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Stupisce, fortemente confidando che non debba essere allarmante, che, a distanza di quasi ottant’anni, trovino spazio e attenzione dichiarazioni tese a giustificare chi nella fase più nera della storia del nostro Paese era schierato dalla parte del fascismo, alimentando i presupposti di una sorta di guerra civile culturale. Che crederemmo anacronistica, non fosse che ad evocarne il rischio sono le parole di alcune (lodevole e brillante eccezione quella del Presidente della Repubblica) fra le più alte cariche dello stato. Che tendono a liquidare il giudizio storico su quel periodo omettendo intenzionalmente che la follia nazifascista si è guadagnata la condanna della storia.

Com’è possibile dubitare che «il fascismo sia antitetico all’etica costituzionale», visto che è espressione di un’ideologia in contrasto con il concetto stesso di democrazia e i valori che la definiscono?

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Com’è possibile fingere, perché di finzione si tratta, che il fascismo sia la grande vergogna della nostra storia?

Com’é possibile essere costretti oggi ad esprimere, con Liliana Segre, la speranza che «il 25 Aprile possa davvero essere vissuto dalle rappresentanze istituzionali, dalle forze politiche e da tutto il popolo italiano come un’occasione per ritrovarsi uniti nei valori della Repubblica nata dalla lotta antifascista»?

Com’è possibile non concordare che il fascismo sia la grande vergogna della nostra storia?

Interrogativi che, già per il fatto stesso che vengano posti, dimostrano che c’è ancora chi la verità sul fascismo continua a negarla.

Non solo, per quanto inconcepibile, il dibattito politico sembra orientato a negare l’antifascismo. Che «non c’è nella Costituzione» secondo il presidente del Senato Ignazio La Russa. Innescando il pericolo (che per taluni potrebbe essere un preciso obiettivo) di rendere la contrapposizione fra fascismo e antifascismo un noioso retaggio di un passato da relativizzare e comunque, in fin dei conti, da banalizzare.

Così non è e non può essere.

Il 25 aprile è la Festa della Liberazione dal nazifascismo. Che significa la liberazione da un regime cha ha mandato a morte milioni di persone incolpevoli in nome appunto della razza, dell’etnia, del loro orientamento sessuale e del credo religioso. Le libertà fondamentali dell’uomo che sono alla base della Costituzione italiana.

La Federazione della Colonie Libere Italiane in Svizzera lo ha chiarito fin dalla sua costituzione nel 1943, esplicitandolo nel primo articolo del proprio statuto riconoscendosi «(..) nel valore normativo generale degli ideali di libertà, di pace e di giustizia sociale che hanno animato il risorgimento nazionale e la Resistenza antifascista e conseguentemente si dichiarano fedeli alla lettera e allo spirito della Costituzione repubblicana italiana».

Oggi come allora l’antifascismo è la nostra bandiera, vogliamo continuare ad essere nel vento che la fa sventolare.

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