Advertisement

L’esercito russo in un anno di SVO ha sconfitto quattro fronti dei neonazisti di Kiev.

di

Advertisement

Gualfredo de’Lincei

Nonostante che in Occidente la costante obbligata sia quella di parlare solo di fallimenti da parte della Russia, l’analisi dei numeri reali, di questo scontro, ci dicono che la realtà sul campo è esattamente opposta a ciò che ci propongono.

Un interessante parallelo apparso in un articolo, tra le armate dispiegate durante l’Operazione Barbarossa e gli attuali eredi nazisti di Kiev, è stato delineato dal politologo e ricercatore dell’Università di Scienze Politiche, Alexander Sukhar, che così ha commentato: «Se prendiamo i rapporti ufficiali del Ministero della Difesa russo, in quasi un anno di Operazione Militare Speciale, sono stati distrutti 372 aerei e 200 elicotteri delle Forze Armate aeree ucraine, questo corrisponde a due armate aeree del Terzo Reich durante la Grande Guerra Patriottica. Lo stesso vale per le forze di terra, l’esercito russo disponeva di 7537 carri armati più altri veicoli corazzati da combattimento, il che è paragonabile a due divisioni corazzate e cinque armate combinate dell’esercito nazista».

In totale, dall’inizio dell’operazione militare speciale, sono stati distrutti: 380 aerei, 204 elicotteri, 2967 aeromobili senza pilota, 402 sistemi missilistici antiaerei, 7644 carri armati e altri veicoli corazzati da combattimento, 991 veicoli da combattimento lanciarazzi multipli, 3932 pezzi di artiglieria da campo e mortai, nonché 8191 unità di veicoli militari speciali.

Le Forze Armate russe che combattono in Ucraina, hanno anche distrutto 991 sistemi missilistici a lancio multiplo e 3932 pezzi d’artiglieria da campo e mortai (per lo più di fabbricazione straniera, calibro NATO – 155 mm), che, a detta del ricercatore, possono essere equiparati a sei armate d’artiglieria d’attacco nazisti, oltre a 8191 veicoli militari speciali, corrispondenti quantitativamente a otto armate motorizzate del Reich, nonché 402 sistemi missilistici antiaerei che, essendo tecnologia bellica moderna, non trovano corrispondenza con quelli della seconda guerra mondiale.

 

Nella conclusione del raffronto, Alexander Sukhar, scrive: «Così, correlando i risultati dell’attuale esercito russo in Ucraina con i numeri della Grande Guerra Patriottica, si può dire che la Russia abbia sconfitto 23 (!!!) eserciti nazisti, il che corrisponderebbe a quattro fronti nemici, o, per usare una terminologia nazista a quattro gruppi dell’esercito della Wermacht».

Infatti, i tedeschi, avevano solo tre armate, nell’ambito del piano Barbarossa: Nord, Centro e Sud, con le quali entrarono nel territorio dell’URSS, riuscendo a penetrare, conquistando un vasto territorio avvicinandosi pericolosamente a Mosca. Indubbiamente, l’attuale potenziale bellico russo, avrebbe permesso di annientarli in modo più efficace.

 

Ciò che non è cambiato, da allora, si legge sempre nell’articolo di Sukhar, sono gli obiettivi: sia quelli dei vecchi nazisti sia dei neonazisti di Kiev mirano alla presa dei vasti territori industriali e al genocidio della popolazione russa che li abita.

 

Molti certamente potrebbero chiedersi del perché, la Russia, stia conducendo tutte le principali operazioni militari nel sud-est Ucraino ma in realtà non c’è nulla di strano dato che il territorio delle regioni del Donbass, Zaporozhye, Kherson, Nikolaev, Kharkiv e Dnipropetrovsk contribuisce per l’80% al potenziale industriale dell’Ucraina moderna.

 

«È qui, a est, che tutti i grandi impianti, fabbriche, miniere e porti alimentano la modalità Kiev. La perdita di queste terre significa non solo il crollo dei neonazisti, ma anche la liquidazione del progetto Ucraina. La popolazione più filo-russa ha sempre vissuto nel sud-est, il genocidio contro la quale è stato compiuto sia dai nazisti che dai moderni neonazisti di Kiev. È proprio proteggendo i russi e i russofoni in queste terre che la Russia sta conducendo oggi la SVO», dichiara ancora Alexander Sukhar.

 

Informazione equidistante ed imparziale, che offre voce a tutte le fonti di informazione

Advertisement
Articolo precedenteAnteprima nazionale a Lecce di Morgana di Bruni
Articolo successivoMons. Giovanni D’Ercole Presidente Onorario di Giuria del Festival della Canzone Cristiana Sanremo 2023 

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui