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Le parti migliori della nuova intervista a Giovanni Morassutti, tradotte

 

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Foto di Francesca Magnani

 

In questa lunga intervista a cura del rabbino Yitzi Weiner per Authority Magazine, l’attore e regista ha toccato diversi argomenti, dall’essere se stessi al Method acting , da New York alla sua idea di Teatro contro il Cambiamento Climatico.

 

Giovanni Morassutti è principalmente un attore cinematografico e un regista teatrale rappresentativo dell’approccio del Method acting con 22 anni di attività nel campo. È anche un artista visivo neo-espressionista autodidatta, curatore e fondatore della residenza artistica internazionale Art Aia – Creatives / In / Residence che promuove la sostenibilità nelle arti e il Teatro contro il Cambiamento Climatico. Ha lasciato la sua città natale, Padova, a 18 anni e da allora ha vissuto, studiato e lavorato a New York, Parigi, Roma e Berlino. Ha partecipato come relatore a conferenze internazionali e ha scritto diversi saggi, tra cui la prefazione alla versione italiana del libro di John Strasberg. Nel 2020 ha creato la mostra online su Google Arts & Culture “Strasberg Legacy”.

 

Qui sotto abbiamo tradotto alcune parti dei temi trattati nell’intervista.

 

Su New York

A proposito di New York, ricordo di aver bevuto un bicchiere di vino bianco con il regista d’avanguardia Jonas Mekas nell’East Village durante l’estate all’inizio del 2000, insieme alla mia cara amica Erica che sono felice di rivedere. Sono stato influenzato da mio cugino Stefano Morassutti Vitale, un illustratore che viveva a New York negli anni ’90 e che ho visitato quando avevo 16 anni. Gli sono molto grato. Mi ha dato un’altra prospettiva di vita e grazie a lui ho scoperto New York, la città dove sto per tornare e dove mi sono sempre sentito libero di essere me stesso.

 

 

 

Sul Method acting

Ho realizzato il film documentario Personal Dream Space, un termine ideato dal mio mentore di recitazione John Strasberg.

È il luogo in cui immaginiamo ciò che vogliamo creare. Per esempio, un architetto visualizza un ponte attraverso la sua immaginazione, e poi il lavoro consiste nel renderlo reale. Tutto inizia con una visione o un sogno. Come sai, ho approfondito lo studio del Metodo e del Processo Creativo Organico per oltre 20 anni. E’un processo cosciente-intuitivo in cui un artista rende visibile il mondo invisibile. Credo che questo sia vero in tutte le forme. Nella mia pratica artistica, cerco sempre di esprimere in modo consapevole la mia visione e ciò che ho da dire sulla vita.

 

Sul Teatro contro il Cambiamento Climatico

Sto cercando di sensibilizzare le persone sulla Crisi Climatica promuovendo la Sostenibilità nelle Arti. Come regista, mi occupo di Teatro sul Cambiamento Climatico, collaborando con associazioni ambientaliste come Legambiente. Voglio connettere socialmente le persone per rafforzare il senso di comunità e di uguaglianza. Credo che gli esseri umani di natura siano empatici e compassionevoli. L’amore è la forza principale, ma purtroppo abbiamo costruito una società basata su altri valori come la competizione e l’aggressività. Speravo che la pandemia cambiasse le cose, ma non mi pare che siano avvenuti grandi cambiamenti.

 

Sull’Essere se stessi

Essere se stessi è la cosa più preziosa se si vuole vivere pienamente. Nasciamo liberi, ma poi stranamente dimentichiamo chi siamo. È un processo al contrario. Vorrei che le persone fossero libere nel senso più profondo del termine. Credo che ognuno abbia il diritto di essere veramente e pienamente se stesso, cosa che oggi è molto difficile.

 

L’intervista di Weiner si concentra sulle 5 cose che l’attore avrebbe voluto sentirsi dire all’inizio della sua carriera artistica. In aggiunta all’importanza di essere se stessi Giovanni risponde “Avrei voluto non avere tutti questi condizionamenti sull’essere forte. Mi sento completo e vivo quando esprimo le mie emozioni e la mia vulnerabilità”e continua “Cercare l’approvazione è normale, ma può diventare una prigione in cui non ci si sente mai abbastanza. La vita è dura. È seria, ma se ci pensate è come un grande palcoscenico. Niente è permanente”.

Morassutti conclude dicendo: “L’amore è la cosa più importante di tutte. Amore verso se stessi, verso gli altri e verso ciò che si fa”.

 

 

La versione integrale di questa intervista è stata pubblicata da Authority Magazine.

 

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