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NAPOLI…e si perdo ‘a pacienza, mme scordo ca so’ muorto e so mazzate!…(Esposito Gennaro netturbino. A. De Curtis)

 

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È stato sempre così. Un segno del destino di una razza sintesi di un coacevo di civilità ominicomprensiva di esperienza, saggezza e genialità.

‘’O senza fa o co sciugliment’’ dicevano i nostri nonni chiosando una verità schiacciante con un ‘’detto’’ disarmante ma vero.

E se questo popolo si scordasse che lo danno per morto! Quante cose belle ne vedremmo e ci sarebbe da esultare e saltare cantando, osannando la propria consapevolezza come quando fa goal il 77 azzurro.
L’anatema che incombe sulle teste dei napoletani è un  monito ed anche motivo di orgoglio. Certo di orgoglio perché hai la prova della tua forza quando vedi schierate contro tutte le altre forze in campo.
‘’Tanti nemici tanto onore’’ e quindi abbiamo forgiato la nostra vita di arguzie, di intelligenze, di scudi autoironici formidabili che confluiscono inevitabilmente nella elaborazione di un Mito invincibile che molti, anzi tutti ci invidiano: ‘’…per esempio non sapete niente? A Napoli è sparito nu piroscafo con tutto il carico…(Napoli milionaria E. De Filippo).’’
Eppure tutti sanno e si vede anche a tutti i livelli della società non solo nazionale ma addirittura europea che i napoletani non sono i più letali mariuoli del mondo.
Quella napoletana è una razza superiore, migliore per qualità esogene e passionali non per sopraffazioni inumane. È  superiore per qualità trascendenti innate intrinseche nella tradizione familiare ed in tutte le note delle più belle melodie dei mondo.
Quando un giorno ci troveremo ad avere 18 punti di vantaggio sulla seconda nella vita e nelle relazioni, allora avremo la certezza di trovarci al cospetto di un Rinascimento nuovo, concreto e sdraripante.
Contro tutto e contro tutti, contro le diffamazioni e le calunnie, contro gli odi e le prevaricazioni i napoletani non devono vincere. Essi sono condannati invece  a stravincere. Ma la loro stessa pigrizia li trattiene, paradosso dei paradossi, tale è la sicurezza della loro superiorità. Pazienza.
Ancora un po’ di pazienza vuol dire che ‘’a nuttata non è passata ancora.’’(s.v.)

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