IL PUNTO n. 902 del 24 marzo 2023
di MARCO ZACCHERA
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SOMMARIO: CASE GREEN – DELEGATO ALLA RESISTENZA – UTERO IN AFFITTO – STORIA IN TV – Approfondimento: LUDOPATIA PIAGA SOCIALE.
CASE GREEN
Dopo lo stallo sulla forsennata volontà di cancellare le auto diesel e a benzina gli euro-green che a livello politico ricattano il continente hanno puntato su di un’altra partita, ovvero costringere tutti gli europei a mettere “a norma” le proprie abitazioni, le aziende, gli uffici e gli edifici pubblici cercando di imporre nuove norme “green” per contenere il consumo energetico.
Posso capire di imporre queste norme per le nuove costruzioni, ma mi sembra assurdo pretenderlo per le case esistenti, soprattutto quelle nei centri storici ovvero la gran parte degli immobili italiani. Ma come sarebbe mai possibile spendere cifre folli per ristrutturarle e contemporaneamente rispettare i vincoli paesaggistici ed ambientali esistenti, sia nel pubblico che nel privato? E’una norma che non tiene conto che l’Europa non è fatta solo di nordiche villette unifamiliari con il giardinetto davanti e condomini a schiera. Se poi passasse questa legge europea tutto il patrimonio immobiliare che si trovasse “non a norma” sarebbe invendibile o perderebbe gran parte del proprio valore.
Ma perché l’UE si ostina a queste misure demagogiche? Per arrivare a “emissioni zero” nel 2050 che per noi europei sembra essere la questione più importante del continente. E’ sicuramente un fine apprezzabile, ma – quando anche ciò avvenisse in Europa a costo di sacrifici immani – oltre il 90% del globo non procederebbe comunque su questa strada rendendo nulli i benefici energetici, ma portando alla rovina l’economia ed i risparmi di un continente. Noi possiamo dare il buon esempio ma in Cina, India e negli stessi Stati Uniti queste (purtroppo) NON sono priorità e se non c’è un percorso globale impegnativo e definito tutto diventa demagogia. Tornando alle case, il buon senso imporrebbe di stabilire norme per i nuovi edifici e le ristrutturazioni programmate, ma senza insistere con quell’estremismo green che – su troppe materie – si dimostra non solo inattuabile, ma assolutamente un controsenso.
DELEGATA ALLA RESISTENZA
Grandi novità in casa PD. Nella nuova segreteria reginale piemontese è stato infatti nominata una responsabile con “delega alla Resistenza” perché, spiega il comunicato ufficiale, “Non si devono mai dare per scontati i valori antifascisti della Costituzione, la carta fondamentale contro il fascismo”. Sono passati ormai 80 anni da quei giorni, 101 dalla marcia su Roma, ognuno è ovviamente libero di pensarla come crede ma è significativo che nel fu PCI-PDS-PD non ci avevano mai pensato prima, ma – indubbiamente – con il nuovo corso se ne è subito avverita l’ inderogabile urgenza.
UTERO IN AFFITTO
Quello che è grave non è il dibattito sul “diritto” alla trascrizione degli atti di nascita dove una coppia gay possa auto-dichiararsi “padre” o “madre” di un bambino, ma piuttosto l’evidente volontà dei media di forzare la mano su queste situazioni facendo passare i “diritti” di un’infima minoranza “LGBT+ “(se non ho sbagliato a riportare la sigla) come se fossero quelli di una maggioranza genitoriale.
