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Ricchi e poveri all’Aventino, a Roma
Una giornata bella di sole, giornata di primavera a Roma, ancora più bella se uno, nonostante gli anni che non sono pochi, fa la fatica di salire a piedi per Via di Porta Lavernale, fin su, alla chiesa di Sant’Anselmo, all’Aventino.  Ancora più bella però, la giornata, se prima si passa a far colazione nel caffè – pasticceria appena  all’inizio di Via Marmorata. Ottime paste profumate,  ciambelle fritte,  cornetti alla crema, squisitezze, e c’è tanta bella gente, allegra, ben vestita. E’ un piacere vedere il locale bello, le torte belle, la gente bella. E una visitina al vicino vecchio negozio di gastronomia, con dentro tutto il ben Dio, pure è cosa che fa piacere. Anche qui tanta bella gente, allegra, ben vestita.  I signori che abitano all’Aventino, dove non c’è l’ombra di un negozio, vengono qui ad acquistare cose buonissime e costosissime. Tanta gente anche a Piazza Cavalieri di Malta. Ci sono i turisti in fila che aspettano pazientemente di accostare un occhio al grande portone della Villa del Priorato di Malta, per guardare attraverso il buco della serratura. Per ammirare la splendida prospettiva della Cupola di San Pietro, che appare lungo il viale dei Giardini dell’ Ordine, costeggiato da alberi. Anche davanti alla chiesa di San Bonifacio e Alessio c’è tanta gente, non proprio allegra, non proprio bella. Ma forse una  sua bellezza ce l’ha, una diversa bellezza. Fanno la fila. Dal basso, dal quartiere Testaccio, da Ostiense, i poveri salgono all’Aventino per andare a ricevere il pasto che offre la parrocchia di San Bonifacio e Alessio. Il loro ben di Dio all’Aventino. S’incrociano, sulla Via di Porta Lavernale, i signori che scendono e i poveri che salgono. I glicini spandono nell’aria il loro profumo. Così va il mondo.
Renato Pierri

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