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APPROVATA LEGGE UE CONTRO LA DEFORESTAZIONE, GREENPEACE: “SVOLTA IMPORTANTE, MA SERVE UN ACCORDO GLOBALE PER DIFENDERE LA NATURA ALLA COP15”

 

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ROMA, 06.12.2022 – Per la prima volta al mondo, le aziende dovranno dimostrare che i loro prodotti non hanno contribuito alla deforestazione per poterli vendere nell’UE. I rappresentanti del Parlamento europeo e dei governi nazionali, infatti, hanno finalizzato la nuova legge che impone alle aziende di risalire lungo tutta la filiera di approvvigionamento, fino al singolo appezzamento di terra, pena l’applicazione di multe.

Light art message in front of Opera House in Kyiv, highlighting the importance of precious nature in the Carpathians.

La legge si applicherà alle aziende che vendono soia, carne bovina, olio di palma, legno, gomma, cacao e caffè, e alcuni prodotti derivati come cuoio, cioccolato e mobili. Un passo avanti importante, dato che finora i cittadini europei non avevano alcuna garanzia che gli articoli acquistati non fossero frutto della deforestazione.

In front of the Ministry of Environment of Czech Republic, the current EU presidency, ten large artificial tree stumps visualised the urgent need to protect precious old-growth forests in the European Union, f.e. unique Czech beech forests in the Ore Mountains. Happening was part of a series of activities before bidiversity COP15 in Montreal.

Tuttavia, mentre la nuova legge proteggerà le foreste, altre aree naturali assai sensibili come savane e torbiere restano ancora non tutelate, così come i diritti umani delle popolazioni indigene. Inoltre, per le pressioni del settore forestale europeo e del governo canadese, i governi dell’UE hanno optato per una definizione poco rigorosa di “degrado forestale”, che rischia di diventare una scappatoia per chi vuole continuare a tagliare legname in modo insostenibile.

Shortly before the start of the World Conference on Nature in Montreal, Canada, activists demonstrate with life-size luminous figures, including giraffes, rhinos, zebras, orangutans and sloths, in front of the UN building in Bonn. With banners like “SOS” and “Save our Future”, as well as a sound installation of animal noises, they protest to stop the extinction of species.
Kurz vor Beginn der Weltnaturkonferenz in Montreal, Kanada, demonstrieren Aktivist:innen mit lebensgroßen Leuchtfiguren, unter anderem Giraffen, Nashörnern, Zebras, Orang-Utans und Faultieren vor dem UN-Gebäude in Bonn. Mit Bannern wie “SOS” und “Rettet unsere Zukunft”, sowie einer Soundinstallation aus Tiergeräuschen, protestieren sie dafür das Artensterben zu stoppen.

“Alla vigilia della COP15 delle Nazioni Unite sulla biodiversità, la decisione Europea  è una svolta importante per le foreste e per tutte le persone che si sono battute per proteggerle. Non c’è dubbio che questa legge farà tacere un buon numero di motoseghe e impedirà alle aziende di trarre profitto dalla deforestazione” dichiara Federica Ferrario, responsabile della campagna agricoltura di Greenpeace Italia. “Però non tutto brilla oggi, dato che i governi dell’UE hanno infilato alcune scappatoie per le industrie del taglio del legname e non hanno protetto in modo adeguato i diritti delle popolazioni indigene, che difendono la natura anche a costo della loro stessa vita. Per questo oggi tutti gli occhi dovrebbero essere puntati sui nostri ministri e sulle nostre delegazioni alla COP15, affinché si possa finalmente ottenere un accordo globale per la protezione della natura.”

On the eve of the UN Biodiversity COP15 meeting in Montreal, activists across Europe and even in war-torn Ukraine are taking action today and earlier this week to highlight the urgency to tackle loss of nature.
A mermaid sits on a rock breathing through a mask.

E proprio alla vigilia della COP15 delle Nazioni Unite sulla biodiversità a Montreal (CBD), attiviste e attivisti di Greenpeace stanno manifestando in tutta Europa – persino nell’Ucraina devastata dalla guerra – per sottolineare l’urgenza di porre fine alla devastazione della natura. Nelle ultime ore, gli attivisti hanno organizzato nelle piazze europee sfilate di giganteschi animali e proiezioni luminose, il concerto di un’orchestra classica e rappresentazioni delle preziose foreste dei Carpazi. Le proteste si sono svolte in Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Danimarca, Germania, Polonia, Romania, Slovacchia, Ucraina e Ungheria.

Greenpeace activists create the “Save Nature – Save Life” pixelstick light painting at Liberty Bridge, an iconic Budapest site. With this action, Greenpeace Hungary is aiming to draw attention to the ongoing destruction of nature and the need to take global nature protection to a new level.

Greenpeace chiede  ai governi europei di garantire un nuovo accordo globale per la protezione della natura e un’azione più incisiva per frenare la perdita di biodiversità in ogni nazione.

 

“In tutta Europa si moltiplicano le lotte per difendere gli ultimi angoli di natura rimasti, dalle aree verdi urbane alle foreste in montagna. Mentre i leader europei si riuniscono alla conferenza sulla biodiversità delle Nazioni Unite, la natura continua a essere spazzata via. Abbiamo bisogno di impegni più ambiziosi da parte dei governi riuniti a Montreal, ma anche di misure concrete da mettere in pratica”, continua Ferrario.

 

“Mentre il mio Paese è costretto a tornare ai bui e freddi tempi medievali dalla brutale violenza dell’invasione russa, non dobbiamo dimenticarci della natura. Le preziose foreste dei Carpazi vengono distrutte a un ritmo crescente. Per questo motivo inviamo un messaggio semplice ma importante: I Carpazi sono importanti, anche in tempo di guerra!”, dichiara Yehor Hrynyk, attivista dell’Ukrainian Nature Conservation Group di Kiev.

 

La conferenza delle Nazioni Unite sulla biodiversità, che si terrà dal 7 al 19 dicembre a Montreal, dovrebbe fornire un nuovo quadro internazionale per la protezione della biodiversità per questo decennio, e rappresenta un’occasione unica per portare la protezione della natura globale a un nuovo livello. Greenpeace chiede ai governi europei di sostenere un accordo globale che includa obiettivi rigorosi e vincolanti per proteggere almeno il 30% delle terre emerse e degli oceani entro il 2030. L’associazione ambientalista chiede inoltre di riconoscere  i diritti delle popolazioni indigene e delle comunità locali, e garantire sostegni adeguati non solo  finanziando le misure di conservazione, ma anche dismettendo le sovvenzioni alle industrie distruttive.

 

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