Non mi indigna quindi il “cazzo” pronunciato in diretta TV da Lucia Annunziata, ma che la TV pubblica – una volta di più – non permetta in una trasmissione da lei condotta di lasciar parlare la Ministro alla famiglia Eugenia Maria Roccella per dieci secondi filati senza interromperla affinchè possa esprimere il parere non solo del governo ma (credo) della maggioranza dei cittadini. Genitori che comunque – oltre al parere delle coppie gay – hanno anche il diritto di ascoltare, con calma e responsabilità, altri punti di vista. Per l’Annunziata questo invece non è possibile:è il mondo che gira intorno a lei e lo stesso avviene con altre ormai stagionate presentatrici alla Lilli Gruber. Una Annunziata che il giorno prima “moderava” al congresso CGIL e che poi può invitare, dire, sostenere alla TV pubblica quello che vuole senza possibilità di contraddittorio.
Ma il governo Meloni riesce o no a far cambiare l’aria in questo baraccone-Rai insopportabile e fazioso?
STORIA IN TV
A proposito di RAI. Prendiamo un giorno qualsiasi e chi si interessa di storia non mancherà di ascoltare su “Rai Storia” il consueto almanacco quotidiano su alcuni fatti successi nello stesso giorno durante il correre degli anni. Sono – come sempre – ricordati avvenimenti di molti anni fa o della storia recente. Purtroppo i brevi servizi su fatti accaduti nell’ultimo secolo sono tutti letti non solo in termini antifascisti e resistenziali, ma soprattutto molto spesso in un’ottica di estrema sinistra.
Alcune ricostruzioni degli eventi – secondo me – sono completamente travisati e se un ragazzo ascolta notizie date così, senza averle vissute od approfondite, come mai potrà avere una informazione storica obiettiva?
Queste cose, minimali, sono l l’esempio più calzante di come la sinistra abbia “infiltrato” la Rai e giorno per giorno riesca a ricostruire, rimodellare i fatti in modo assurdamente di parte, purtroppo nel silenzio generale. Ecco come il “servizio pubblico” troppo spesso non dà garanzie di pluralismo
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A PROPOSITO DI STORIA IN TV RICORDO CHE SU TELEVCO-AZZURRA TV VANNO IN ONDA OGNI SETTIMANA LE MIE CHIACCHIERATE DI STORIA LOCALE. CANALI 17 E 617 (Piemonte) OPPURE SU STREAMING.
APPROFONDIMENTO: LA LUDOPATIA, UNA PIAGA SOCIALE
Si è fatto un gran parlare della recente grande vincita al Superenalotto dipingendola come la fortunata svolta nella vita dei vincitori, ma pochi hanno pensato a quante centinaia di milioni di euro ha incassato l’Erario – e tutta la sua filiera – in attesa della combinazione vincente, né di quante decine di milioni di persone ci hanno rimesso co le loro inutili giocate durante la lunga attesa.
La prossima volta che entrate in una tabaccheria osservate gli altri clienti. A parte qualche ormai raro fumatore, scoprirete che la gran parte delle persone sono lì per giocare: lotto, superenalotto, gratta e vinci, “turista per sempre”, tanti altri giochi in cui in pochi istanti si possono impegnare somme notevol,i perché gli italiani giocano sempre di più, ma l’incasso facile per lo Stato sta diventando una piaga sociale.
Secondo il Ministero della salute sono circa 1.300.000 i malati patologici di ludopatia, anche se solo 14.000 di loro nel 2022 hanno avuto il coraggio di ricorrere alle cure mediche e psicologiche, spesso dopo essersi rovinati economicamente ed aver fatto sprofondare nel baratro le loro famiglie.
Numeri impressionanti e in costante crescita. l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli stima nel 2022 un nuovo record dei giochi legali: “Risultati eccellenti sono stati conseguiti nel settore del Gioco Pubblico – si legge nella Relazione del Direttore Generale – e secondo stime preliminari, nel 2022 tale aumento dovrebbe attestarsi intorno al 30 per cento, per un controvalore complessivo di circa 135-140 miliardi di
euro record assoluto nella storia dell’Agenzia”.
Se poi il “Superenalotto” ha per lo meno un suo “lento” ritmo settimanale, sono i “gratta e vinci” che contano di più.
