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SOMMARIO: BONUS – GIUSTIZIA, COSPITO & DELMASTRO – A BRUXELLES SI NASCONDE DEL MARCIO  – PACE IN UCRAINA.

 

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Cari Lettori,

vi piace leggere IL PUNTO? Siamo arrivati quasi al 900° numero, ma qualche volta sono un po’ sfiduciato vedendo il disinteresse generale sulla situazione politica e sociale non solo italiana, ma mi rinfranco quando ricevo commenti – positivi o critici non importa –  perché allora si ha l’illusione di portare almeno qualcuno a fare qualche riflessione. Se apprezzate le mie news per favore aiutatemi mandandomi qualche indirizzo di lettori potenzialmente interessati (ad oggi il Punto arriva a circa 15.000 persone) e grazie per l’attenzione!

 

BONUS

Ci vuole coraggio a togliere benefit consolidati, ma il governo Meloni dimostra di averne perché sulla questione dei “bonus” era ora di dirci scomode verità.

Arbore direbbe detto che “La vita è tutta un bonus” anziché un guiz, resta il fatto che moltiplicarli come negli ultimi anni ha drogato prezzi e mercato. Quelli al 110%, per esempio, sono serviti anche per organizzare speculazioni incredibili, sia a vantaggio di (molte) imprese poco serie che delle banche, che hanno abbondantemente lucrato sui crediti fiscali. Se il costo di un ponteggio è passato da 9 a 25 euro al metro quadrato proprio in concomitanza con il “bonus 110%” significa che questa manovra ha appunto drogato i prezzi di mercato e alla fine ha dato man forte all’inflazione con un danno per tutti gli italiani. Forse non ce ne siamo accorti, ma il deficit dello stato solo per questo bonus edilizio è aumentato di 2.000 euro a cittadino.

 

C’E’ DEL MARCIO (PURTROPPO) ANCHE IN EUROPA

Pochi anno saputo (la censura sulla notizia è stata quasi totale) che nei giorni scorsi il New York Times ha denunciato la Commissione Europea per non aver reso pubblico lo scambio di messaggi tra la presidente Ursula von der Leyen, e il CEO  di Pfizer Albert Bourla, relativi al contratto che ha portato all’acquisto del vaccino Covid da parte dell’Europa.

Il quotidiano (di solito citatissimo ogni volta che parla male di Trump e dei repubblicani, sempre ripreso in TV e sui giornali italiani) sostiene che la Commissione aveva l’obbligo di rendere pubblici i messaggi, in nome della trasparenza, visto che hanno portato ad un contratto per miliardi (non milioni!) di euro.

Le accuse alla Von der Leyen per il suo rapporto privilegiato con Pfizer (il cui vaccino è costato all’ Europa 10 VOLTE di più rispetto ad AstraZeneca) risalgono ad aprile del 2021, quando il New York Times, sulla scorta di un’inchiesta di neztpolitik.org, rivelò che i due avevano trattato direttamente tra loro tramite “chiamate e sms” una fornitura di 1,8 miliardi di dosi di vaccino anti Covid. Da qui l’intervento della mediatrice europea, Emily O’Reilly (la “mediatrice europea” è la garante sulla trasparenza delle operazioni della Commissione Europea), che invano ha chiesto di avere accesso alle conversazioni confidenziali. La Commissione tramite la ceca Vera Jourovà – commissaria alla trasparenza – aveva spiegato che i messaggi potevano essere stati cancellati, a causa della loro “natura effimera”. (bel modo di fare inchieste…)  Nella vicenda si è ora inserito anche il Parlamento europeo con molti  eurodeputati che hanno chiesto alla Von der Leyen e a Bourla di comparire in audizione, ma finora nessuno dei due ha accettato di farlo.

Lo scorso ottobre, la Procura europea aveva annunciato di avere aperto un’inchiesta sull’acquisto dei vaccini anti Covid dopo che una relazione della Corte dei conti dell’Ue aveva sollevato non poche perplessità sulla gestione della trattativa tra Bruxelles e Pfizer. La presidente UE avrebbe infatti trattato personalmente con la casa farmaceutica senza neppure coinvolgere il gruppo negoziale in cui sono rappresentati gli Stati, rifiutandosi inoltre di rispondere alle richieste di chiarimento della Corte.

E’ inammissibile che una politica “tratti in proprio” questioni di questo tipo, soprattutto quando è tuttora senza risposta l’altra indagine sul coinvolgimento di Heiko von der Leyen (il marito della presidente!) in un progetto di ricerca sui vaccini a mRna, la tecnologia usata dalla tedesca BioNTech e da Pfizer per il loro farmaco contro il Covid. Il progetto è finanziato anche dall’Italia con 320 milioni di euro provenienti dal Pnrr (cioè lo paghiamo tutti) e prevede la partecipazione della società biotech statunitense Orgenesis, di cui Heiko von der Leyen era direttore scientifico. Dopo le polemiche, il marito della leader Ue si è dimesso dall’incarico all’interno del progetto, ma resta aperta la questione di un pagamento esorbitante a Pfizer per i vaccini se poi vengono pagate dalla UE anche le ricerche scientifiche.

