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PNRR – Rixi, viceministro Infrastrutture e Trasporti, a 24 Mattino su Radio 24: La macchina non si può fermare ma è un ginepraio incredibile. Ritardi PNRR colpa del governo Draghi

“Sul PNRR quello che non vorrei è che si dice che non riusciamo ad arrivare e allora nel frattempo analizziamo e blocchiamo tutto. Le due cose devono andare insieme. Non si può fermare la macchina, perché è comunque una macchina lanciata. Dall’altra parte, bisogna fare un’operazione verità, e su questo sono d’accordo con Fitto cioè dire esattamente come stanno le cose: è un dedalo e un ginepraio incredibile perché ci sono appalti finanziati in parte con il PNRR, con l’FSC, in parte con i fondi dello stato, in parte con il fondo complementare. Diciamo che spesso c’è una burocrazia che si complica un po’ la vita da sola, e poi ci sono i tempi di realizzazione delle opere per quanto riguarda il Ministero dell’Infrastrutture e dei Trasporti che sono dei tempi tecnici, è chiaro che si è perso molto tempo e tempo ne rimane poco. Però io credo che il paese se lo spingiamo dia i risultati migliori proprio nelle situazioni di emergenza. Gli appalti, soprattutto le opere, dovevano essere indirizzate su delle opere strategiche del Paese, molto interventi sono stati fatti a pioggia. Poi non lo si poteva dire, la stampa non l’ha detto perché quel governo era in qualche modo blindato. Quando si fanno delle operazioni come queste, bisogna cercare di mettere i soldi non su opere complesse, ma su opere semplici che abbbiano tempi di realizzazione certi. Nel settore ferroviario, abbiamo una serie di opere, anche sull’alta velocità al sud, che hanno dei tempi di realizzazione che non sono compatibili con i tempi del PNRR. C’è anche una responsabilità di chi ha promesso opere intorno al 2026, quando i tempi di realizzazione non sono compatibili. Una riprogrammazione va fatta, ma da lì a dire che si perderanno i soldi, o che si sposteranno le scadenze, secondo me, se si fa una cabina di regia, si semplificano alcune norme e si spostano alcune partite finanziarie su opere meno complesse, credo che il risultato lo si porti a casa. Questo non vuol dire non fare delle opere, vuol dire che finanziamo con il PNRR le opere che devono essere fatte entro il 2026 e non quelle che vengono fatte entro il 2029”. Lo ha detto Edoardo Rixi, viceministro Infrastrutture e Trasporti, a 24 Mattino su Radio 24.

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Codice Appalti – Rixi, viceministro Infrastrutture e Trasporti, a 24 Mattino su Radio 24: Affidamento diretto previsto in tutta Europa

“In realtà è la stessa norma che esiste in tutta Europa, quindi io non capisco perché in Germania ed in Francia si possa fare mentre in Italia no.” Lo afferma Edoardo Rixi, viceministro Infrastrutture e Trasporti, a 24 Mattino su Radio 24. “Il problema vero è che in Italia noi chiediamo la semplificazione e poi tutti si vogliono tutelare. Credo che come su una ristrutturazione di una casa da €150000 un cittadino italiano si sceglie l’impresa senza fare una gara d’appalto internazionale. Non si capisce perché un Comune la debba fare, quando poi tanto prendono l’appalto le stesse aziende, perché nessuno fa 5000 km per andare a fare un appalto di €150000. E’ chiaro che si responsabilizza la stazione appaltante che dovrà scegliere aziende che se hanno dei problemi con la mafia, ad esempio, deve farle certificare dalle prefetture, perché se no la responsabilità rimane il capo al sindaco. E’ chiaro dunque che ci sono dei problemi. Però è anche vero che se c’è un’azienda che so che lavora bene, probabilmente quel lavoro, invece di metterci tre anni, che è la vita media di un lavoro di quel tipo, Ce ne mette sei mesi, vuol dire che in tre anni io faccio fare venti lavori invece che due. La prima volta che abbiamo visto la gara semplificata è stato per un appalto da 220 milioni che è il ponte San Giorgio a Genova. Lì c’è stata la certificazione di tutte le aziende, non c’è stata infiltrazione di mafia, non ci sono stati problemi sulla gestione del cantiere. Io non credo che quella può essere un’eccezione al livello nazionale perché qui stiamo parlando di importi piccoli. Il problema italiano, in realtà, vuole garantire la parità di accesso ai lavori sia alle aziende che sono in grado di farli, sia alle aziende che non sono in grado di fare quei lavori.- e conclude a Radio 24 –  Una buona parte dei lavori si ferma perché chi vince il lavoro non è poi in grado di farlo”.

 

5G – Rixi, viceministro Infrastrutture e Trasporti, a 24 Mattino su Radio 24: 5G il futuro, Italia deve adeguarsi a livello europeo

“Noi dobbiamo adeguarci a quelle che sono le norme a livello internazionale. Almeno a livello europeo perché facciamo parte dello stesso mercato. Quindi questo crea dei trattamenti diversi sul territorio nazionale e caratterizza anche il fatto che noi siamo poco appetibili per alcuni investimenti di carattere tecnologico. Questi sono temi che riguardano anche la percezione della salute pubblica da parte dei cittadini che in Italia è da salvaguardare. Però io credo che il 5G sia il futuro del nostro paese anche per la gestione intelligente delle nostre infrastrutture. Noi abbiamo più ponti e gallerie del resto di Europa, il 55% dell’intero continente europeo, se noi non andiamo a digitalizzare una serie di processi, di controlli, di monitoraggi, noi non riusciremo mai ad avere una sicurezza, con tassi elevatissimi su tutta la nostra rete, così come non riusciremo ad avere un cablaggio reale delle gallerie sia ferroviarie, autostradali che stradali della nostra rete. Credo che il paese debba accettare le nuove tecnologie monitorando il fatto che la salute sia un bene di cui non possiamo fare a meno”. Così Edoardo Rixi, viceministro Infrastrutture e Trasporti, a 24 Mattino su Radio 24.

 

 

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