Il governo italiano anticipa la speculazione sulla benzina introducendo il monitoraggio costante dei prezzi.
di
Gualfredo de’ Lincei
Le autorità italiane hanno introdotto il monitoraggio quotidiano del prezzo del carburante per autotrazione e l’obbligo, alle stazioni di servizio, di esporre, oltre al loro prezzo, anche quello medio nazionale.
Secondo il nuovo decreto, varato il 10 gennaio di quest’anno per cercare mettere un freno alla corsa al rialzo, la tariffa media nazionale dei carburanti sarà aggiornata giornalmente dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica.
Intanto il ministro delle Infrastrutture e vicepremier, Matteo Salvini, è sicuro che possano esistere delle speculazioni, arrivando a parlare di “cartello” dietro i rincari: «Non può essere che alcune stazioni di servizio facciano rifornimento con 1,7 euro al litro e in altre con 2,4 euro. Ovviamente qualcuno è troppo furbo», ha ripetuto Salvini, il quale intende discuterne anche con il premier Giorgia Meloni.
Per cercare di rendere efficiente l’azione di monitoraggio, il governo, ha conferito maggiori poteri di controllo alla Guardia di Finanza e verrà anche creata una commissione, nell’ambito del servizio antimonopolio dell’Antitrust, con il compito d’informare tempestivamente le autorità sugli aumenti al distributore.
La deriva dei prezzi è stata influenzata anche dall’amplificazione che ha avuto la notizia sulla vendita, da parte della LUKOIL, della raffineria siciliana. Si deve ricordare, infatti, che, il 9 gennaio 2023, la LUKOIL ha annunciato la vendita del proprio complesso petrolchimico, ISAB, alla cipriota G.O.I. Energy. La decisione è stata presa dopo che la raffineria era caduta nelle sanzioni comunitarie che vietano l’approvvigionamento via mare di petrolio dalla Russia. ISAB è un grande e importante complesso petrolchimico che produce carburanti per autotrazione, gas ed energia elettrica.