popolazione è attualmente in condizioni di insicurezza alimentare e la situazione peggiora di giorno in giorno”, ha dichiarato Beat Rohr, Direttore ad interim dell’Ufficio di risposta alla Siria di Save the Children.

Save the Children chiede ai donatori di intensificare gli sforzi per affrontare la crisi alimentare e alleviare il suo impatto devastante sui bambini. Sebbene diverse organizzazioni stiano lavorando per fornire cibo ai gruppi più vulnerabili, le risorse disponibili non sono sufficienti per assicurare a tutti i bambini l’accesso a un’alimentazione equilibrata, essenziale per la loro salute e la loro crescita. La comunità internazionale deve aumentare con urgenza la disponibilità di cibo sufficiente per le popolazioni più colpite.

Save the Children chiede inoltre ai leader riuniti in Egitto per il vertice sui cambiamenti climatici COP27 di riconoscere gli impatti climatici che già colpiscono le comunità e i bambini di tutto il mondo, come la siccità nel nord-est della Siria, in particolare quelli provenienti da Paesi a basso reddito e quelli che sono colpiti da disuguaglianze e discriminazioni6.

Save the Children lavora in Siria dal 2012, raggiungendo oltre cinque milioni di persone, tra cui più di tre milioni di bambini in tutto il Paese. La programmazione di Save the Children combina interventi di emergenza e salvavita con attività di recupero precoce che sostengono il ripristino dei servizi di base, tra cui la protezione dell’infanzia, l’istruzione, la risposta alle emergenze, la sicurezza alimentare e i mezzi di sussistenza, l’igiene e i servizi igienico-sanitari, la salute e la nutrizione.

*nome modificato per proteggere l’anonimato

 

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