Ma queste non vi sembrano notizie importanti e degne di dibattito? Eppure il “Corriere della Sera” non mi risulta abbia pubblicato una riga, così come molti altri quotidiani italiani, a parte “La Verità” che dei vaccini ne ha fatto una campagna quotidiana. Ursula è santa per definizione, ma mi sembra che invece ci sia davvero del possibile marcio a Bruxelles a livello anche di Commissione (ovvero di governo) e dovremmo cominciare tutti a farci delle domande su forniture, vaccini, armi, gestione delle risorse che fanno impallidire perfino il “Qatargate”.

 

PACE IN UCRAINA

Berlusconi è stato accusato per aver sostenuto che – pur continuando ad aiutare l’Ucraina – bisogna tentare di avviare anche colloqui di pace. Non lo avesse mai fatto: addirittura il PPE (Forza Italia al parlamento europeo fa parte del gruppo Partito Popolare Europeo) ha cancellato un incontro a giugno in Italia per “sanzionare” le parole di Berlusconi. Mi sembra un atteggiamento folle salvo che si voglia continuare la guerra per sempre ad ogni costo e dopo che perfino il Capo di Stato Maggiore americano ha confermato che salvo ricorrere al nucleare questa guerra potrebbe non finire mai perché nessuno ne uscirà vincitore.

Dopo che Europa ed USA hanno investito miliardi di euro, ad un anno esatto dall’inizio del conflitto nessuno ritiene sia giusto abbandonare l’Ucraina, ma perché non si deve cercare  con ogni via anche un percorso di pace e intanto muoversi almeno per chiedere un armistizio provvisorio? La nostra Costituzione, tanto invocata perfino con le pagliacciate di Benigni, “ripudia la guerra” eppure parliamo solo di armi, missili, morti…avanti, avanti!  Nessuno vuol cancellare le responsabilità di Putin, ma possibile che l’Europa non pensi minimamente anche a qualche iniziativa per cercare un minimo di pace? Eppure quotidianamente si parla solo di nuove forniture belliche, con il segretario NATO Stoltenberg (quello che già dalla faccia mi inquieta, non vi sembra assomigliare a un generale tedesco, ma di quelli spietati?) o il commissario europeo Borrell che sono solo capaci solo di invocare nuove armi e chiedere guerra.

E poi, diciamocelo una volta per tutte, chi controlla l’Ucraina e la gestione degli aiuti? Dov’è la trasparenza delle forniture in uno dei paesi da sempre tra i più corrotti e infiltrati dalle mafie? Zelensky ha cacciato un paio di vice-ministri di secondo piano, ma non ci sono davvero altri profittatori della situazione? Di tutto ciò, per,ò non si ha mai minimamente il coraggio di parlare e se uno avanza dei dubbi immediatamente è bollato come schiavetto di Putin.

 

GIUSTIZIA, COSPITO & DEL MASTRO

Credo che chi sta al governo abbia particolari obblighi di riservatezza, così come quando si è deputati di maggioranza è opportuno evitare polemiche che hanno più senso stando all’opposizione. Ciò premesso, il sottosegretario Del Mastro è stato accusato dalla sinistra di aver diffuso notizie riservate, tramite l’on. Donzelli, sul caso Cospito, che in aula a Montecitorio aveva comunque detto solo la verità, ovvero raccontato della imbarazzante visita dei deputati del PD all’anarchico, riferendo dei contemporanei contatti tra Cospito ed i mafiosi detenuti come lui a Sassari con il 41bis.

Del Mastro non ha fatto nulla di male, ma è notevole che le polemiche sono servite per cercare di far dimenticare questa visita inopportuna (con chi sta il PD, con l’anarchico o con lo stato?). Dopo l’isteria collettiva giovedì scorso Del Mastro è stato sentito da ben quattro pubblici ministeri della Procura di Roma (non avevano altro da fare?) e la notizia della convocazione per l’interrogatorio è stata pubblicata dalle agenzie addirittura prima che lo sapesse l’interessato. Dovendo procedere su problemi di segretezza, magnifico esempio di “segretezza” proprio del Palazzo di Giustizia romano! Non solo, non ci si lamenti della lentezza giudiziaria: l’esposto del PD e Verdi contro Del Mastro è stato affrontato in pochissimi giorni, raro esempio di super efficienza. Un interrogatorio non significa di per sé incriminazione, ma per il “Corriere della Sera” già durante le stesse ore “Per i PM le carte non si potevano condividere”, ovvero il quotidiano più importante d’Italia avrebbe conosciuto i fatti e diffuso l’opinione dei Magistrati ad interrogatorio ancora in corso! Altro che talpe…

 

 

Buona settimana a tutti!

MARCO ZACCHERA

 

 

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