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 Un progetto di Pro Terra Sancta con la CEI per le donne e i bambini di Siria: storie di successo

 

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Sostegno all’educazione e alla formazione in Siria: il contributo di Pro Terra Sancta e CEI

 

 

 

Nelle città siriane di Lattakia e Aleppo Est, i frati francescani collaborano con Pro Terra Sancta e la Conferenza Episcopale Italiana (CEI) nel progetto finanziato grazie ai fondi dell’8xMille.

Il progetto si chiama “Educazione, formazione e lavoro: un percorso di speranza per donne bisognose e bambini emarginati nelle aree più degradate di Aleppo e Latakia – Siria” e il suo scopo è quello di formare le donne che vivono situazioni di povertà e disagio attraverso corsi professionali e di assistere i bambini nati dalle donne vittime di violenza e abusi durante l’occupazione jihadista da parte dell’Isis.

 

 

 

Gentili colleghi,

 

ha preso il via un progetto nato da Pro Terra Sancta in collaborazione con la Conferenza Episcopale Italiana nel cuore delle città siriane di Lattakia e Aleppo Est, per offrire offre una possibilità lavorativa alle donne sfollate e alle famiglie che vivono nei quartieri più poveri. Avere un’opportunità di lavoro qui in Siria non significa solo poter sfamare la propria famiglia, ma anche ridurre il lavoro minorile, molto presente nei quartieri poveri di Aleppo, in favore di un percorso di recupero ed educativo per bambini ed adolescenti.

A Lattakia, nel complesso della Chiesa del Sacro Cuore di Gesù, si trova il centro francescano che da molti anni presta supporto alle famiglie povere e sfollate. Qui, circa ottanta donne vengono formate attraverso corsi professionali e aiutate ad avviare un’attività lavorativa. Una cinquantina di loro seguono i corsi di formazione per l’attività di taglio e cucito grazie all’implementazione del programma “Micro project”.

Il progetto è stato finanziato grazie ai fondi raccolti dall’8xmille.

 

Alcune storie di successo

 

Nijoud Shadoud

 

«Vivevamo una vita semplice e dignitosa, assieme a mio marito Nasser e i nostri due figli». Nijoud Shahoud, 43 anni, racconta la sua esperienza. «Per aiutare Nasser, ho iniziato a vendere cosmetici online e le cose andavano bene. Fino al 2020, quando il Coronavirus si è portato via mio marito. Da un giorno all’altro, ho dovuto trovare un modo per sostenere i miei figli da sola.

Senza pensarci due volte, mi sono diretta al centro di Pro Terra Sancta e ho chiesto informazioni sul Micro Project di cui avevo sentito parlare. Credimi, è stata la mano di Dio che mi ha portato qui. Mi sono iscritta al programma e attraverso il progetto sono riuscita ad affittare un negozio, riempirlo di merci e venderle. Sono una negoziante molto brava! Attraverso questa attività posso sfamare i miei figli e dar loro un’istruzione». Con un grande sorriso sul viso, ringrazia tutti per averle dato l’opportunità di cambiare la rotta della sua vita e migliorare le sue competenze professionali.

 

Lina Halab

 

Lina Halab, 52 anni, racconta: «Sono sempre stata una casalinga e anche io vivevo una vita molto dignitosa con mio marito e i nostri tre figli in un villaggio vicino a Idlib. Fino a un giorno del 2012, in cui sono stata costretta a lasciare la mia casa e andare a Lattakia, perché a Idlib era troppo pericoloso. Mio marito ha deciso di rimanere per custodire la sua terra». A Lattakia, con tre figli piccoli, l’àncora di salvezza di Lina è stata la sartoria, di cui ne aveva imparato l’arte sotto la supervisione delle suore francescane nel suo villaggio a Idlib. «Amo il taglio e il cucito, ma sai, oggigiorno con tutte queste macchine veloci non è facile stare al passo e sicuramente non sufficiente per sfamare la mia famiglia. Poi accadde il miracolo. I frati francescani mi dissero che stavano cercando donne talentuose nel cucito da impiegare nel programma “Micro Project”. Ho iniziato immediatamente il corso di formazione per imparare a lavorare con la macchina da cucire. Mi piace tanto questo lavoro; con la macchina sprechi meno energia, hai meno stress e i prodotti che creo si sono moltiplicati rispetto a prima». Nel frattempo, Lina si è riunita qui a Lattakia con suo marito e ha avviato la sua attività. Sorride e conclude, «Ora sono felice, finalmente».

 

Nada Anjan, 47 anni, madre di quattro ragazzi.

 

«Vivevo nel cuore di Idlib con mio marito Maurice, che era un meccanico. Ma nel 2014, la guerra ci ha costretti a spostarci da una casa in affitto all’altra. Sei anni più tardi, Maurice è stato colpito al lavoro da un piccolo pezzo di ferro che gli ha portato via la vista. Penso di essere caduta in depressione dopo l’incidente. Mi sono ritrovata da sola a pagare il cibo, i materiali scolastici, le bollette, l’affitto e le operazioni chirurgiche di mio marito». Nada ha gli occhi lucidi, ma riprende. «Grazie a Dio, dopo un breve periodo di tempo buio, una vicina mi ha raccontato casualmente delle attività che si svolgono qui. Il giorno seguente sono venuta qui e sono stata selezionata come apprendista”.

«In futuro – continua – sarò in grado di avviare la mia attività per continuare a sostenere la mia famiglia. Voglio un gran bene alle mie colleghe, ai frati francescani, a tutte le persone attorno alla chiesa e sono molto grata a Pro Terra Sancta e ai donatori che hanno reso tutto questo possibile».

 

La creazione di piccole attività imprenditoriali e di start-up significa promuovere l’inserimento lavorativo della popolazione locale. Le donne, in particolar modo, possono concorrere alla crescita economica del paese, favorendo scambi virtuosi tra comunità diverse, religiose e sociali, e promuovendo l’integrazione e la comunione di beni.

 

Nel progetto realizzato in collaborazione con la CEI, sosteniamo anche due centri attivi ad Aleppo est, con l’intento di assistere i bambini nati dalle donne vittime di violenza e abusi durante l’occupazione jihadista da parte dell’Isis e per la gran parte abbandonati per le strade senza essere iscritti all’anagrafe.  Qui, la Custodia di Terra Santa e Pro Terra Sancta sostengono 220 adulti (150 donne e 70 uomini) disoccupati con a carico famiglie con gravi problemi di indigenza e con figli costretti a lavorare nelle strade del quartiere. Gli adulti vengono formati o riqualificati professionalmente attraverso corsi di formazione ed aiutati ad avviare un’attività lavorativa.

Il progetto aiuta anche almeno 300 bambini e adolescenti di Aleppo Est che non frequentano la scuola e svolgono dei lavoretti nelle strade.

Nei centri di Aleppo, incontriamo i ragazzi ed entriamo in dialogo con le famiglie e proponiamo loro un percorso di protezione che include la componente educativa, sociale e psicologica. Un piccolo passo per sognare un futuro diverso che si scrive oggi. A cominciare da chi viene messo ai margini: donne e bambini.

 

Cliccando su questo link potete vedere alcune immagini del progetto.


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