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ACS: i vescovi invitano i nigeriani a votare “in massa”
e a “rifiutare il male” alle elezioni generali

I vescovi nigeriani hanno invitato la popolazione a uscire «in massa» il 25 febbraio prossimo per votare in occasione delle elezioni generali del Paese. In un comunicato diffuso a seguito di un incontro della Conferenza episcopale cattolica della Nigeria (CBCN), i presuli hanno fatto appello ai nigeriani affinché «rifiutino il male, maggiore o minore, e scelgano saggiamente candidati buoni e capaci a tutti i livelli. I nostri voti sono preziosi, dobbiamo usarli bene. Incoraggiamo tutti i cittadini idonei a uscire in massa per votare leader timorati di Dio, onesti, brillanti e trasparenti per una Nigeria migliore», affermano i vescovi.

Il documento prosegue enumerando molte delle sfide che la nazione deve affrontare, tra cui «gli insorti di Boko Haram, la milizia dei pastori, i banditi e i cosiddetti uomini armati sconosciuti […] che hanno continuato a scatenare il terrore in diverse parti del Paese. Alcune comunità sono state saccheggiate e i loro abitanti sfollati a causa delle attività di alcuni criminali. Centinaia di vite sono state perse in circostanze brutali e molte più persone sono state mutilate. Alcuni nostri Sacerdoti sono stati vittime di rapimenti e uccisioni. I sequestri a scopo di riscatto sono in aumento, quindi nessun posto sembra sicuro. Le autostrade, le case e persino i luoghi di culto non vengono risparmiati».

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Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS) dedicherà la campagna di Quaresima di quest’anno alle sofferenze dei cristiani in Nigeria. Insieme ai vescovi le cui diocesi sono maggiormente colpite dalle violenze, ACS ha creato un programma per rafforzare la Chiesa in Nigeria, impegnando cinque milioni di euro. L’iniziativa comprende cinque dimensioni specifiche:

  1. mantenere i nostri partner dei progetti al sicuro
  2. edificare la pace attraverso il dialogo interreligioso e la formazione
  3. prendersi cura delle vittime di violenza
  4. rafforzare la Chiesa nel suo raggio d’azione
  5. sostenere la preghiera per la pace, la guarigione e il perdono.

 

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