Oltre al gioco d’azzardo on line gli italiani hanno speso in media solo per il “gratta e vinci” 523 euro nel 2004, 1.023 nel 2011, circa 1800 l’anno scorso. In totale si è giocato nel 2021 per circa 165 miliardi, il 18% in più dell’anno precedente e – solo di imposte sul gioco – lo Stato ha incassato 8 miliardi e 413 milioni, somma equivalente
agli investimenti previsti dal PNRR per gli interventi di ristrutturazione ospedaliera. Poi ci sono i giochi on-line illegali di cui sfuggono i contorni e le garanzie, con una impennata delle giocate contestualmente al periodo Covid.
Complessivamente è davvero un affare per le finanze pubbliche? Dipende, perché dall’altra parte c’è il disastro sociale di milioni di famiglie in difficoltà, il ricorso all’usura che prospera sul “nero” e sui debiti di gioco, mentre manca completamente
un approccio culturale e informativo su queste problematiche tra le giovani generazioni, anche se il “gratta e vinci” coinvolge gente di tutte le età, soprattutto anziani che a colpi di 5 e 10 euro si giocano in poche ore la pensione, come sanno bene gli assistenti sociali di tutta Italia.
Non basta scrivere l’invito “gioca consapevolmente!”, la realtà è che non si comprendono (o non si vogliono comprendere) le radici psicologiche del fenomeno.
Tutto viene impostato sull’idea positiva del “colpo grosso” che cambia la vita (ma che purtroppo non arriva mai) ma che psicologicamente giustifica i fallimenti personali di chi non ha più fiducia in sé stesso, dà la colpa al destino avverso e intanto non vuole impegnarsi a cambiare.
L’offerta poi è subdola: quanti sanno – per esempio – che con “Turista per sempre”, l’agognato “gratta e vinci” che con 5 euro (certi) di costo a biglietto distribuisce l’illusione di guadagnare 300 milioni subito, 6.000 euro al mese per 20 anni e poi un premio finale c’è però un solo biglietto vincente ogni 4,5 MILIONI di tagliandi distribuiti? Fosse scritto almeno questo rapporto sul retro del cartoncino, forse qualcuno capirebbe quante minime siano le sue probabilità di vincita, così come pochi sanno che al Superenalotto solo il 45% delle giocate finisce in montepremi.
Il problema fondamentale è che molto spesso il ludopatico non ammette mai di avere un problema, tende sempre a minimizzare o a negare l’evidenza e comunque non riesce a chiedere aiuto nel modo corretto, neanche con il supporto di amici e familiari. Se per caso uno vince rigioca subito, se perde (ovvero quasi sempre) penserà immediatamente a come giocare di nuovo per “rifarsi” e a dove trovare nuovi soldi per giocare.
Contro la sua volontà non potrà attivarsi – per legge – neppure il percorso terapeutico mirato a farlo uscire da tale situazione, perché solo se l’interessato è consenziente si possono muovere i meccanismi di tutela civile attraverso i quali anche persone diverse dal giocatore problematico possono intervenire, affinché vengano almeno presi una serie di accorgimenti diretti a contenere i rischi a cui il ludopatico espone sé stesso e la propria famiglia.
Tra l’altro uno dei motivi del massacro è la velocità di gioco, sempre più spinta. Una volta i numeri del lotto venivano estratti una volta la settimana il sabato pomeriggio, così come il pronostico Totocalcio era legato alle partite della domenica, oggi invece è tutto on-line, le giocate si susseguono a distanza di pochi secondi, si possono comprare numeri infiniti di tagliati gratta e vinci con concorsi dai nomi più esotici favorendo le possibilità compulsive. Un tema dai grandi risvolti economici ed etici ma di cui troppo spesso non si ha il coraggio di parlare, ma una vostra prossima volta in tabaccheria (nel vostro interesse, senza giocare!) sarà comunque molto istruttiva.